Alpinità anche in pianura
Un bravo al tesoriere per l’editoriale di luglio sull’alpinità. Il concetto di compattezza e povertà non deve essere però associato solo alle popolazioni di montagna, fatto salvo il legame Alpi, alpino, alpinità, ma a tutti coloro che vivevano e letteralmente riuscivano a sussistere solo con i prodotti della propria terra.
L’Aquila, la più bella del reame…
Se saremo tutti uniti faremo della nostra città la città più bella del reame. Così recitava un detto del 1200, che cito a braccio per il suo messaggio ancor oggi attualissimo. Parafrasando potremmo dire che questa è la storia che si ripete ad ogni nostra Adunata. Una volta l’anno, un capoluogo scelto dagli alpini fa di una città italiana, la più bella d’Italia. Quasi la meta di un corteo nuziale, dove fiumi di uomini giungono da ogni parte, del Paese e del mondo, a portare il regalo della loro festosa presenza e i suoi preziosi valori. Sono i valori dell’allegria, della fratellanza, della solidarietà, dell’amore di Patria, del valore della famiglia, dei sentimenti religiosi...
TREVISO – Incontro a sorpresa
Il gruppo di Zero Branco ha organizzato un sorprendente, quanto inaspettato, incontro tra due commilitoni che non si vedevano dal lontano 1976. Una sorpresa per il socio Amedeo Sottana, classe ’54, che ha fatto la naja a Gemona proprio nel 1976. Si tratta di uno dei sopravvissuti del terremoto del Friuli, rimasto sotto le macerie della caserma “Goi-Pantanali”. Uno dei suoi salvatori, il ten. Angelo Del Bianco, lo ha cercato e, dopo tanti anni, è riuscito a raggiungere il suo capogruppo Adriano Barbazza e a chiedere informazioni su Amedeo.
L’Adamello dei pellegrini
I ramponi stridono sul ghiaccio vivo, lo graffiano senza cautela mentre il lento procedere della colonna supera il piano e punta un valico ancora miraggio, nel silenzio vuoto di quota tremila. Lui, il ghiacciaio, antico, imperturbabile maestro s’eleva al cielo, abbraccia la terra e si lascia percorrere porgendo la schiena carica di neve fresca. Peregrinare sui sentieri in costa, oltre i valichi e i passi imbiancati. In colonna, legati l’uno all’altro. E infine avvistare di lontano la meta, una sorta di traguardo spirituale che pone fine alla fatica, alla stanchezza e mette a tacere i disagi. Accade così ogni anno, gli ultimi giorni di luglio. Ma non questa volta.
Il cappello di mio marito
Sono friulana e vedova di un abruzzese alpino, abbonato e tesserato che amava molto il Friuli. Mio marito adorava partecipare alle Adunate con il suo cappello e non mancava mai una sfilata per cui avevo pensato quest’anno a Pordenone di sfilare con il suo cappello d’alpino.
VICENZA – Militari USA e alpini in missione per ripulire la Strada delle 52...
I militari statunitensi e gli alpini hanno lavorato fianco a fianco all’annuale giornata di pulizia della Strada delle 52 gallerie che conduce alla vetta del monte Pasubio. Otto militari della Compagnia assaltatori del 1° battaglione, 503° reggimento di fanteria della 173ª brigata, di stanza alla Caserma Ederle e cento penne nere della sezione di Vicenza hanno eliminato i detriti della mulattiera, considerata un capolavoro d’ingegneria militare, costruita dall’esercito italiano nel 1917.
Gli interpreti del tempo
Sono ormai una famiglia. Si conoscono da tempo poiché nei fine settimana viaggiano in giro per l’Italia con un’attrezzatura costosissima e professionale. I cronometristi della Federazione Italiana Escursionisti collaborano anche con l’ANA. È un lavoro di squadra dove ognuno ha un compito stabilito che richiede attenzione, non ammette errori. Sotto ai gazebo collocati nei punti strategici del percorso di gara segnano i tempi, i passaggi, ogni cosa. Poi chiusa la competizione, quando gli atleti possono finalmente godersi rancio e riposo, i ragazzi della FIE entrano in una sorta di conclave.
Uniti si può
Sono le otto a Chiusa di Pesio e il sole è già padrone del cielo. Sta per iniziare la gara che aprirà questa prima edizione delle Alpiniadi estive. È la corsa in montagna a staffetta, un connubio di agilità, di forza, di intesa. Il percorso, una volta lasciato il paese, entra nel bosco seguendone l’altimetria. Sono 180 i metri di dislivello da affrontare e 7,650 i chilometri da correre per entrambe le categorie, senior e master.
Nobile gesto
Gradirei, se possibile, pubblicare queste poche righe di ringraziamento. Durante l’Adunata di Pordenone smarrii il portafoglio, che venne trovato in un bagno da due “veci” alpini di cui uno ingegnere, che nel 1963 lavorava per la RAI.
TREVISO – Passato e futuro
Bruno, Valerio, Battista, Primo, Carlo, Narciso, Luigi, Giosuè, Giobatta, Fausto, Oliviero sono nomi di alpini, per lo più ventenni, dispersi nella Campagna di Russia con il 3° e il 4° reggimento artiglieria da montagna. Il dicembre del ’42 era stato infernale, la “Battaglia di Natale” aveva lasciato il segno premonitore di quanto di lì a breve sarebbe avvenuto.
Inutile indignazione
Egregio signor direttore, ho letto la sua risposta all’alpino Gianfranco Perforato nel numero di giugno 2014 in merito alla doverosa indignazione nel vedere sfilare il signor Gasparri a fianco del nostro presidente e del Labaro. Mi associo all’indignazione e vorrei rimarcare alcuni punti. Il cerimoniale? Quale cerimoniale?
Un sorso di naja
Un rompicapo quasi impossibile da spiegare. Occorre praticarla. Una disciplina legata a filo doppio con la naja. Persino gli ‘imboscati’, quelli che stavano negli uffici o in fureria, durante i mesi del servizio militare, una volta almeno hanno marciato. Il tenente in testa, l’ufficiale di coda e su con passo cadenzato, su in mezzo ai boschi e ancora più su dove il panorama cambia, le rocce vincono sui prati e l’aria fine accorcia il fiato.