Sottotenenti… sottostimati?
Ho avuto l'impressione che gli ex AUC della SMALP riescano scomodi all'ANA. Forse in alcune occasioni i sottotenenti (Sten) sono poco funzionali ai disegni dell'Associazione; ma, nel momento in cui non indossiamo più le stellette, dovremmo tenerci cara la non uniformità di pensiero. Gli alpini Sten sono un po' diversi dagli alpini soldato perché hanno vissuto l'esperienza militare in maniera diversa: gli uni a dare gli ordini, gli altri a eseguirli. Ci sono, è vero, elementi negativi fra noi, ma si tratta di eccezioni: la stragrande maggioranza è costituita da alpini, talché, una volta smessa la divisa, non ci sono più distinzioni di grado, si è tutti alpini. E allora perché rimarcare le differenze e appuntarvi il dito,
anziché accettarle, perché non dare un minimo di risalto a chi il nostro sentire alpino non lo ha dimenticato?
Filippo Rissotto
A me non sembra che l'ANA tenga in scarsa considerazione gli Sten; tu non tieni conto di quanto è stato scritto sulla nostra rivista in vostra difesa con articoli, in Zona franca, nelle lettere al direttore. L'ANA considera una delle peggiori jatture l'aver abolito la figura dell'ufficiale di complemento, una categoria che ha retto tre guerre di indipendenza, due guerre mondiali e tre avventure africane al fianco dei colleghi effettivi dei vari gradi.
Dire, poi, che essi non rientrano nei disegni dell'ANA significa non riconoscere al nostro presidente Parazzini (sten a sua volta!) il coraggio di aver affrontato a viso aperto i politici del passato e del presente.
Il tuo pregevole scritto trae origine anche dalla perplessità manifestata dal CDN circa lo sfilamento, in blocco a parte, degli Sten alle nostre Adunate: ma non è previsto che gruppi di alpini sfilino fuori dalle proprie sezioni anche se, lo riconosco, vedervi sfilare è un piacere per gli occhi, almeno per quelli di un vecchio militare quale io sono. Ma, sempre da vecchio militare, penso che i regolamenti vadano osservati.
Quanto al fatto che, smessa l'uniforme si è tutti alpini e basta, pienamente d'accordo: ma quello che ci rende veramente straordinari e che chiunque di noi, pur entrato in confidenza con quello che è stato suo superiore, non ne aprofitta ma mantiene con lui rapporti di costante rispetto.
Quel credo sull'attenti
Ho letto della penosa vicenda del sindaco di Taipana. Torna d'attualità un divertente episodio di cui sono stato attore e che ancora oggi mi fa sorridere. Nell'ottobre 1953, tenente effettivo di prima nomina, comandavo la 13ª batteria del Lanzo schierata proprio a Platischis (Esigenza Trieste).
Un giorno un artigliere se la prese in maniera violenta con il Padre Eterno. Volli punirlo, ma come, in quelle condizioni?Si era praticamente al fronte. Mi venne un'idea: gli ordinai di imparare a memoria il Credo ; dopo tre giorni, radunai la batteria e glielo feci recitare sull'attenti. Il caso volle che il parroco di Platischis passasse di lì proprio in quel momento: egli mi gratificò di un largo sorriso e di un amichevole gesto della mano. Da quel giorno, per due mesi di permanenza, la batteria ebbe le più calorose manifestazioni di simpatia da parte sua.
Ludovico Lombardi Lussemburgo
Mio caro e indimenticato scelto di Accademia, come sono cambiati i tempi! Immagina se lo facessi oggi: chi ti salverebbe dalle ire funeste di tanti garantisti in servizio permanente, cristiani e non?
Il coro ANA Bari
Faccio parte del coro ANA di Bari. Il nostro maestro è Piero Polieri che ci ha trasmesso tanta grinta nelle sue interpretazioni da farci incidere un CD nel silenzio di una chiesa dalle 23 alle 3 del mattino, per cinque giorni consecutivi. È stata un'impresa per noi della Puglia, la cui collina raggiunge al massimo i 400 metri di altitudine. Ma ne è valsa la pena: ne siamo felicissimi.
Vincenzo Oriolo Bari
Dimostrazione chiara e lampante che l'alpinità non conosce nè latitudine nè... altitudine. Realtà confortante per tempi precari come gli attuali.
Prima alpina sul podio
Il 29 dicembre 2002 a Semmering (A) nella prova di slalom di Coppa del mondo, Nicole Gius, di Silandro (Bolzano), alpina al Centro Sportivo Esercito di Courmayeur, è giunta terza.
È la prima volta che una ragazza/alpina sale sul podio in una competizione a livello mondiale.
Renato Angonese
In effetti Nicole ha centrato per prima, in assoluto, un così prestigioso obiettivo. Ora aspettiamo il primo posto.
