Camminare insieme
Il 15 maggio 1916 iniziava sul fronte trentino l’offensiva austriaca, nota come “Strafexpedition”, che dalle basi di partenza della Val Lagarina doveva portare l’11ª armata austriaca allo sfondamento delle linee italiane fra la Val Brenta e la Vallarsa e la 3ª armata allo sfruttamento del successo, dilagando nella pianura veneta fino al raggiungimento del mare Adriatico.
Umilmente al servizio di tutti
Faccio riferimento alla lettera al direttore “La misura che fa la differenza” pubblicata su L’Alpino del mese scorso. Mi compiaccio per la sua risposta che mi sembra seria, pacata e condivisibile. Il nostro gruppo è nato per caso 29 anni fa con solo otto penne nere, non essendo il nostro un territorio di reclutamento alpino.
La Grande Guerra nel CalendEsercito
“La Grande Guerra… un popolo in armi” è il titolo del CalendEsercito 2015, ideato e realizzato dallo Stato Maggiore dell’Esercito, che ha come tema la ricorrenza dell’ingresso dell’Italia nella prima guerra mondiale.
L’idea delle Truppe alpine
Lo ammetto, sono di parte, però mi sono convinto che la prima idea sulla validità della costituzione di truppe alpine sia nata nel 1848 in valle d’Intelvi, dove affondano le mie radici familiari. In quel periodo aveva trovato rifugio a Lugano, in Svizzera, ai piedi della valle d’Intelvi italiana, ma governata dagli austriaci, Giuseppe Mazzini.
MODENA – Fanano abbraccia gli alpini
Fanano ha ospitato l’adunata sezionale di Modena: una due giorni di festa organizzata con la collaborazione dell’Amministrazione comunale e del sindaco Lorenzo Lugli. Ad aprile, in vista dell’evento, gli alpini hanno incontrato i ragazzi delle scuole primaria e secondaria di Fanano, Sestola e Montecreto-Acquaria per raccontar loro la storia delle penne nere.
Il centenario per gli alpini
Continua la serie di appuntamenti legata al centenario. È in edicola la monografia di Meridiani Montagne, dedicata alle cime della Grande Guerra.
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Ci sono una data e un luogo ai quali ho sempre pensato di far risalire il mito degli alpini. È la notte senza luna tra il 15 e il 16 giugno 1915, sul Monte Nero, nell’attuale Slovenia. Con il favore del buio, un gruppo di alpini dei battaglioni Susa ed Exilles riesce a raggiungere la vetta e ad assalire di sorpresa la postazione nemica. Lampi, boati scuotono la notte. Il Monte Nero, sotto il comando del capitano Arbarello, è preso.
Questo, come dicevo, è il mito dell’ardimento alpino così come me lo sono sempre immaginato, quello della faccia dura, delle penne nere che non si tirano indietro davanti al pericolo e sanno mettere in gioco la vita per arrivare all’obiettivo. Ma c’è un altro mito degli alpini, al quale mi sento più legato, e che è poi l’altra faccia della stessa medaglia. È quello dell’alpino buono, pronto ad accorrere, ad aiutare, a tirarsi su le maniche e a faticare per gli altri.
Le regole valgono per tutti
Scrivo in merito alla lagnanza della vedova dell’alpino il cui cappello non ha potuto sfilare a Pordenone nel modo da lei desiderato e auspicato. Intanto prego la signora di accettare il mio simbolico abbraccio farcito di tanto rispetto e tanto affetto.
In ricordo di Urriani
A cinquant’anni di distanza dalla tragedia del Vajont, vorrei ricordare come si sono svolti i fatti ai familiari del geniere Giovanni Urriani e a tutti coloro che quella notte hanno perso parenti e amici. Poco prima della mezzanotte del 9 ottobre, nella caserma Fantuzzi di Belluno, suona l’allarme e l’ufficiale di picchetto irrompe nelle camerate della compagnia genio Pionieri intimando a tutti i militari di adunarsi nel più breve tempo possibile, in tenuta tattica, davanti al magazzino.
UDINE – Alpini in rock
Quale legame c’è tra gli alpini e la musica rock? Apparentemente nessuno, ma se il rock serve ad aiutare gli altri, incarna perfettamente lo spirito alpino. Questo è il pensiero del gruppo di Udine Sud che da tre anni organizza una kermesse musicale, animando il tranquillo quartiere Baldasseria. Nel 2014 la beneficiaria dei proventi raccolti è stata l’Associazione “Luca” onlus che offre sostegno economico, psicologico e logistico alle famiglie con bambini malati di tumore.
Che spettacolo a Monza
Verrà da dire che i raduni, come le Adunate e le feste di gruppo siano tutti uguali. Vero. Poi ogni volta c’è qualcosa in grado di stupirti, di emozionarti ancora. Come l’incanto di Villa Reale a Monza che guarda ai suoi giardini stracolmi di penne nere delle terre di Lombardia ed Emilia Romagna, insieme per il raduno del 2° raggruppamento. Domenica 19 ottobre è stata la giornata culmine, il gran finale di un programma iniziato mesi prima intessuto di conferenze e spettacoli capaci di coinvolgere personalità illustri dell’Associazione, delle Forze Armate e del giornalismo italiano oltre ai giovani delle scuole premiati in un concorso che parla di storia, del mito e dell’eroismo alpino. E non è stato un caso se, davanti a quel prato dove migliaia di penne tagliavano l’aria per incontrarsi, abbracciarsi, ritrovarsi, le autorità che si sono susseguite nei discorsi ufficiali, alzando lo sguardo, abbiano indugiato qualche istante davanti a quella vista straordinaria. Per primo il Mario Penati, presidente dell’ANA di Monza.
Terra di mezzo
A tre lustri dal grave conflitto nei Balcani il Kosovo è una terra di mezzo, dal futuro incerto e dallo status internazionale non ben definito. Nel 2008 la proclamazione d’indipendenza, non riconosciuta da molti Stati - alcuni anche europei - ha riacutizzato le tensioni con la Serbia che rivendica il territorio. L’Unione Europea ha quindi rafforzato l’impegno internazionale con EULEX (acronimo di European Union Rule of Law Mission) per agevolare la costituzione di uno stato di diritto, cercando di aumentare la sicurezza interna, amministrare la giustizia e il controllo doganale. Il faticoso cammino verso la transizione non può prescindere dall’operato della KFOR (Kosovo force) che dallo scorso settembre è comandata dal generale di Divisione, alpino, Francesco Paolo Figliuolo.
Meeting a Costalovara
Nel corso della cerimonia di chiusura il sindaco di Piacenza Paolo Dosi aveva ribadito che l’Adunata nazionale era stata un evento storico per la città: aveva creato un connubio di amicizia spontanea e generosa, unica e irripetibile, e aveva rafforzato la collaborazione tra enti e istituzioni del territorio, impegnati nella complessa organizzazione della manifestazione.