“Alpini sempre, con orgoglio e senza timore”
Vittorio Trentini, che fu presidente nazionale negli anni Ottanta, compirà cent’anni il 30 marzo prossimo. Lo abbiamo incontrato nella sua casa di Bologna, dove vive con la figlia, mentre la sezione Bolognese Romagnola sta organizzando i festeggiamenti per il compleanno.
Concerto in Croazia
Correva l’anno 1967 quando alcuni alpini del quartiere San Zeno lanciarono l’idea di formare un coro. Fu presto fatto e nacque il coro alpino “San Zeno”. Renato Buselli si improvvisò maestro, avendo nel suo “zaino”, un buon orecchio, un enorme entusiasmo e la conoscenza della musica. I fondatori, poco più di una dozzina in tutto, si riunirono in una saletta dell’Antica Trattoria Tripoli ed iniziarono ad imparare le prime cante. I primi contatti con il pubblico furono ristretti agli abitanti del quartiere di San Zeno, nel teatrino della parrocchia o all’aperto. Poi, man mano che il coro cresceva di numero e di qualità, i primi concerti e rassegne corali, gli interventi alle Adunate.
In giro per castelli millenari
Bolzano è anche una città di castelli, in armonia con la sua storia millenaria. Quattro in particolare, sono da visitare.
Gli alpini nella storia d’Italia (12ª puntata)
Da due battaglioni a cinque brigate
Concluso il conflitto mondiale, l’Italia è un paese a “sovranità limitata”: il regime armistiziale e la presenza del governo militare alleato, unitamente alle difficoltà economiche dovute a cinque anni di conflitto e di bombardamenti, impediscono di affrontare la ricostruzione con la rapidità che molti vorrebbero. Entro questa cornice storica (che troverà sollievo solo con l’ingresso nell’Alleanza Atlantica del 1949), anche la rifondazione delle Truppe alpine subisce rallentamenti: dagli iniziali due battaglioni (“Piemonte” e “L’Aquila”) che avevano partecipato alla guerra di Liberazione, alla formazione delle cinque brigate che hanno costituito l’organico del Corpo sino agli anni Novanta (“Julia”, “Tridentina”, “Taurinense”, “Orobica”, “Cadore”), trascorrono otto anni.
Storia “cantata” nelle scuole a Varese
Rispetto per la natura, per le istituzioni, per le tradizioni è il leitmotiv dei canti proposti dal coro ANA “Campo dei Fiori” del gruppo di Varese, nell’ambito di un progetto patrocinato dal Comune, dalla Provincia di Varese e dalla Regione Lombardia riservato a studenti e docenti di varie scuole superiori. Il progetto ribadisce la necessità di conservare le tradizioni culturali alpine in un momento di espansione multietnica che tende a uniformare e cancellare le identità locali. Anche il canto può infatti contribuire a recuperare testimonianze e memorie del territorio cui apparteniamo, perché un uomo che non è legato alle sue tradizioni è come un albero senza radici.
Bolzano e il trilinguismo
Bolzano è una città strategica che sorge in un punto attraverso il quale si è obbligati a passare per poter raggiungere le vette, considerate tra le più belle al mondo, delle Dolomiti. Montagne che sovrastano ed insieme avvolgono l’agglomerato urbano che ospita cittadini appartenenti a tre madrelingue diverse. Escludendo gli stranieri, il 73% della popolazione del capoluogo altoatesino è di madrelingua italiana, il 26,3% di madrelingua tedesca e lo 0,7% di madrelingua ladina, una lingua romanza legata alle antiche popolazioni celto-romane stanziatesi in passato sulle Dolomiti.
Tournée “CantaMela New York 2011”
Un viaggio nelle comunità italiane nel nord-est degli Stati Uniti ha portato idealmente il coro “Brigata Alpina Julia Congedati” sulla traversata intrapresa da una moltitudine di nostri connazionali in terra americana in cerca di lavoro e fortuna. È stata una tournèe all'insegna del desiderio di portare diapositive sonore di un’Italia distante ma non lontana, del folklore delle nostre campagne e delle nostre tradizioni, della storia degli alpini, che è culminata nel 16° congresso intersezionale degli alpini del Nord America.
