Amici degli alpini
Recentemente il nostro Capo Settore ha esposto al nostro Gruppo per la discussione, le proposte di modifica al regolamento dello Statuto che riguardano gli aggregati e gli amici degli alpini. Il nostro Gruppo, pur riconoscendo con gratitudine ed affetto il valido e concreto aiuto che i suddetti offrono volontariamente ai Gruppi, ha votato no all’unanimità a tale proposta.
Solo bugie
Chi scrive è un ex del 3º/’67, che ha perso la confidenza con la penna. Essendo a riposo forzato per via di una gamba rotta mi diletto con la lettura. Giorni fa ho finito di leggere il libro “Terroni” di Pino Aprile e sono stato colpito da questa frase: «… certo non aiuta proporre che nel Corpo degli alpini i settentrionali abbiano un bonus di 500 euro e i meridionali no; che vada in galera chi butta le carte per strada, ma solo se napoletano…».
Sul Maggiore Sora
Le scrivo queste poche e sincere righe per esprimere il mio parere in merito alle presunte responsabilità del maggiore Sora, che tanto eco hanno ultimamente sulla stampa alpina. Non voglio assolutamente polemizzare con nessuno, ma il maggiore Sora era sì un comandante di battaglione, ma era solo un Maggiore, che doveva rispondere ad ordini impartiti da ben altri comandi, non il suo! Ciò in merito ai fatti accaduti in Africa che ben tutti conoscono.
Ce n’era proprio bisogno
Una sanzione assurda
Caro direttore, siamo all’assurdo: leggo che il sindaco di Castiglione d’Intelvi ha multato il parroco, don Giovanni Meloni, per aver occupato abusivamente il suolo pubblico, durante la cerimonia di benedizione del monumento di Caduti. Commenti? Nessuno, la notizia si commenta da sé. Buon lavoro.
Giancarlo Angelini - Riva del Garda
Sulla coralità alpina
Ho letto con estremo interesse e molta attenzione l’articolo “Cantare sempre, cantare ancora” riguardante i canti alpini, i Cori e le loro problematiche, apparso sul numero di dicembre de L’Alpino e sinceramente me lo aspettavo che prima poi l’Ana attraverso i suoi bravi Maestri di corali e il suo più celebre armonizzatore Maestro Bepi de Marzi, aprisse un dibattito serio sulla musica alpina e la sua naturale evoluzione.
La memoria che insegna
Caro direttore, mi chiamo Mario, amico degli alpini e nipote di alpino. Come ogni anno nelle festività mi trovo a visitare mia suocera a Pysarivka nei pressi di Volocysk in Ucraina centrale. Camminando in questa immensa pianura mi sono sentito a disagio, come fuori posto. Oggi ci sono 23 gradi sotto zero, e io sono qui ben coperto con cuffia e guanti.
Vestito di nuovo
Oggi ho ricevuto L’Alpino. Sono un alpino del 2º/’40. Da 53 anni sono iscritto al Gruppo di Borgo Casale (Vicenza). Vi faccio i miei complimenti per la nuova veste de L’Alpino. È meraviglioso. Ultimamente lo guardavo solo di sfuggita. Oggi l’ho letto con molto interesse. Continuate così. Vi ringrazio.
Giovanni Gecchele
Bravi!
Cari amici della redazione, bella la veste grafica e come sempre eccellenti i contenuti. Bravi!
Alberto Tofful
Un compagno di viaggio
Buongiorno, mi chiamo Luca Sevega, ogni mese aspetto l’arrivo de L’Alpino e non appena aperto, lascio che mi accompagni, con i suoi articoli, nelle storie e nelle cronache recenti e passate di uomini e donne che in qualche modo hanno tracciato e scritto la storia e da cui, tutti noi, dovremmo cogliere il valore dei loro gesti, delle loro lotte, ideali, sacrifici e delle tradizioni.
Quali repertori per i cori Ana?
Non posso che rallegrarmi per la felice idea di organizzare un convegno per il canto alpino, annunciato su L’Alpino di dicembre 2015. Concordo con i dubbi espressi all’inizio dell’articolo: “Canti degli alpini, sugli alpini o canti di montagna?”.
Ingiuste accuse
Caro direttore, mi riferisco all’articolo “Pellegrinaggio a Milovice” pubblicato sul numero di gennaio 2016, articolo che ha suscitato in me stupore e disappunto per alcune omissioni che vi ho potuto riscontrare. In particolare, la descrizione dell’evento non fa alcun cenno al ruolo svolto dall’Associazione che ho l’onore di presiedere, in quanto si è limitata a segnalare che il “console Filippo Imbalzano ha scoperto una targa commemorativa…”.