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martedì, 14 Maggio 2024

Bolzano: restituiti 35mila euro

Non capita tutti i giorni che parte dei soldi pubblici stanziati per una grande manifestazione vengano restituiti e tornino a disposizione della collettività. È successo in occasione dell’ultimo atto ufficiale dell’Adunata nazionale di Bolzano, quando una delegazione del Comitato Organizzatore è stata ricevuta al Consiglio comunale per sancire la conclusione della pratica amministrativa e della convenzione relativa all’evento.

Il dramma delle foibe

La lettera di Norberto Ferretti, esule da Pola “Ricordare le Foibe”, (L’Alpino n. 3/2014) mi ha indotto a scrivere questa mia breve memoria. Sono l’ex sottotenente del Genio Pionieri Orobica che nell’ottobre 1957 (periodo di massima tensione con le truppe di Tito) fu incaricato dal Ministero della Difesa a documentare il fondo di alcune Foibe triestine. Penso di essere stato il primo, e forse l’unico, ad ispezionare, in forma ufficiale, quelle voragini spaventose.

Ricordo di Eugenio Corti

Permettimi queste poche righe per ricordare Eugenio Corti, scomparso a 93 anni lo scorso 4 febbraio, considerato, credo a ragione, uno dei più grandi scrittori italiani del Novecento, ma purtroppo da troppo pochi conosciuto e letto.

La coscienza del Centenario

Sull’onda delle tante iniziative promosse in Italia e in Europa l’Associazione Nazionale Alpini, in vista del centenario della Grande Guerra, per recuperare il senso dei valori morali e civili della ricorrenza e recepire le attività di enti e istituzioni, ha organizzato a Marostica un convegno sul tema. Nella splendida cornice di Palazzo Baggio, il 12 aprile scorso tramite il Centro Studi, magnificamente supportato dalla Sezione guidata dal presidente Fabio Volpato, l’ANA ha presentato le attività che, da qui al 2018, intende porre in essere per ricordare quella che, segnandone drammaticamente l’animo e la coscienza, fu la prima, grande esperienza collettiva del popolo italiano.

L'eccidio di Porzus

Sono un vecchio alpino del 16° corso AUC. Ho letto l’articolo sull’eccidio di Porzus, avvenuto quando ero poco più che dodicenne ma del quale ho vivo il ricordo poiché mio padre aveva ricevuto una poesia sull’avvenimento e la teneva nascosta nel timore che qualche rastrellamento tedesco potesse farla venire alla luce.

CASALE MONFERRATO – Ozzano: alpini e scuola

Il gruppo di Ozzano, in collaborazione con l’Amministrazione comunale e il dirigente scolastico Emanuela Cavalli, ha celebrato nelle scuole il 153° anniversario dell’Unità d’Italia. Grazie alla collaborazione con Gianluca Marchesi del Centro Studi ANA che ha ideato il supporto didattico e il materiale audiovisivo, è stato possibile proporre un tema ideale ai ragazzi delle scuole primarie e secondarie del paese dal tema: “1914–2014, l’inizio di un conflitto che ha cambiato il mondo”. La novità del progetto sta nel modo in cui partecipano i ragazzi, che non ascoltano solo una lezione di storia, ma vengono coinvolti attivamente e in prima persona nelle ricerche: “Partiamo dai nostri monumenti - dice Gianluca Marchesi - e dai nomi delle vie e scopriamo la storia del nostro paese”.

Solo l’emozione ci racconta la storia

Ho ancora nell’animo l’eco del Convegno tenutosi a Marostica sulla Grande Guerra e, a seguire, il CISA in cui abbiamo cercato di capire come raccontare questo momento della nostra storia, in gran parte segnata dall’epopea alpina. Qualcuno tra i presenti ha trovato che l’aspetto teorico sia stato preponderante rispetto a quello pratico, quasi come se si trattasse di cose già dette e risapute. È vero che gli alpini sono gli uomini del fare e questo può talvolta portare a pensare che il manuale di istruzioni per l’uso sia più importante dell’attrezzo stesso che si vuole usare.

UDINE – Il naufragio del ‘Galilea’, mai dimenticato

La scialuppa dell’incrociatore ausiliario “Zara” vagò per un’ora tra i numerosi corpi che galleggiavano, finché un flebile lamento attirò i soccorritori. Apparve un uomo riverso su un canotto, seminudo, con il salvagente e, cosa incredibile, con il cappello alpino ben calcato in testa. Si trattava di Ugo Pittin, classe 1921, della 69ª cp. del btg. “Gemona”, l’ultimo superstite della tragedia del “Galilea”, che qualche anno più tardi sarà annoverato tra i dispersi nell’immensa steppa russa. Dal 1947 i pochi superstiti del Galilea si ritrovano sul monte di Muris di Ragogna, presso l’antica chiesetta di San Giovanni per ricordare i 1.050 fratelli che non fecero ritorno a casa.

PORDENONE – Ottant’anni di impegno alpino

È stata un’intensa tre giorni quella vissuta dal gruppo di Casarsa- San Giovanni per il suo 80° compleanno. Sono state organizzate due serate musicali al teatro Pasolini - presenti autorità e un folto pubblico - per il concerto della fanfara alpina di Orzano e per la presentazione del libro sulla storia del Gruppo, intitolato “80 anni di vita ed impegno alpino”, un incontro allietato dalle cante eseguite dal coro “Vos de mont” di Tarcento.

Tutto per la Patria

Sembrava essere il pranzo d’un giorno qualunque. Ma c’era tra i commensali un cuore che batteva più degli altri, un cuore in attesa di una rivelazione che avrebbe per sempre mutato la vita dell’intera famiglia Locatelli. “Mi sono iscritto tra i volontari alpini. Domani parto per Morbegno”, disse Carlo. Il padre restò attonito, in silenzio.

Penso Alpino

Ghiacciai e montagne dove nascono i torrenti, i bambini con il Tricolore in mano e un vecchio saggio che racconta un po’ di sé. Sono dolci melodie per le orecchie di un alpino e sono alcune delle immagini che il cantautore Dario Baldan Bembo traduce in musica nel suo ultimo lavoro, un vero e proprio inno alle cose semplici ma al tempo stesso piene di significato, un tributo a quella che chiamiamo alpinità e che si traduce in uno stile di vita, in vero e proprio pensiero alpino.

"Italiano non buono"

Le racconto una mia storia vissuta negli anni Quaranta nella Jugoslavia del maresciallo Tito combattente alla macchia con i suoi partigiani slavi del “IX Korpus” contro italiani e soldati tedeschi. Scrivo in riferimento a quanto pubblicato nell’articolo dal titolo “Onore ai Caduti” che in parte si riferiva alla triste storia degli infoibati in Jugoslavia solamente perché italiani.

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