Lo sguardo del reduce
Anzitutto mi debbo complimentare per la pazienza che dimostri in alcune delle tue risposte; inoltre, per tranquillizzare il Presidente della Sezione di Domodossola, premetto che questa mia è frutto del mio pensiero e il direttivo della mia Sezione non c’entra, quindi mi sento libero di esprimermi e implicitamente autorizzato a farlo. Scrivo perché mi ha colpito l’espressione del reduce Angelo Viviani sulla copertina dell’ultimo numero de L’Alpino.
L’impegno continua
È ormai pronto il palinsesto delle esercitazioni dei quattro Raggruppamento che, nel corso del 2018, vedranno impegnati i volontari della Protezione Civile dell’Associazione Nazionale Alpini. Come sempre, un programma intenso che andrà a coinvolgere tutte le specialità della nostra Pc. Aprirà il calendario delle esercitazioni il 3º Raggruppamento, con l’“Esercitazione triveneta del centenario”, in programma a Vittorio Veneto dal 13 al 15 aprile.
La guerra in un museo
Il Museo Storico Italiano della Guerra è stato forse il primo Museo in Italia a radunare e raccogliere i cimeli di un conflitto che ha segnato la storia dell’Europa per tutto il Novecento. Ospitato nel Castello di Rovereto - città che durante la guerra fu evacuata e bombardata - venne inaugurato nel 1921 da Vittorio Emanuele III diventando da subito meta di cittadini, combattenti, studenti, famiglie.
ABRUZZI – Paganica ricorda Francesco Rossi
Al centro parrocchiale San Giustino di Paganica si è svolto il convegno storico - con annessa presentazione di un libro sulla Prima Guerra Mondiale - sulla figura della Medaglia d’Oro al Valor Militare col. Francesco Rossi, nato a Paganica, a cui sono intitolate due caserme alpine.
L’autorizzazione a pubblicare
Note d’autore
“Quello là sulla destra, sotto il golfo delle colline impicciolite che fuma è il mio paese. Bisogna sedersi per terra, aspettare che sembri tutto vero” (da “Libera nos a Malo” di Meneghello 1922- 2007). Il nome del paese così meravigliosamente descritto dal grande Meneghello è Malo, un gioiellino incastonato tra le vallate, ricco di storia, arte, cultura; una corona superba di cime lo circonda più in alto, il Pasubio, il Carega.
Il cappello in eredità
Mi piacerebbe pensare che un domani il mio, e se vi piace i nostri cappelli alpini, possano andare di diritto ad uno dei figli, senza distinzione di sesso, ereditandone loro la responsabilità alpina di conservazione e preservandone cosi, anche la tradizione. Un bell’atto, quasi notarile, stipulato sotto il tetto di casa.
SVIZZERA – Il 4 Novembre a Ginevra
La cerimonia del 4 Novembre è decisamente la manifestazione italiana più seguita a Ginevra. Incuranti delle severe intemperie, una fortissima partecipazione ha invaso le due cappelle del centro funerario di St. George. Organizzata dal Gruppo di Ginevra, la manifestazione di puro patriottismo riuscita anche grazie all’indulgenza del Dio degli Eserciti che ha scatenato le ire del cielo solo dopo la conclusione della cerimonia.
Bravi ragazzi!
Il fiume Enza, gonfio per le piogge insistenti, rompe l’argine e allaga la piatta pianura del territorio del Comune di Brescello, devasta la frazione di Lentigione. Poche ore dopo, i volontari della Protezione Civile dell’Associazione Nazionale Alpini provenienti da diverse Sezioni di Lombardia, Veneto, ed Emilia Romagna, ben coadiuvati da alcune squadre Aib del 2º e 3º Raggruppamento, sono sul posto pronti a fare tutto ciò che serve, per portare soccorso alle popolazioni colpite.
Sul ponte di Perati
Ho letto su L’Alpino il ricordo della visita sul ponte di Perati dell’alpino Giovanni Zarpellon e il tuo commento sulla necessità “di investire maggiormente sullo studio di quanto accaduto in quelle terre”. Concordo quando scrivi che “Baskim, con gli alpini, riesce sempre a far rivivere momenti di grande intensità”. Anch’io sono stato lì con Baskim e in quel posto per noi sacro, vi ho posto un guidoncino del Gruppo di Riva del Garda.
“Non passa lo straniero”
Scrivo in merito alla parola “straniero” nella lettera di Beppe Parazzini su L’Alpino di dicembre. Arguta, originale e persino inquietante l’osservazione del Presidente emerito. Risveglia in me due considerazioni. La prima si appoggia alla “saggezza del poi” ossia, si potrebbe dire, dovevamo pensarci prima, almeno una settantina di anni fa e il problema “emigrazione” forse non sarebbe assurto ai livelli che oggi constatiamo.
L’acropoli degli alpini
La montagna di Trento, il suo “Doss”, è nel cuore dei trentini e durante l’Adunata ospitata dalla città sottostante sarà anche scenario di eventi ed emblema di storia e cultura. In attesa del nuovo Museo nazionale storico degli Alpini, che sarà ristrutturato e ampliato. Il Doss Trento o Verruca è un massiccio che si eleva sulla spianata dell’Adige con un’altezza media fra i 290 e i 300 metri. È caratterizzato da pareti verticali che l’hanno reso, sin dai tempi più antichi, una fortezza naturale quasi inespugnabile.