Grazie agli alpini di Valgatara
Gli alpini di Valgatara non si smentiscono mai: basta una telefonata per metterli in azione. Come gruppo missionario ci serviva un tetto per allestire un mercatino
familiare a scopo benefico. Detto fatto: gli alpini mettono a disposizione il tendone, lo montano, sistemano l'energia elettrica, portano tavole e panche: a noi resta solo di gestire il mercatino e con il ricavato aiutare il nostro missionario don Daniele che opera in Cile. Gli alpini si ripetono anche quest'anno e questa
volta tocca a don Francesco in Argentina. Questa testimonianza è solo un piccolo ringraziamento per l'aiuto ricevuto.
Rita Moscogiuri Valgatara (VR)
Ormai ho finito di stupirmi: negli alpini, a qualsiasi sezione appartengano, l'ansia di aiutare il prossimo è tale da mettere in imbarazzo persino un santo. Mai come in queste occasioni vale per loro il motto di D'Annunzio: 'Io ho quel che ho donato'.
Il 4 Novembre in Francia
Ogni anno, il 4 novembre, su invito del presidente dei combattenti e reduci di Tolone (Francia), Carmelo Manto, mi reco al cimitero franco italiano di Saint Mandrier di fronte alla rada della città. L'anno scorso all'elevazione chiesi il permesso di cantare l'inno al Piave, adagio, in sordina; e l'ho fatto anche
quest'anno aggiungendovi Monte Grappa . Da oltre 50 anni sono emigrato in Francia.
Marco Baraldin Tolone
Sei degno del massimo elogio perché hai scelto la via migliore per onorare la memoria dei Caduti, non importa di quale Nazione. Il canto, di tutte le arti, è quello più vicino al popolo perché tutti lo possono coltivare.
Canta ancora in quell'occasione: avvicinerai ancor più a Dio i soldati Caduti
per la loro Patria.
No global e dintorni: il dibattito continua
Anche l'ANA alla colletta alimentare
Ho partecipato alla colletta alimentare. Sul quotidiano Il Sole 24 Ore del 25 novembre è stato pubblicato un articolo sull'argomento molto ben documentato. Ma c'è un ma: purtroppo non è stata citata l'ANA che da anni collabora concretamente al raggiungimento degli obiettivi prefissati. Auspico che ciò accada per il futuro: ciò sarebbe in armonia con la volontà, più volte espressa in ambiente alpino, di dare visibilità al nostro operato.
P.G. Serpini Vedano Olona (VA)
Siamo alle solite: i giornali nazionali, a differenza di quelli locali, hanno un'autentica idiosincrasia a citare gli alpini; eppure i maggiorenti del Banco Alimentare, presidente Lucchini in testa, sono i primi a riconoscere che la presenza delle penne nere all'uscita dei supermercati, in tre anni, ha fatto aumentare di più del doppio il ricavato in generi alimentari.
I Caduti del Gemona
Chi le scrive è una mamma di cinque figli: i tre maschi sono stati alpini nella Tridentina; mio marito è amico degli alpini . Mi sono commossa leggendo l'articolo del numero di settembre, a pag. 25, sui Caduti del Gemona, perché anch'io ho perso il mio papà in quella tragedia; egli era della Julia, battaglione Gemona ed era sul Galilea.
Non fece più ritorno e non mi ha mai potuto conoscere: all'epoca avevo solo due anni e quindi non ho ricordi né memorie, sebbene la mia povera mamma abbia parlato spesso del mio caro papà. Lui è stato ripescato nelle acque dell'Adriatico ed è stato sepolto a Gallipoli (Lecce).
Giovanna Moscon Calovi Bolzano
Quante infinite, terribili tragedie comporta una guerra! Monelli scrisse che essa era bella ma scomoda ; né l'una né l'altra: è solo un mostro insaziabile. Come figlia di un Caduto del Galilea ha tutta la mia commossa solidarietà.
Il nostro cappello e i politici
La missione in Afghanistan
Tradizione alpina
Verissimo quanto dici nel tuo articolo Tradizione alpina a proposito dell'unica volta che gli alpini furono schierati sulle Alpi. Ma noi saremmo stati sempre pronti in ogni circostanza; l'ultima, ne ricorre il 50º nel 2003, ha per me l'indimenticabile
esperienza dell' Esigenza T , l'emergenza per Trieste nel 1953.
Mi sovviene l'entusiasmo, la compattezza, la preparazione, lo spirito di adattamento dei reparti e degli alpini e il grande sostegno morale e materiale delle popolazioni della frontiera orientale e dell'ANA. A mio parere una pagina da non dimenticare e, soprattutto, da non sottovalutare.
Sergio Colombini Verona
Io, tuo cappellone di Accademia, non vissi quell'esperienza, rintanato con il mio corso a Torino per completare gli studi, ma la seguii sui giornali rammaricandomi di non essere al fronte .