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venerdì, 6 Giugno 2025

Nikolajewka insegna ancora

Ricordo e insegnamento: sono queste le parole che meglio esprimono il significato delle celebrazioni per il 70° anniversario della battaglia di Nikolajewka, organizzato dalla sezione di Colico. La commemorazione del 3 febbraio si è svolta in un panorama di montagne innevate e ha popolato il paese di penne nere.

Dalle Dolomiti all’Afghanistan

C’era una volta il Nucleo pattuglie sci veloci della Scuola Militare Alpina di Aosta una cui squadra, composta da un ufficiale, un sottufficiale e due militari di truppa, vinse l’Oro nel biathlon ai giochi olimpici invernali a Garmisch Partenkirchen. Sconfitte, nell’ordine, le pattuglie di Finlandia, Svezia e Austria. Correva l’anno 1936. La Scuola Militare Alpina era nata per dare uniformità di addestramento alle truppe alpine, per formare istruttori in grado di preparare i reparti al combattimento ad alte quote e per definirne vestiario, equipaggiamento, armamento e alimentazione adeguati, lacune dimostratesi evidenti durante il primo conflitto mondiale affrontato senza specifica preparazione.

La fatica che premia

Sci. Una parola dalla pronuncia facile. Essa campeggia un istante sulle nostre labbra e subito ci rimanda all’immagine consueta della montagna intatta, bianca, armoniosa su cui volare tra la varietà dei pendii, inevitabilmente pervasi da quella gioia dello scivolare cadenzato sulla pista. Ma lo sci non è soltanto svago, è soprattutto una disciplina che racchiude in sé parecchie specialità tra loro tanto diverse. Diverse come le valli e le vette in cui si praticano. Questa storia ha inizio ai piedi del monte Bianco, tra le piste di fondo della Val Ferret.

Sport è alpinità

Lo sport, come molte delle attività umane, ha diverse espressioni. Per l’atleta vittorioso rappresenta la gloria, per chi lo segue solamente è puro svago, e per chi lo pratica è rispetto per il corpo e per la mente. Oltre a tutto ciò, per gli alpini lo sport è tradizione, festa, sentimento e lealtà. Sono questi i fili conduttori dei campionati delle penne nere; ad iniziare dal fatto che ogni anno sono ospitati in un luogo diverso, alimentando in tal modo non solo la forza organizzativa dei Gruppi ma anche il confronto con le istituzioni e gli enti territoriali, essenziali per lo svolgimento delle gare.

“Fuarce Cividat”, oggi come ieri

Quanti hanno fatto la naja ricordano che con il brutto tempo i comandanti erano soliti ripetere “l’alpino non è solubile in acqua”. Quella sensazione di freddo e di umido se la sono regalata le migliaia di persone che hanno affollato Chiusaforte e Cividale del Friuli il secondo fine settimana di gennaio in occasione del 17° raduno del battaglione “Cividale”. Migliaia hanno sfidato il freddo vento delle valli e la pioggia ghiacciata per sfilare lungo le vie della città ducale (così è conosciuta Cividale) quest’anno dietro la loro Bandiera di guerra che, per la solennità della cerimonia, è giunta dal Vittoriano di Roma dov’è custodita.

Ridanno dignità ai cippi dimenticati

L’idea gli venne da un incontro con Cristiano Dal Pozzo - classe 1913, reduce della Campagna d’Abissinia - avuto a Bolzano nei giorni dell’Adunata nazionale: “Chi cura e restaura una lapide, un cippo, un monumento - aveva detto il reduce - fa rinascere lo spirito dei valorosi soldati ai quali sono dedicati”. Una frase buttata lì durante un breve colloquio che Claudio Zen ha a lungo meditato.

