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martedì, 22 Luglio 2025

Forza comunicativa

Partiamo dalla fine. Domenica mattina, sfilata in pieno svolgimento, la situazione era la seguente: Rai3 stava trasmettendo in diretta, come fa da diversi anni, la sfilata, arricchendo la trasmissione con servizi e interviste; TgCom24 era in diretta con le immagini provenienti dal nostro service tv in una ampia finestra in alto a destra, la conduzione in studio e le interviste raccolte dagli inviati. 

ASIAGO – In memoria dei Caduti della Grande Guerra

Il gruppo alpini di San Pietro Valdastico ha dato appuntamento a tutta la vallata e all’Altopiano di Asiago per commemorare il centenario della Grande Guerra. Durante i primi del Novecento San Pietro era un paese di frontiera e proprio sul vecchio confine che delimitava l’impero austro-ungarico e l’Italia prima del grande conflitto, gli alpini hanno posato un monumento. 

Cosa resta di un’Adunata

Dice un mio amico alpino che l’Adunata più bella è sempre l’ultima. Ci arrivi pieno di aspettative. La voglia di reincontrare vecchi amici, fare conoscenze nuove, vedere luoghi sconosciuti, staccare la spina dalle preoccupazioni di tutti i giorni per immergersi in una ubriacatura di cordialità. Sfilare dentro un fiume umano dove nessuno è fuori posto, perché tra gli alpini un posto c’è per tutti, senza distinzioni di anagrafe, di salute, di cultura, di appartenenza geografica.

Le porte aperte

«La giovinezza è un rimpianto di chi non l’ha più. Una speranza, per chi vede nelle nuove generazione il futuro del Paese. Ma la giovinezza è anche una malattia da cui si guarisce presto». La battuta, che non avrei più dimenticato, era di un vecchio signore, che me la ripeteva spesso quando da poco avevo cominciato a portare i pantaloni lunghi. Sapevo che mi voleva bene e questo giustificava l’ottimismo verso i giovani.

Difendiamo i nostri valori

Il mondo è continuamente “in divenire” e la velocità dei cambiamenti è così rapida che non si fa tempo a metabolizzare le novità perché già superate dal nuovo che avanza. 

La parola del bene

È l’Opera di un santo. Sognata, voluta e realizzata da don Gnocchi per assicurare cure, riabilitazione e integrazione sociale a mutilatini e poliomielitici. Un’Opera di carità, nata nei giorni più drammatici della ritirata di Russia. Scrisse in quell’inferno bianco al cugino Mario: «Sogno, dopo la guerra, di potermi dedicare per sempre ad un’opera di carità, quale che sia, o meglio quale Dio me la vorrà indicare.

Verso la santità

È il 17 agosto 1979. Sperandio Aldeni, artigiano ed elettricista, è al lavoro come tutte le mattine. Quel giorno si trova ad Orsenigo, in provincia di Como (oggi Lecco), a pochi passi dallo stabilimento della Cartotecnica. Intorno alle ore 16, entra nella cabina di trasformazione da 15 mila volt per collegare l’interruttore primario alla linea che arriva dall’Enel. 

Ciao Franco

Leggendo l’editoriale di marzo la spina che ho nel cuore punge, le lacrime scendono lungo i rivoli dell’età. Come dite voi, Franco è “andato avanti”: marito, padre, uomo e alpino esemplare. 

Dedicato al nostro “papà”

In occasione del centenario della morte del generale Giuseppe Perrucchetti, da tutti conosciuto come il papà degli alpini, la Sezione di Milano e il Gruppo di Cassano d’Adda hanno organizzato una serie di eventi commemorativi che hanno avuto il culmine domenica 17 aprile. Una bella anticipazione c’è però stata sabato 9 con l’inaugurazione della mostra dedicata al generale, curata da Giuseppe Martelli, Francesco Testa e dagli alpini di Cassano, seguita dalla conferenza dal titolo “Giuseppe Perrucchetti e Armando Vitali, dall’Aquila Asburgica alla Croce Sabauda: patrioti per l’Italia unita”, curata da Marco Galbusera e Dario Riva.

Pensieri condivisi

Ho letto l’editoriale di marzo e come succede sempre l’ho gustato e apprezzato ma questa volta mi sono anche compiaciuto.

Stop ai furbetti

Domando tante volte a me stesso perché molti alpini finti portano il bel cappello da alpino. Mi perdoni signor direttore, sono nauseato di vedere questi burattini marciare a tutte le Adunate. 

Il ponte ignorato

Mi rivolgo a lei come ultimo salvagente. Abito a Borso del Grappa e ho nel mio terreno un ponte, tipo decauville, otto piloni in cemento, di una ferrovia fatta nel 1917 dopo Caporetto, che da Bassano portava rifornimenti in una villa veneta che poi con teleferiche raggiungevano il fronte a Cima Grappa.

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