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venerdì, 9 Maggio 2025

BERGAMO – Michela, alpino speciale

Pierfranco Marchesi, del Gruppo di Alzano Lombardo, ci racconta questa storia, triste e bella, come talvolta è la vita: «Avevo un amico, si chiamava Giorgio, classe 1936, alpino del 5º. Era una persona speciale, con lui condivisi molte passioni: scuola, montagna, calcio. Tutte le mattine ci incontravamo per andare al lavoro e un mattino mi fece notare la moto nuova: ‘Bella!’, gli dissi. Quelle furono le ultime parole che scambiai con lui. A mezzogiorno Giorgio ebbe un incidente e tutto finì, a soli 30 anni. Anzi, non tutto finì, perché Giorgio aveva una figlia di nome Fiorella, stessa grinta del padre, buona sciatrice. Fiorella si sposò, ebbe una figlia di nome Michela e questo è l’inizio… ».

Don Pollo, un fratello

È stato l’arcivescovo di Vercelli monsignor Marco Arnolfo a consegnare due reliquie del Beato don Secondo Pollo alla brigata alpina Taurinense e all’Ordinariato Militare d’Italia, al termine della Messa che si è svolta nella basilica di Maria Ausiliatrice di Torino, in occasione della celebrazione del precetto pasquale da parte delle Forze Armate del capoluogo piemontese.

Bandiere come stracci

Caro direttore, il 10 aprile mi trovavo nel centro di Genova e, percorrendo via Vincenzo Ricci, nei pressi di via San Vincenzo, sono rimasto colpito da quel che ho visto sulle mura di un edificio, contrassegnato dal numero civico 4. L’edificio ospita, a quel che dice la targa affissa davanti all’ingresso principale, l’Asilo Tollot - Scuola Materna. Ciò che mi ha negativamente colpito è la trascuratezza riservata alla Bandiera d’Italia, il “nostro” amato Tricolore, esposto all’ingresso della struttura. Altro che «bandiera esposta in buono stato e correttamente dispiegata », come disciplina la legge (articolo 9, Dpr 7 aprile 2000, n. 121).

TORINO – Doppia festa a Leinì

Il gruppo di Leinì ha festeggiato il 90º di fondazione e i 30 anni del coro Ana “Baita Caviet”. Sono state numerose le iniziative, a partire dalle serate dedicate ai concerti del coro e della filarmonica Vittorio Ferrero di Leinì. Particolarmente emozionante è stata la visita degli alunni della scuola elementare “Anna Frank” alla sede del Gruppo, per assistere alla proiezione di filmati e fotografie sulla storia degli alpini. I piccoli sono stati invitati ad eseguire dei lavori a tema “Alpini” e hanno risposto con tantissimi disegni e manufatti, esposti nel salone della “Baita Caviet”.

MAROSTICA – Per Attilio sono 105

Ha visto le lunghe colonne di soldati salire la valle del Laverda per raggiungere l’altopiano di Asiago nel 1916. Ha sentito il rumore degli scarponi chiodati diffondersi per le strade e il rombo delle artiglierie austriache nel 1918. Ha visto consegnare la Medaglia d’Oro alla mamma di Giovanni Cecchin, nel 1922. È Attilio Maroso classe 1909 che, il 16 dicembre 2014, ha raggiunto l’invidiabile traguardo dei 105 anni: è il più vecchio alpino della Sezione di Marostica e, probabilmente, d’Italia. Prestò servizio militare negli anni 1929-30 nel 2º reggimento di artiglieria alpina nella caserma Savoia di Gorizia, nel 1940 fu richiamato alla caserma di Strigno.

DANUBIANA – San Nicola… Alpino!

Alcuni alpini del Gruppo Ana Ungheria intitolato al “gen. G. Dal Fabbro” hanno portato dei doni natalizi agli alunni di una scuola elementare di Nagykata (provincia di Pest). Uno tra gli alpini è vestito da San Nicola.

I panni sporchi in piazza

C’è un dato incontestabile che indica il grado di salute de L’Alpino. Ed è la montagna di lettere che arrivano sul tavolo del direttore, puntualmente ogni mese. Lettere che qualche volta hanno alle spalle cultura storica e grande capacità comunicativa. Altre volte sono lettere più semplici nello stile, ma dietro alle quali si sente il cuore vero degli alpini e il profumo della loro genuinità. Sono scritti che si leggono sempre con piacere, se non fosse a volte per l’eccessiva lunghezza, che obbliga a maratone della mente, finendo per precludersi la possibilità di essere pubblicate, per ovvi motivi di spazio. La cosa bella di questi scritti è che ormai spaziano in ogni ambito della vita sociale.

Una grande medaglia

Cosa vuol dire essere stato un alpino in guerra? Vuol dire il pianto soffocato di una mamma o quello disperato di una sposa, che ti hanno visto partire...Vuol dire un treno pieno di soli uomini, che cantano e ridono ancora, un treno che ti porta lontano in terre sconosciute, assolate e deserte di sabbia, che ti brucia la pelle e ti confonde la mente, fredde e desolate di neve, che ti si incrosta sul viso e ti rovina i piedi... 

Alla scoperta delle Grotte di Stiffe

Le Grotte di Stiffe, si trovano a circa 15 chilometri da L’Aquila, sull’apice della forra sovrastante il piccolo paese di Stiffe, frazione del Comune di San Demetrio ne’ Vestini. In prossimità della grotta è possibile ammirare uno degli angoli più belli di tutto l’Abruzzo: da una parte lo sguardo si adagia sulla placida, morbida visione della conca aquilana, dominata dalla imponente mole della catena del Gran Sasso d’Italia, dall’altra s’inerpica sull’aspra parete rocciosa alta cento metri, che sovrasta l’ingresso della grotta e si perde nella lussureggiante vegetazione della forra, attraversata da sentieri naturalistici.

Noi e l’Islam

Apprezzo sempre le “lettere al direttore” perché sono uno spaccato della nostra umanità. Apprezzo molto che Lei direttore metta spesso in evidenza due temi ricorrenti nei recenti dibattiti pubblici. Mi riferisco al tema delle “foibe” e a quello del malessere di quasi tutto il pianeta nei confronti del ricco occidente, soprattutto da parte mondo musulmano. Penso che quando si affrontano argomenti difficili, è obbligatorio farlo avendo come faro uno dei nostri valori principali, la verità. 

In breve – aprile 2015

Notizie in breve.

La cruda realtà della Guerra

Stimatissimo direttore, sentiamo quotidianamente parlare di ragazzi cresciuti ed educati nelle nostre comunità che decidono di andare in guerra. Al di là della loro scelta di campo, ciò che mi colpisce maggiormente è la freddezza con cui vanno incontro ad una possibile morte. In altri tempi ed in altre situazioni avrei pensato a degli eroici difensori dei propri ideali; oggi mi sorge il dubbio che questi gesti siano soprattutto legati ad una deformata percezione di cosa sia realmente la guerra.

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