Missione Albatros 20 anni dopo: ritroviamoci a Piacenza

Appuntamento all’Adunata nazionale di Piacenza nei giorni 10, 11 e 12 maggio per tutti gli alpini che nel 1993-’94 parteciparono alla Missione Albatros, in Mozambico. Sabato 11 maggio, a partire dalle ore 15, ritrovo alla “Cittadella degli Alpini” presso il Campo “Daturi”, dove verrà allestita una mostra con mezzi, materiali e fotografie della missione Albatros. Domenica 12 maggio, inquadrati nel sottosettore “Albatros”, sfileranno insieme ai loro comandanti.

Premiati il lavoro e la famiglia

Sabato 5 gennaio ad Arcade, la palestra comunale ha ospitato la premiazione del concorso letterario internazionale “Parole attorno al fuoco”, bandito per un racconto sul tema “Genti, soldati e amanti della montagna: storie e problemi di ieri e di oggi”, dal gruppo alpini di Arcade e dalla sezione di Treviso (con il patrocinio della Regione Veneto, della Provincia di Treviso, dei Comuni di Treviso e Arcade e della sede nazionale ANA).

Rinuncia alla vita per regalarla a un altro

Walter aveva sessantotto anni, faceva il pastore in Val Divedro, in terra di confine con la Svizzera. Un mestiere appreso dal nonno. Vita semplice e dura, sentimenti di cristallo, purezza montagnina. Alpino. Un uomo di sobrietà antica, mai nulla da chiedere, sempre molto da dare. Abitudinario, contemplativo, disponibile. A chi capitava d'incontrarlo sugli alpeggi, e di chiedergli incuriosite notizie sul suo insolito travaglio, rispondeva esaustivo, con la paziente lentezza della cultura contadina. Parole sagge, spicce, utili. Walter viveva da solo, ma senza patire la solitudine. Amici, benevolenza, riconoscimenti.

Andar per arte e storia

Piacenza, città d’arte con poco più di centomila abitanti, è nella provincia più Nord-occidentale dell’Emilia Romagna, in riva al Po, fiume che segna il confine con la Lombardia. È a 150 chilometri da Bologna, 66 da Milano e 144 da Genova. Il più recente sondaggio nazionale sulla qualità della vita delle province, quello di “Italia Oggi” del 31 dicembre 2012, assegna alla provincia di Piacenza il 34° posto, lontano dalle prime Trento e Bolzano, ma prima di Roma (61). Se volete avere informazioni turistiche, l’ufficio del Comune attrezzato per questo servizio si trova nel cortile di Palazzo Gotico (piazza Cavalli, tel. 0523/492224- 2223, quinfo@comune.piacenza.it– Apertura da lunedì a sabato 8,30-18, domenica 9,30-13,30).

Sulle piste afgane, con gli alpini

Cielo azzurro, montagne brulle e villaggi di fango e paglia che si mimetizzano con l’ambiente circostante. Oggi, nell’anno 1391 del calendario persiano, l’Afghanistan cerca a fatica di uscire dal suo medioevo, formato da feudi in cui i capi tribù hanno diritto di vita e di morte e un potere su ogni cosa, contrastato a fatica e a corrente alternata dal governo centrale della Repubblica islamica e dalle sue leggi. Da un decennio le forze multinazionali di Isaf, con l’Italia in prima linea, sono impegnate a contrastare gli insorti, appartenenti a organizzazioni militarizzate della criminalità o del fondamentalismo che lottano per evitare qualsiasi progresso sociale, tecnologico o economico. Perché progresso significa perdere il controllo del potere e dei propri traffici.

"Onestà e solidarietà: queste le nostre regole"

Come ogni anno in preparazione dell’Adunata nazionale, il CDN definisce il motto che funge da filo conduttore per l’avvenimento. Il motto vuole quindi essere un elemento ispiratore di quelle componenti che caratterizzano l’adunata stessa ad iniziare dalle manifestazioni di introduzione e di preparazione al grande evento annuale dell’Associazione per concretizzarsi anche nella preparazione degli striscioni che vengono portati in sfilata.

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