Fait e Ranzi fanno centro
Sono state due giornate all’insegna dello sport alpino, piene di soddisfazione per gli organizzatori e per i responsabili nazionali dello sport. Questo, in sintesi, il risultato del 45° campionato nazionale di tiro a segno di carabina libera e del 31° campionato nazionale di tiro a segno di pistola standard che si sono svolti a Treviso. La partecipazione ha avuto numeri da record: 103 tiratori nella specialità di carabina e 110 in quella di pistola, in rappresentanza di 24 Sezioni ANA provenienti principalmente dal Nord Italia. Verona è stata la sezione più numerosa con 29 atleti, mentre 15 sono stati quelli della Sezione ospitante. Menzione speciale per gli alpini abruzzesi - giunti da più lontano - presenti con 6 tiratori.
Per un'Italia migliore
Negli anni 1957-58 ero nella Compagnia trasmissioni della Tridentina in Alto Adige. Nel novembre del 1958 mi trovavo in servizio di pattuglia sulla tratta ferroviaria all’altezza di Vandoies, per Brunico. Ad un certo punto sentii una raffica di mitra sparata ad altezza uomo che ci sfiorò le spalle.
Pace non pacifismo
Noi molte volte siamo abituati ad un pacifismo banale del “...vogliamoci tutti bene”. Io, molto tempo fa, mi sono laureato in filosofia a Torino ed uno dei miei migliori maestri si chiamava Norberto Bobbio, insegnava filosofia del diritto e della politica.
AOSTA – Addio alla Testafochi
Il gen. Antonio Maggi, comandante del Centro Addestramento Alpino, ha consegnato le chiavi della caserma Testafochi al presidente della Regione Autonoma Valle d’Aosta, Augusto Rollandin. L’atto simbolico ha segnato il passaggio di proprietà della struttura destinata ad accogliere l’Università della Valle d’Aosta, e ha sancito la fine della storica caserma di Aosta che ebbe inizio nel lontano 1887 con la costruzione della “caserma alpina” al Plot, l’antica piazza d’armi cittadina.
In breve – nov 2014
Notizie in breve.
MONZA – Attorno a un tavolo
“Ad excelsa tendo”. Il motto del 7° Alpini campeggia nella sezione di Monza sopra gli stemmi delle cinque Brigate. Con immodestia ci eravamo prefissati di chiudere la serie di tre conferenze sulla storia degli alpini invitando tutti i presidenti dell’ANA non solo per un titolato intervento sui temi proposti, ma soprattutto per “tirare la volata” all’incipiente raduno del 2° rgpt. Ebbene, sala strapiena di penne nere e serata riuscitissima giovedì 12 giugno, grazie soprattutto alla innegabile oratoria e affabilità dei tre presidenti: l’attuale Sebastiano Favero e gli emeriti Corrado Perona e Beppe Parazzini. Il tema era: “L’ANA ieri, oggi e domani”.
“Ciao, San Carlo…”
Impossibile dimenticare il 25 ottobre del 2009: l’immagine della folla di fedeli raccolti a Milano, in piazza del Duomo, per assistere alla beatificazione di don Carlo Gnocchi. La sua opera, la sua baracca come la chiamava lui, rappresenta ancora oggi l’eredità più bella. La guerra, il dramma della ritirata, le immagini di morte e distruzione cessarono di tormentare l’animo di questo grande uomo solo quando i suoi occhi poterono posarsi sui volti sereni dei suoi mutilatini.
L'ignoranza che nuoce
Durante una escursione in montagna mi sono trovata in contatto con alcuni esponenti della vostra Associazione legati alla Protezione Civile. Nel bel mezzo di una discussione sull’immigrazione nel nostro Paese, una signora, che indossava la divisa della sezione di Monza e si vantava di essere degna portatrice della penna nera, si è esposta in modo chiaramente razzista, arrivando allo squallore di frasi come: «Negri di m…» e «Li ucciderei tutti», ripetute più volte e con viva convinzione.
Sapore alpino
«Mamma, ma gli alpini sono importanti?», chiede il piccolo Francesco, indicando quelli della “Veja”, in sfilata ad Omegna tra due ali di folla festante. Sono state tante le manine che hanno applaudito, alcune erano addirittura dipinte bianche, rosse e verdi su di un grande striscione appeso alla cancellata: “I bambini della scuola Fossalone salutano gli alpini”, c’era scritto. Altre, alzate al cielo in segno di vittoria, sono state quelle dei bambini che hanno camminato cinque ore in montagna, da Roccapietra, con le penne nere della sezione Valsesiana, capitanate da Valter Stragiotti.
Onori ai Caduti d’oltremare
Il 5 ottobre la sezione di Bari ha organizzato e condotto l’annuale pellegrinaggio al Sacrario Militare dei Caduti d’Oltremare che è anche sede del museo dei cimeli di guerra. La struttura, progettata dalla prestigiosa penna che fu Paolo Caccia Dominioni, ospita le spoglie di circa 75mila militari italiani – 40mila ignoti – caduti in terra straniera dal 1940 al 1945, riportati in Patria a seguito della dismissione dei cimiteri di guerra costruiti a suo tempo nei territori stranieri. I resti dei Caduti provengono dai territori dove operarono le truppe italiane durante la prima e la seconda guerra mondiale: Balcani, Africa settentrionale e Orientale, Mediterraneo.
BELLUNO – Una manciata di terra per ricordare
Furono oltre novantamila i soldati italiani morti e dispersi nella Campagna di Russia tra il 1941 e il ’43. Con una toccante cerimonia a Canale d’Agordo (Belluno), quei ragazzi, idealmente, sono tornati in Patria. Una teca con sette barattoli contenenti la terra proveniente da alcune località della Russia - raccolta dai soci del gruppo di Castiglione d’Adda - è stata collocata nel “Giardino della Memoria” di Canale d’Agordo, realizzato da Giovanni Fontanive a ricordo dei soldati agordini morti e dispersi nella Campagna di Russia.
La Madonna del Don
Le sezioni di Piacenza e Trento hanno espresso la loro devozione alla Madonna del Don con il dono dell’olio per le lampade che ardono sul suo altare, alla fine di un percorso della memoria ispirato alle figure dei nostri cappellani alpini. Nel cimitero di Montecchio Pietro Luigi Calvi ha ricordato padre Policarpo che aveva conosciuto da fanciullo essendo figlio del gen. Nanni Calvi, medaglia d’Argento al V.M. con il Tirano, che era in Russia insieme a padre Crosara.