Riuniti per crescere
L’opportunità di formare e informare i volontari sulle numerose tematiche di Protezione Civile, in primis la gestione del sisma che ha interessato l’Italia Centrale e che continua a tenerci operativi, ha suggerito un nuovo incontro a Casale Monferrato (Alessandria). Aver scelto la città di un territorio appartenente al 1º Raggruppamento è il frutto di una decisione ponderata che mira a bilanciare le diverse riunioni che si sono tenute a Motta di Livenza (Treviso) nel 2015.
La 20ª Colletta alimentare
Centinaia di volontari alpini all’ingresso dei supermercati di tutta Italia hanno collaborato alla 20ª Colletta alimentare, raccogliendo i generi a lunga conservazione donati dai clienti. Le 8.500 tonnellate di alimenti, raccolti in 12mila punti vendita, saranno distribuite nelle strutture caritative convenzionate. Il grande grazie del Banco Alimentare va ai 140mila volontari che hanno aiutato e ai 5milioni e mezzo di italiani che hanno donato.
Alla ricerca dello zio Giovanni
Tutti lo chiamano Gianni, ma il suo vero nome è Giovanni, in memoria dello zio alpino caduto sull’Ortigara. Ed è proprio qui, sulle pendici del Monte simbolo degli alpini che Gianni si trova il 15 maggio del 2006. Da un poggio vicino alla chiesetta del Lozze il suo sguardo scruta le pietraie della montagna, intento a cercare un punto che tante volte aveva immaginato, ma mai trovato: il luogo dove riposano i resti di suo zio.
Scritti… con la divisa
Qualcuno si potrebbe chiedere che senso abbia pubblicare lettere scritte dalla caserma. Comincerò facendo un breve accenno di storia militare. Al termine della Seconda Guerra mondiale, l’Esercito italiano era rappresentato solo da cinque Gruppi di combattimento dipendenti dai Comandi Alleati che nel novembre 1945 emanarono una direttiva sull’ordinamento dell’ “Esercito di Transizione”.
BRESCIA – Sul sentiero dei Padri
Le valli e le vette che fanno da corona al Monte Grappa e che quasi cent’anni fa videro i soldati italiani fermare l’avanzata austro-ungarica dopo la rotta di Caporetto, sono state lo scenario dell’annuale operazione di recupero delle testimonianze della Grande Guerra, organizzata dai bocia della Sezione di Brescia. Una quarantina di alpini con mezzi, tende e attrezzature, ha raggiunto Casara Andreon, già comando del 38º Gruppo obici pesanti campali durante la Grande Guerra e ora campo base per i volontari impegnati nel ripristino delle innumerevoli postazioni belliche presenti nell’area.
Senza barriere
I volontari della Protezione Civile dell’Ana sono particolarmente soddisfatti per il riconoscimento arrivato, alla fine di novembre, dal sindaco di Asti per quanto compiuto durante la recente Adunata nazionale nella città piemontese. Per tradizione, i volontari di Pc dimostrano il loro spiccato senso di solidarietà realizzando, ogni anno, interventi di natura ambientale e sociale da donare alla città che ospita l’Adunata.
Il memoriale della Cuneense
In prima fila i reduci Giuseppe Fornero di Busca, Paolo Merli di Vigevano, Giuseppe Falco di Cuneo, Giuseppe Bertano di Carrù e Leonardo Sassetti di Savona. «Se raccontassimo quello che abbiamo visto non ci credereste… », dice Bertano. «… del mio battaglione eravamo 400, siamo sopravvissuti in 11!». Continua Giuseppe Fornero: «Sono l’unico superstite dei 170 artiglieri del gruppo.
La memoria sfragiata
Il mio paese è posto sulla sponda del Lago di Garda ed era, cento anni fa, l’immediato retroterra del fronte sul confine tra l’Italia e l’Impero austroungarico che correva sullo spartiacque. Sono zone in cui si combatté per tutto il periodo della Grande Guerra. Oltre cinquant’anni fa, nella frazione Vesio, su iniziativa del locale gruppo alpini, venne edificato un monumento dedicato ai Caduti di guerra.
A difesa della Patria
Bellissimo e godibile il tuo editoriale di novembre. Che, siccome in Italia non si parla d’altro da mesi che di cambiare la Costituzione, riporta in auge l’articolo della Carta del 1946 che recita “La difesa della Patria è sacro dovere di ogni cittadino”. Sacro tanto più per gli alpini.
Divieti della burocrazia ecclesiastica
Nel numero di novembre nelle lettere al direttore risuona a voce alta quella di Dario Burresi sulla lettura della Preghiera dell’Alpino alle cerimonie religiose, invitando gli alpini (giustamente) a interloquire prima con l’officiante su cosa e come adducendo poi di cambiare chiesa o parroco (come se fosse facile) in presenza di qualche ostracismo. Per mia curiosità ho sentito in merito il parroco di un Comune vicino al mio, il quale, con sermone ben preciso, motivato e supportato pure da documentazione di canonica si è espresso categoricamente per il no.
Il coraggio non trema
A cavallo fra Umbria, Lazio, Abruzzo e Marche, sta la parte nascosta dell’Italia più colpita dal sisma del 24 agosto 2016. Amatrice, Norcia, Accumoli, Arquata del Tronto e le loro tantissime frazioni hanno subito danni gravi, risultando in gran parte rase al suolo. Una notte tragica nel racconto di un testimone. «Siamo stati svegliati in piena notte da quella terribile, singola scossa, e siamo vivi per miracolo», mi racconta Stefano Piergiovanni che era ad Arquata del Tronto con sua moglie Lidia e le sue figlie Monica e Ludovica.
La Milano che non ti aspetti
Era il 1955. La guerra era finita da dieci anni, ma le ferite bruciavano ancora. In un freddo giorno di dicembre, al civico tempio di San Sebastiano, padre Giovanni Brevi celebrava la prima funzione per i Caduti. Tutti i Caduti, comunque fossero stati inquadrati. A volere la cerimonia un giovane avvocato, sottotenente degli alpini, battaglione L’Aquila, divisione Julia. Si chiamava Giuseppe Prisco. Il Peppino, il nostro Peppino. Se ne è andato ormai da quindici anni, era la notte del 12 dicembre 2001. Parlando della Messa una volta mi disse che «a quella prima celebrazione i presenti erano poco più di cinquanta… non solo alpini, ma anche bersaglieri, fanti, artiglieri…».