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venerdì, 2 Maggio 2025

La strage di Vergarolla, per non dimenticare!

Ci sono morti che fanno rumore e morti che scompaiono tristemente nel silenzio. D’altra parte una legge non scritta vuole che la storia venga fatta dai vincitori e che si ricordino soltanto gli orrori perpetrati dai vinti. Sono stati necessari sessant’anni perché venisse istituita la Giornata del Ricordo e venissero riconosciuti gli orrori delle foibe, accuratamente nascosti fino ad allora in attesa che il tempo eliminasse gradualmente i testimoni e cancellasse ogni memoria; dobbiamo essere grati al pragmatismo dell’on. Violante che, di fronte alle richieste delle Associazioni degli esuli, che chiedevano che la storia delle foibe fosse inserita nei libri di scuola unitamente alla storia della resistenza, rispose “in effetti il muro di Berlino è caduto, non c’è più motivo di nascondere la verità”. 

Raccontare la storia

Sono la moglie di un alpino e ho letto con estrema soddisfazione il suo editoriale sulla storia. L’ho insegnata per 40 anni ma forse, come dice lei, tutto è nato da un padre che ogni sera mi raccontava la storia che viveva giorno per giorno; da Portella delle Ginestre all’invasione dell’Ungheria, dalla sua prigionia in Algeria (7 anni) alle prime elezioni repubblicane.

L'amaro in bocca

Il nostro giornale da tempo ha cambiato veste, è un piacere leggerlo, piacere che come ogni mese assaporo con gioia. Dato che lei ne è il direttore non può però esserle sfuggito anche quanto sia cambiato in un particolare che personalmente non condivido troppo, o se devo essere sincero proprio per niente. 

Simboli indelebili

Certe impressioni sono destinate a non fuggire mai dalla memoria, soprattutto quelle che viviamo in prima persona e non importa che siano fugaci o inaspettate, lasciano il segno comunque. È successo a Edolo mentre passavamo in una via laterale con pochi turisti e qualche parente dei tanti alpini che si ritrovano in quel paese tra le montagne, ogni cinque anni. 

Una richiesta per Costalovara

Buongiorno direttore, volevo passare qualche giorno a Costalovara purtroppo però non sono ammessi i cani. Lo so che per molti sarà un problema stupido, ma a mio parere questa è una negatività, un “non segno” di civiltà. Credevo che l’accoglienza degli “amici pelosi” fosse ormai un chiaro segnale di civiltà, ma a Costalovara non la pensano così! Grazie.

Una preziosa sostenitrice

Sono passati quattro anni da quando mio marito Enzio è “andato avanti”, quattro anni molto dolorosi e vuoti della sua presenza e del suo sorriso. Assieme a lui partecipavo alle varie manifestazioni e progetti che il gruppo degli alpini di Vigonza organizzava con entusiasmo.

La terra che trema

È arrivato... quando non ci pensiamo e quando meno ce l’aspettiamo, si fa sentire con tutta la sua violenza, la sua brutalità, portando disperazione terrore e morte... Noi gente del Friuli ne sappiamo qualcosa, oggi è successo nel centro Italia, gli alpini friulani, i nostri alpini ormai in congedo da anni, sono già lì... ecco questi sono gli alpini.

La ricetta dell'ufficiale medico alpino

Questo è un racconto per chi ha fatto il servizio militare, ma in realtà è un racconto per chi intende la vita come un servizio. Ho fatto il militare negli alpini come ufficiale medico.

Ricordi di una nonna

Caro direttore, prima di tutto la ringrazio per avermi spedito i numeri che mi mancavano del vostro giornale, non vedo l’ora di leggerlo e rileggerlo perché le sue pagine mi riempiono di orgoglio.

I canti degli alpini

Caro direttore, ho letto con attenzione le due relazioni relative al convegno sulla coralità alpina. È bello questo interesse, è positivo, è importante. Ascolto molto frequentemente i nostri canti alpini, con la presenza a concerti, l’audizione personale e familiare di cd o dischi, e canto volentieri, estemporaneamente e convintamente, alle nostre Adunate. 

Questioni di famiglia

Caro direttore, spero di non essere diventato un visionario e le invio queste mie sintetiche considerazioni. Il nostro Presidente mi sorprende quando nell’editoriale del luglio scorso afferma che sarà il presidente di tutti, evidenzia la necessità di costruire all’interno un clima di maggiore serenità e invita a tenere atteggiamenti che non ledano la dignità delle persone, seppure in un confronto dialettico chiaro e leale. 

Occhio alla "libretta"

Carissimo direttore, sono Ornello Capannolo, già vice Presidente nazionale. Vorrei esprimere il rammarico che provo nel partecipare a numerose manifestazioni organizzate dall’Ana per come viene usato il cappello alpino in alcune circostanze.

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