Bravi!
Cari amici della redazione, bella la veste grafica e come sempre eccellenti i contenuti. Bravi!
Alberto Tofful
Adunata intersezionale a Vicenza
Il 22, 23 e 24 aprile l’Adunata intersezionale porterà nella città del Palladio migliaia di penne nere provenienti da tutta la provincia, coinvolgendo la Sezione di Vicenza, organizzatrice dell’evento, e le quattro consorelle Bassano, Marostica, Asiago e Valdagno. «È la prima di cinque manifestazioni intersezionali che le Sezioni vicentine organizzeranno dal 2016 al 2020, per ricordare la grande tragedia della Prima Guerra Mondiale», queste le parole del Presidente della Sezione di Vicenza Luciano Cherobin. «Una vicenda che colpì profondamente non solo coloro che combatterono nei reparti da ambo i lati, ma anche le popolazioni vicentine. Sarà un momento di riflessione per noi alpini e per tutti coloro che desiderano lanciare un forte messaggio di pace. Vi aspettiamo numerosi al cospetto degli eroi d’Italia».
UDINE – A Moggio con gli Schützen
Moggio Udinese ha accolto calorosamente gli alpini che prestarono servizio nella ex caserma Umberto Tinivella. È stato uno momento di festa e condivisione, in cui la popolazione moggese ha dimostrato gratitudine per gli aiuti prestati dalle penne nere in occasione del sisma del 6 maggio 1976.
La Vallecamonica e l’ambiente
La visita dei responsabili di Pc alla sede della Comunità Montana della Valle Camonica è stata l’occasione per impostare la prossima esercitazione di Protezione Civile del 2º Raggruppamento.
Vestito di nuovo
Oggi ho ricevuto L’Alpino. Sono un alpino del 2º/’40. Da 53 anni sono iscritto al Gruppo di Borgo Casale (Vicenza). Vi faccio i miei complimenti per la nuova veste de L’Alpino. È meraviglioso. Ultimamente lo guardavo solo di sfuggita. Oggi l’ho letto con molto interesse. Continuate così. Vi ringrazio.
Giovanni Gecchele
Grazie Sandro!
Caro direttore, desidero fare delle considerazioni su alcune foto storiche apparse su L’Alpino di febbraio. Nella quarta di copertina viene descritto un alpino in uniforme invernale, la didascalia dice: “Con un particolare tipo di calzature in legno”.
Intitolata una piazza a Luca Sanna
Nel quinto anniversario della morte il Comune di Pietra de’ Giorgi (Pavia) ha voluto intitolare una piazza del paese al caporal maggiore capo Luca Sanna, caduto in Afghanistan il 18 gennaio 2011. Luca fu colpito mortalmente a Bala Murgab nello stesso attentato dove rimase gravemente ferito Luca Barisonzi.
GERMANIA – Al Grünten con gli alpini di Marostica
Gli alpini della Sezione di Marostica, guidati dal Presidente sezionale Fabio Volpato e dai vice Presidenti Sbalchiero e Chiminello, sono stati invitati dalla Sezione Ana Germania al 67º Grüntentag, in Baviera. Le penne nere sono partite all’alba dalla Jägerkaserme di Sonthofen. Il cielo del mattino preannunciava una giornata splendida, senza nebbia in vetta. L’appuntamento era stato fissato in cima al monte Grünten, a 1.738 metri.
Quali repertori per i cori Ana?
Non posso che rallegrarmi per la felice idea di organizzare un convegno per il canto alpino, annunciato su L’Alpino di dicembre 2015. Concordo con i dubbi espressi all’inizio dell’articolo: “Canti degli alpini, sugli alpini o canti di montagna?”.
Una fragile pace…
Il generale Franco Federici ha passato tutta la vita militare negli alpini, da comandante di un plotone del battaglione Morbegno, alla guida del battaglione L’Aquila, alle pianificazioni delle missioni operative in Iraq e Afghanistan e, infine, al comando della gloriosa Taurinense. D’altronde buon sangue non mente: suo padre Luigi, anch’egli generale degli alpini, è stato comandante delle Truppe Alpine e comandante generale dei carabinieri dal 1993 al 1997, quando il numero uno dell’Arma era scelto fra i generali di Corpo d’Armata dell’Esercito. Dallo scorso ottobre il gen. Federici guida il contingente italiano in Libano. Una missione delicata in cui occorre far buon uso della saggezza, più che della forza.
Ingiuste accuse
Caro direttore, mi riferisco all’articolo “Pellegrinaggio a Milovice” pubblicato sul numero di gennaio 2016, articolo che ha suscitato in me stupore e disappunto per alcune omissioni che vi ho potuto riscontrare. In particolare, la descrizione dell’evento non fa alcun cenno al ruolo svolto dall’Associazione che ho l’onore di presiedere, in quanto si è limitata a segnalare che il “console Filippo Imbalzano ha scoperto una targa commemorativa…”.
L’astigiano cileno
La storia di Vittorio Montiglio sembra ispirata alla novella “Dagli Appennini alle Ande” dal libro “Cuore” del De Amicis, letta però in senso inverso. Un giovane patriota italiano che va dal Cile all’Italia per arruolarsi e sarà il più giovane decorato con Medaglia d’Oro al Valor Militare tra le Truppe Alpine. Bisogna però fare un passo indietro e ricordare che anche il Piemonte, di cui la famiglia di Vittorio era originaria, è stato per decenni terra di emigrazione, in particolare dalle campagne. Fu la fillossera, malattia che causava la morte delle viti, a costringere decine di migliaia di famiglie contadine a cercar fortuna all’estero.