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lunedì, 26 Maggio 2025

Il gen. B. Antonio Maggi al Centro Addestramento Alpino

Nuovo comandante al Centro Addestramento Alpino di Aosta: è il gen. B. Antonio Maggi, che ha dato il cambio al gen. B. Claudio Rondano, destinato a Verona, al Comando delle Forze Terrestri.

Il senso dello Stato

Che si fa, dunque, nel 150° anniversario dell’Unità d’Italia? Si smantella la memoria della nostra storia, di ciò che eravamo, di ciò che siamo. Via, dunque, l’ormai anacronistico 2 Giugno festa della Repubblica, via il 1° Maggio festa del Lavoro – tanto, ormai manca sempre di più – e via anche il 25 Aprile. E magari anche altre ricorrenze: cosa saranno poi mai, questa Liberazione e questa Giornata delle Forze Armate!

Ritorno a Rossosch

Dal 17 al 22 agosto una delegazione composta da 3 membri della ricostituita Commissione per Rossosch si è recata in Russia per verificare la situazione dell’Asilo Sorriso, per allacciare i rapporti con i nuovi amministratori della città di Rossosch ed incontrare a Mosca il vice ambasciatore Giovanni Iannuzzi e l’addetto militare gen. D. Vincenzo Iannuccelli. Il tutto allo scopo di valutare la possibilità di poter organizzare a settembre del 2013 in occasione del 70° della Campagna di Russia e del 20° della costruzione dell’asilo, una manifestazione congiunta a Rossosch a ricordo degli eventi accaduti e a ulteriore suggello dei rapporti di amicizia fra gli alpini e le popolazioni delle terre del Don.

A Tonezza italiani e austriaci nel segno della concordia

A 93 anni dalla fine della Grande Guerra i fanti sono tornati a Tonezza del Cimone, al cimitero di guerra dove riposano i Caduti dell’Austria- Ungheria nella Grande Guerra. È un cimitero, in località Crosati, che i fanti della sezione di Tonezza hanno recuperato all’incuria e che considerano un grande quanto singolare monumento alla Concordia e alla Pace.

Un Tricolore per chi non è tornato

Otto lapidi solitarie nel cimitero di Fort Reno in Oklahoma (USA) recano incisi nomi di nostri concittadini. Alcuni combatterono ad El Alamein, in Tunisia, Sicilia, ad Anzio e Nettuno e morirono in prigionia negli Stati Uniti tra il 1943 e il 1945. È stato l’alpino Giuseppe Clemente, un geniere della “Tridentina” che vive negli Stati Uniti, a riscoprire, quasi per caso, questo frammento di storia patria.

In breve

Notizie in breve.

Valadas Occitanas – GENTS

Bellissimo libro fotografico in b/n (circa 200 scatti) sulla vita nelle vallate occitane, soprattutto le valli Maira e Varaita negli anni ’70. La memoria di coloro che hanno popolato i nostri monti, scrivendo un pezzo di storia silenziosa, ma non per questo meno importante. Generazioni scomparse.

LA LEGGE DELLA MONTAGNA

I più celebri casi giudiziari che hanno segnato la storia della montagna Un aspetto poco conosciuto della storia dell’alpinismo: i casi giudiziari famosi che hanno coinvolto personaggi come Messner, Bonatti, Maestri e molti altri. L’autore racconta imprese e processi in modo brillante e avvincente, lasciando al lettore il giudizio sul lato meno eroico di uomini straordinari.

TUTTO PER L’ITALIA

Diario di un alpino del battaglione Piemonte 1943-1945 Il sergente Pivetta aveva 21 anni quando si trovò a combattere la guerra di liberazione a fianco delle truppe angloamericane. La guerra di un pugno di uomini che dopo l’8 settembre seppero ritrovare dignità e orgoglio.

OSPEDALE DA CAMPO 040 DI CORTINA

La guerra di montagna vista da un medico Raramente, nella sconfinata letteratura di guerra, si ha occasione d’incontrare testimonianze così vive e coinvolgenti come quelle appuntate nel suo minuzioso e preciso diario dal maggiore medico Nicola Ragucci, cinquantenne, personaggio della borghesia partenopea, pieno di garbo, cultura ed umanità. Finito a dirigere l’ospedale 040 nel famoso Hotel Cristallo, sotto i boschi del Faloria, a Cortina, questo ufficiale meticoloso e sensibile, con nel cuore sentimenti profondi per la famiglia e una struggente nostalgia per il sole di Napoli, vive la guerra d’alta montagna con straordinaria sensibilità umana nei confronti di ventenni che, alpini o bersaglieri, fanti o artiglieri, gli affidano le sofferenze delle valanghe, delle artiglierie, delle malattie e molto spesso anche l’ultimo desiderio: rivedere la mamma.

SUL CAPPELLO CHE NOI PORTIAMO

“Gli italiani amano e stimano gli alpini perché sono gente seria”. Partendo da questo semplice postulato del grande giornalista Egisto Corradi, alpino medaglia d’Argento sul Don, Giorgio Torelli rivisita la storia degli alpini attraverso scritti, canzoni e ricordi di personaggi come Caccia Dominioni (“penna bianca nel ghibli di Alamein”), Rigoni Stern, Monelli, Novello. E un generale di squadra aerea, Giambortolo Parisi (“amico degli alpini, con tanto di tessera!)”. Un libro singolare e gradevole, questo di Torelli, quasi a più voci, scritto con il “magone da penna non avuta”, in un armonioso ed elegante linguaggio da elzeviro così accattivante da indurti a proseguire nella lettura che scorre piacevole. E si capisce perché dai canti, dai racconti e dalle imprese degli alpini in guerra e in pace, emerga il quadro di un’Italia diversa, di ideali e doveri, capace di appassionarsi e spendersi tutti i giorni. E che “dev’essere orgogliosa dei suoi alpini”, di ieri e di oggi. (ggb)

ALBERTO PENZO Alpino

Una affettuosa biografia di Alberto Penzo, Medaglia di Bronzo al Valor Militare, scritta dai figli. Buona parte del libro è dedicata alla Campagna di Russia, ma non mancano ricordi di famiglia e fatterelli di casa.

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