Una via dal nome controverso
Mi ha molto stupito la presa di posizione dell’alpino Bonfanti sul cambiamento del nome di una via di Pelugo, piccolissimo paese della val Rendena, da via De Gasperi a via dei Kaiserjäger. Certo, concordo con lui che cancellare un grande personaggio che ha fatto moltissimo per il nostro Trentino non è stata un’idea geniale.
MARCHE – Il Vajont di Giovanni Urriani
A cinquant’anni dalla tragedia del Vajont il gruppo di Acquasanta Terme ha commemorato l’alpino Giovanni Urriani, disperso nella sciagura. Urriani era in forza alla compagnia Genio pionieri del 7° reggimento Alpini e si trovava, quel giorno, in perlustrazione lungo il corso del Piave con un compagno. Furono travolti dall’ondata distruttrice e i loro corpi non furono mai più ritrovati.
Storia e orgoglio
Il museo “Don Carlo Righini” di Domodossola è stato inaugurato ufficialmente nel 2011 ma si sviluppa da un percorso avviato negli anni precedenti con la raccolta di materiali, riconducibili agli alpini ossolani, curati e custoditi con orgoglio dalla Sezione. L’esposizione racconta in modo semplice e lineare come e perché sono nate le penne nere, attraverso quali sacrifici hanno costruito la loro storia, come hanno conquistato rilevanza nell’immaginario comune, quale posto occupano nella società e quale esempio vogliono trasmettere alle nuove generazioni.
Il Paradiso di Cantore
Caro direttore, sull’editoriale de L’Alpino di dicembre 2013 ritorna la solita citazione del “Paradiso di Cantore”. Ma quale paradiso? Non è ora di finirla con quella sentimentaloide espressione che poggia sul niente? Ma gli alpini sanno chi fu veramente Cantore? E che caratterino aveva?
Forma e sostanza
Leggo sulla vostra rivista l’articolo relativo alla Campagna del Don e rammento quanto di quell’episodio mi raccontava mio padre che, partito con l’Armir nel giugno 1940, è tornato nel 1944. Era nei servizi automobilistici al servizio della Julia ed ha patito e sofferto quanto possiamo immaginare: è tornato con congelamento ai piedi, lesioni alla vescica, “fuori di testa”.
Il cappello in chiesa
Caro direttore, so di ripetere il solito argomento, ma anche quest’anno all’interno del Duomo di Milano durante l’annuale Messa per i Caduti (complimenti a tutti per la grande partecipazione) decine se non centinaia di alpini hanno indossato il cappello durante la funzione. Io credo che i capigruppo debbano spiegare ai loro soci che non è assolutamente disonorevole togliersi il cappello in casa di altri.
Un alpino "ecumenico"
Pregiatissimo direttore, ho letto l’articolo “alpini e basco” nel numero di dicembre 2013 e la cosa mi ha rispolverato un piacevole ricordo della naja. Deve sapere che avrei preferito andare nei carabinieri ausiliari, visto che padre e nonno ne avevano fatto parte, in alternativa l’alpino... ma nel 1968 il destino mi ha portato a Roma dove ho frequentato la scuola allievi sottoufficiali dell’esercito, alla Cecchignola, quindi niente berretto rigido e niente penna sul cappello ma basco.
Un segno di vita
Tanti anni fa ho avuto l’onore e la gratificazione di prestare servizio militare nel 1° reggimento artiglieria da montagna: i 18 mesi trascorsi hanno lasciato in me una traccia profonda e la consapevolezza di quei valori oggi purtroppo screditati sulla strada della totale indifferenza.
LUINO – Un museo e un libro a Castelveccana
Dopo sette anni dalla posa della prima pietra, in occasione del 90° anniversario di fondazione del Gruppo, a Castelveccana è stato ultimato e inaugurato il museo degli alpini. Dopo l’alzabandiera e l’omaggio floreale al cippo di Giacomo Albertoli, martire della libertà, al quale è dedicata la sede del Gruppo, quattro reduci hanno tagliato il nastro tricolore, inaugurando ufficialmente il museo, poi benedetto dal diacono alpino Armando Caretti. Ecco i loro nomi: Stefano Passera classe 1923, Bruno Spozio del 1922, Germano Comini classe 1924 e Livio Dellea del 1917.
BALCANICA-CARPATICA-DANUBIANA – Gruppo Ungheria: concerto e gemellaggio
Il gruppo ANA Ungheria “gen. Giuseppe Dal Fabbro”, della sezione Balcanica Carpatica Danubiana, ha concretizzato la richiesta fatta un anno fa dalla sezione di Csongrad (Ungheria meridionale) dell’Associazione Nazionale Riservisti Ungheresi, di proporre una serata musicale di un coro alpino.
Identità e continuità
Caro direttore, ho letto solo oggi sul numero di dicembre de L'Alpino gli auguri del nostro presidente nazionale Sebastiano Favero e ho particolarmente apprezzato il trafiletto che riguarda i giovani. Io faccio parte del gruppo alpini di Ozzano Monferrato e giovedì 12 dicembre siamo stati onorati della visita del presidente Favero nella cerimonia di conferimento dei "Distintivi d'Oro" sezionali.
AOSTA – Cittadinanza onoraria
La Sezione è cittadina onoraria di Aosta: la cerimonia di conferimento “quale riconoscimento per il benemerito servizio reso alla città e a tutto il territorio regionale e nazionale, sempre ispirato all’affermazione del senso civico e dei valori di libertà, pace, democrazia e solidarietà”, questa la motivazione letta dal sindaco Bruno Giordano (alpino).