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domenica, 25 Maggio 2025

Grazie alla naja

Giugno, luglio, agosto 1950: campo estivo fra i picchi di Sennes, di Fanes, del Bechei e del Varella, poi nell’Ampezzano e nel Cadore. Al comando di battaglione, dove opero, viene aggregata una postazione del Genio Alpino composta da un sottufficiale e due alpini con relativa radio-ricetrasmittente.

Quei manifesti senza logo

Chi ti scrive è l’anziano presidente della sezione di Francia dell’ANA, posto che ho occupato da ben 26 anni. Sono in pensione, e ritorno in Italia con vero piacere abbastanza sovente per vedere mia mamma che è ormai alla soglia dei 94 anni in provincia di Treviso, e più precisamente a Nervesa della Battaglia.

Quegli alpini che ci salvarono la vita

Ai primi di marzo del 1984, in viaggio di nozze, scendevamo in macchina sulla strada che porta da Dobbiaco a Bressanone quando ad una curva, per il ghiaccio, persi il controllo della macchina finendo in pericoloso bilico su una scarpata.

Gli evangelisti dei nostri ricordi

Caro direttore, oggi è stata una dura giornata di lavoro in campagna, siamo a gennaio, ed è ora di andare a dormire, ma mia moglie mi dice che nella cassetta della posta c’è L’Alpino e allora, anche se la stanchezza prende il sopravvento, decido comunque di leggere alcune pagine del nostro giornale per rilassarmi. Rimango folgorato dalla bellezza della foto di copertina e poi leggo l’articolo “Abbracciarsi ancora” di Mariolina Cattaneo.

Riscoprirsi alpini

Lo spunto per scriverle mi è venuto dalla lettura dell’articolo “capitano quaquaraqua” de L’Alpino di novembre firmato da Gianluigi Amici e in proposito avrei anch’io qualcosa da aggiungere a riguardo.

C'era anche la Julia

Egregio direttore leggo sempre con molto interesse i vostri articoli e le storie che riguardano gli alpini in armi e non. Come ogni anno acquisto il calendario degli alpini che poi conservo assieme ai miei ricordi di quando ho svolto il servizio di leva. Nel lontano 1993/94 ho partecipato orgogliosamente da volontario alla missione “Albatros” in Mozambico di cui cade in questo periodo la ricorrenza del ventennale.

Ricordare le foibe

È stata celebrata, molto in sordina, la giornata in ricordo delle foibe: nel maggio del 1945 l’Italia festeggiava con gli angloamericani la fine della guerra, ma a Trieste, Gorizia, Pola, Fiume e Zara la liberazione era ben lontana.

I superstiti del Monte Marrone

Il segretario nazionale dell’ANA gen. Silverio Vecchio mi ha informato che il 70° di Monte Marrone figurerà tra le manifestazioni ufficiali 2014. Alla Messa di Natale in Duomo, sul sagrato, alle spalle del presidente sezionale Boffi, eravamo in tre ufficiali del btg. “Piemonte”, praticamente i soli superstiti, o quasi, degli 800 alpini che hanno preso parte prima all’occupazione di sorpresa, senza colpo ferire, all’alba del 31 marzo 1944, di tutte le creste di Monte Marrone, poi alla difesa, all’alba del lunedì di Pasqua del 10 aprile 1944, dal furioso contrattacco dei Gebirgsjäger della Edelweiss.

Conviviamo pacificamente

Alpino dal 1964, naja in Piemonte, residente da sempre in Lombardia ma frequentatore assiduo dall’inizio degli anni ’70 del Trentino (Valli Judicarie), con qualche puntata in Alto Adige, rare per diversi anni per l’ambiente ostile riscontrato e più frequenti ora in una situazione un po’ (mai troppo) ammorbidita (naturalmente è un’opinione personale).

Un alpino "ecumenico"

Pregiatissimo direttore, ho letto l’articolo “alpini e basco” nel numero di dicembre 2013 e la cosa mi ha rispolverato un piacevole ricordo della naja. Deve sapere che avrei preferito andare nei carabinieri ausiliari, visto che padre e nonno ne avevano fatto parte, in alternativa l’alpino... ma nel 1968 il destino mi ha portato a Roma dove ho frequentato la scuola allievi sottoufficiali dell’esercito, alla Cecchignola, quindi niente berretto rigido e niente penna sul cappello ma basco.

Forma e sostanza

Leggo sulla vostra rivista l’articolo relativo alla Campagna del Don e rammento quanto di quell’episodio mi raccontava mio padre che, partito con l’Armir nel giugno 1940, è tornato nel 1944. Era nei servizi automobilistici al servizio della Julia ed ha patito e sofferto quanto possiamo immaginare: è tornato con congelamento ai piedi, lesioni alla vescica, “fuori di testa”.

Grazie, dopo tanti anni

Caro Direttore, pur essendo a conoscenza del fatidico passo, leggendo sulla pag. 4 del nostro giornale di gennaio "Dopo tanti anni..." non posso che provare tanta nostalgia per un lungo periodo di collaborazione giornalistica sempre intesa a migliorare il nostro approccio con i lettori. Basile ha fatto una scelta e con lui la stessa Associazione Nazionale Alpini, personalmente ne sentirò la mancanza, tra di noi c'era molta sintonia, sincerità, franchezza e alto spirito di collaborazione.

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