VICENZA “MONTE PASUBIO” – Alpini in musica
Dopo aver letto su L’Alpino che Eugenio Palazzi, musicista vercellese purtroppo quasi sconosciuto, è l’autore del “Trentatré”, il nostro inno, gli alpini di Vicenza “Monte Pasubio” hanno potuto ascoltare la prima esecuzione di un’altra sua composizione, “Silenzio Campale”, nella revisione di Giorgio Cannistrà, inserita in un concerto dell’Orchestra di fiati della provincia di Vicenza, diretta da Andrea Loss.
Trieste ospita la stampa alpina
Quest’anno il 22º Convegno Itinerante della Stampa Alpina (Cisa) si svolgerà il 24 e 25 marzo a Trieste all’auditorium del Museo Revoltella, in via Diaz 27. Saranno due giorni di ascolto e confronto, dedicati ai direttori e relatori delle nostre testate Sezionali e di Gruppo (175 in totale), sul tema “Cosa c’è dentro i nostri giornali”. Il convegno verrà trasmesso in diretta streaming su https://www.ana.it.
In segno di gratitudine
Nel numero di dicembre di Qui Magazine, edizione di Treviso, il sindaco Giovanni Manildo ha pensato bene di inviare gli auguri ai suoi concittadini indossando il cappello alpino. Pur essendo ancora memore e riconoscente verso il rappresentante della città che ci ha accolto per la nostra ultima Adunata nazionale non posso non stigmatizzare questa, a mio parere, scorrettezza; si è sempre giustamente detto: nessuna commistione tra politica ed alpini!
Alberto Bertozzi Gruppo e Sezione di Modena
VALSESIANA – La vita in versi
Una nuova casa Il Gruppo di Prato Sesia, con la collaborazione del Comune, ha ospitato la premiazione del 13º Concorso nazionale di poesia “Il castello di Sopramonte”. Un pomeriggio trascorso insieme a molti poeti provenienti da tutta Italia, autori di elaborati in lingua italiana e in vernacolo.
VERONA – Un fiore per i Caduti
Morire a ventun anni di malattia, a oltre mille chilometri di distanza da casa. Possono sembrare drammi di un passato remoto, ma succedeva appena cent’anni fa proprio a Verona, in uno dei tanti ospedaletti da campo allestiti dall’esercito impegnato a combattere nella Grande Guerra. Un conflitto su cui sono stati puntati i fari dell’Ana in occasione del ricordo del Centenario. Anche quest’anno, dopo il successo delle due precedenti edizioni, l’Ana ha lanciato il concorso “Il milite… non più ignoto” rivolto agli studenti delle scuole di tutta Italia.
“Non passa lo straniero”
Scrivo in merito alla parola “straniero” nella lettera di Beppe Parazzini su L’Alpino di dicembre. Arguta, originale e persino inquietante l’osservazione del Presidente emerito. Risveglia in me due considerazioni. La prima si appoggia alla “saggezza del poi” ossia, si potrebbe dire, dovevamo pensarci prima, almeno una settantina di anni fa e il problema “emigrazione” forse non sarebbe assurto ai livelli che oggi constatiamo.
GERMANIA – Al campo di Dachau
Il Gruppo Monaco di Baviera, su richiesta del consolato generale d’Italia a Monaco, ha partecipato alla commemorazione del 72º anniversario della liberazione del campo di concentramento di Dachau, manifestazione svoltasi sotto il patrocinio del Comitato Internazionale di Dachau, alla presenza di numerose autorità civili e militari.
VARESE – Su due ruote
Di recente il missionario don Franco Beati, accompagnato da due suoi parrocchiani, è rientrato in Italia per qualche mese di riposo dalla Guinea Bissau, dove da circa dieci anni svolge la sua opera come missionario del Pime.
La forza del ricordo
Il 21 gennaio scorso al Tempio della Madonna del Conforto di Cargnacco (Pozzuolo del Friuli, Udine) dedicato ai Caduti e dispersi della Campagna di Russia, ha avuto luogo l’annuale cerimonia di commemorazione e ricordo di quanti hanno partecipato a quella sfortunata epopea, in molti casi senza aver poi fatto ritorno a casa. La ricorrenza di quest’anno, organizzata come sempre dalla Sezione di Udine con la collaborazione della brigata alpina Julia e dall’Unione Nazionale Italiana Reduci di Russia e dal Comune di Pozzuolo, assume particolare significato poiché ricorda il 75º anniversario della battaglia di Nikolajewka, quando i resti della nostra Armata riuscirono a sfondare l’accerchiamento sovietico e, dopo una lunga marcia, far ritorno in Patria.
Cent’anni col cappello
Quella grande foto di mio nonno paterno, orgoglioso nella sua divisa alpina di fine Ottocento, mi aveva sempre incuriosito. Capeggiava sopra la vecchia radio Phonola nella cucina-salotto, collegata all’emporio di un paesino delle Valli del Natisone, dove avevo trascorso i miei primi vent’anni, tra i fitti boschi e il fiume, a contatto con la natura che fu grande maestra di vita.
Il coro dell’amicizia
Il coro Grigna nacque l’8 dicembre 1958 a Lecco, nel rione di Laorca, grazie ad un gruppo di amici. Tra loro c’è Giuseppe Scaioli, appassionato di musica e diplomando al Conservatorio, che dirigerà il coro fino al 2014, quando il testimone passa al suo allievo Riccardo Invernizzi. Oltre ad essere una seria realtà nel canto popolare, il coro Grigna è prima di tutto un gruppo di veri amici, che stanno bene insieme e che fanno stare bene anche chi li segue. La bella cantata in amicizia non è diversa dalla stessa musica che si sente dal palco dei più disparati teatri.
Ai piedi del Golico
Monti brulli, sassosi, con bassi cespugli che non offrono alcun riparo. Il sentiero ripido, salivo e pensavo. È aprile, noi con equipaggiamento leggero, tempo bellissimo; loro, i soldati italiani con zaini pesantissimi, l’inverno del 1940-1941 piovoso e nevoso. Noi dovevamo affrontare quasi 1.200 metri di dislivello, loro, partivano da Tepeleni, quindi percorrevano ancora più strada. Io salivo e cercavo di immedesimarmi con loro, anche se era impossibile.