Ancora un alpino a Beirut
La mia generazione, ma credo non solo la mia, ha in testa un cliché degli ufficiali superiori che ricalca la descrizione fatta dall’aspirante ufficiale Ermes Rosa, nel bel libro “Arditi sul Grappa”, del primo incontro - era in leggero ritardo dovuto alla baraonda della guerra - con il comandante del suo reggimento. “Il colonnello ci guarda con i suoi occhi freddi, poi si alza con un crescendo di voce da far crollare la caverna, ci dice… insegnerò loro cosa vuol dire ubbidire sotto le armi… intanto tengano gli arresti”. Più di novant’anni dopo, all’Adunata di Torino, sfila un bel gruppo di alpini con al centro un generale di Divisione in servizio. Salutano festosi la folla che li acclama; sembrano avere appena varcato la soglia della caserma per la libera uscita.
Per Luca commozione e orgoglio
È stata una serata particolare quella che abbiamo vissuto giovedì 22 dicembre nel salone d’onore di Palazzo Cusani, sede del Circolo Ufficiali di Milano. Doveva essere la presentazione del bel libro-diario di Luca Barisonzi, La Patria chiamò, curato da Paola Chiesa, uscito per i tipi della Mursia ed invece si è trasformata in un abbraccio della città ai nostri soldati impegnati in Afghanistan. Oltre al giovane alpino Luca, gravemente ferito a Bala Murghab il 18 gennaio 2011, accompagnato dai famigliari, c’erano anche la moglie e i genitori di Luca Sanna caduto nella stessa circostanza.
Maria Luisa ci ha lasciato
Venerdì 6 gennaio Maria Luisa Ferri ci ha lasciato. Aveva 47 anni e da 25 lavorava alla nostra sede nazionale di via Marsala, all'ufficio associati. Per noi era Marilù, riservata e schiva, ma sempre aperta al sorriso. Sul lavoro era scrupolosissima. Era la voce per tante migliaia di alpini che chiamavano il suo ufficio per avere informazioni e per tanti Gruppi e Sezioni con i quali era in costante contatto.
Ricerca di testimonianze storiche sull’affondamento del “Galilea”
In occasione del 70° anniversario dell’affondamento del piroscafo “Galilea”, avvenuto nel mar Egeo la notte tra il 28 e il 29 marzo 1942, il gruppo di Muris di Ragogna (Udine) sta curando la pubblicazione di una memoria storica per la quale chiede la collaborazione di chiunque sia in grado di fornire informazioni. Il “Galilea” riportava in patria 875 alpini (di cui 650 del btg. “Gemona”) una quarantina di bersaglieri, altrettanti carabinieri, oltre a marinai imbarcati a vario titolo (una ventina), artiglieri, autieri e militari di varie armi che si recavano in licenza, per un totale di circa 1.275 uomini, compresi 75 marinai civili militarizzati. Sulla nave si trovavano anche alcuni prigionieri greci. Dal disastro si salvarono circa 280 uomini, tra cui 15 ufficiali delle varie Armi (9 erano alpini) e 19 sottufficiali (3 alpini) mentre i corpi recuperati, secondo stime rimaste provvisorie, furono circa duecento.
Alpiniadi, che passione
Riunire in un unico fine settimana e in una sola sede tutti i Campionati Italiani dell’Associazione Nazionale Alpini. È questa l’idea che ha portato alla prima edizione delle “Alpiniadi invernali”, in programma dall’8 all’11 marzo a Falcade e nei limitrofi centri della Valle del Biois. Come ha ricordato il presidente Perona, Falcade “è terra di alpini, luogo della memoria, e paese tanto caro al capitano Arturo Andreoletti, alpino e alpinista di razza, socio fondatore e già presidente nazionale dell’ANA, uomo che, più di ogni altro, ha saputo prevedere le giuste coordinate di un cammino che ci ha portato a superare i novant’anni di storia associativa con una brillantezza che, forse, nemmeno lui aveva osato sperare”.