“Alpini in Russia”
In una anteprima riservata agli alpini e ai loro familiari sarà presentato il 26 ottobre prossimo, alle ore 17, presso l’Auditorium Vivaldi di Torino (in piazza Carlo Alberto 5/A), lo spettacolo “Alpini in Russia - storia, musica e grande letteratura”, con l’orchestra a fiati giovanile Giovanni XXIII di Pianezza e la compagnia Alfatre Gruppo Teatro di Collegno.
ALESSANDRIA – Premiata la storia
Un giorno di festa per la Sezione di Alessandria, un soffio di gioventù portato dagli allievi delle scuole. Presso la sede del Gruppo di Novi Ligure, il Presidente sezionale Bruno Pavese ha premiato le scuole vincitrici del concorso nazionale, “Il Milite... non più ignoto”, 2016/2017. Due le categorie, due i primi posti: nella categoria scuola primaria, vince quella di Tassarolo (Istituto comprensivo Cornelio De Simoni di Gavi) e in quella secondaria di primo grado, la vincitrice è la scuola “G. Boccardo”, di Novi Ligure (Istituto Comprensivo 2 Novi Ligure).
SALUZZO – Gli alpini di Occa di Envie
Correva l’anno 1962 quando gli alpini di Occa decidevano di lasciare il Gruppo di Envie, per costituirsi in forma autonoma ed iscriversi alla neonata Sezione di Saluzzo. I soci fondatori furono i reduci Francesco Sobrero (Capogruppo), Giuseppe (Gepin) Bertone, Chiaffredo Mirto, Pietro Mirto e Giuseppe Ferrero, affiancati dai “giovani” Chiaffredo Civallero, Domenico Civallero ed Oreste Primolo. Oggi i reduci sono scomparsi, però i giovani fondatori di allora ci sono ancora e Chiaffredo Civallero, che è l’attuale Capogruppo, sorride al pensiero di ricoprire tale carica da ormai 50 anni!
La Torre della Pace
Domenica 6 agosto data storica! Accanto alla chiesa della Madonna dei Broi o della Neve, è stata inaugurata la Torre con la nuova campana Maria Pacis, “figlia” di Maria Dolens di Rovereto, già benedetta dal nostro vescovo Corrado e poi collocata sulla Torre, dalla ditta Andrea Comin. Sarà un luogo della memoria, dedicato all’amicizia tra i popoli dell’Europa e del mondo. Nel corso della storia la Torre da sempre detta longobarda, le cui origini si perdono nel tempo, forse IV-V sec., è stata svuotata delle sue parti lignee, porte e scale, bruciate insieme ai banchi e agli arredi della chiesa che racchiude affreschi databili tra il XIII e il XIV secolo.
La forza dei Gruppi
Si è tenuto ad Avezzano dal 4 al 6 agosto il raduno del 4º Raggruppamento dell’Ana promosso dalla Sezione Abruzzi. «Considerando la grande importanza di questo evento, il nostro gruppo alpini di Avezzano, con orgoglio si è fatto carico dell’intera organizzazione, pur essendo a conoscenza del forte dispendio economico e di non poche energie, necessarie per la buona riuscita della manifestazione».
Dai la mola e canta!
Mi scuso fin da ora con i grandi della musica, se con le mie affermazioni si sentiranno feriti, forse il Grande Bepi mi può comprendere. Dopo anni di lezioni serali noiose sull’armonia ed esercizi nauseabondi sono arrivato a questa conclusione: quando si canta a tavola o ad una festa alpina, c’è uno che intona e gli altri seguono poi se l’esecuzione non è perfetta e non si sentono le quattro voci poco importa, nessuno si deve sentire escluso.
Esercito di professionisti
Mi permetta di contraddirla sulla leva. Da molte Sue risposte ai lettori mi pare traspaia una preferenza al servizio militare obbligatorio, forse per il timore che un esercito di professionisti possa avere delle tentazioni golpistiche. Io questo lo escluderei perché mi pare che le nostre Forze Armate abbiano dato, nei secoli, dimostrazione di fedeltà al Paese.
VICENZA “MONTE PASUBIO” – Il percorso del ricordo
Una splendida giornata, non ci sono altre parole per descrivere l’inaugurazione del nuovo centro diurno e socio educativo per disabili a Travagliato. Il gruppo alpini ha costruito e donato, nell’ormai lontano 1992, la struttura della vecchia sede della cooperativa sociale “Il Vomere” e, da allora, ha sempre contribuito con aiuto, lavori e sostegno alla prosecuzione di questa straordinaria impresa sociale.
Il valore del cappello
Ho letto l’articolo su L’Alpino di agosto-settembre e sono rattristato per l’articolo sul “Finto alpino”. Vorrei dire a questo nostro amico: ma ti rendi conto del valore che ha per noi il nostro amato cappello? Ma lo sai quanti giovani durante le guerre lo hanno inzuppato del loro sangue?
Cukla e Rombon
Il Monte Rombon (2.208 metri), sovrastante l’abitato di Plezzo, costituiva uno dei capisaldi della difesa austriaca dell’Alto Isonzo; più volte attaccato, non venne mai conquistato dai soldati italiani. La sottostante cima del Cukla (1766 metri) venne invece occupata una prima volta il 23 agosto 1915 da due plotoni delle compagnie 1ª e 4ª del btg. Ceva, inquadrate nel btg. Speciale Bes e successivamente ripresa dagli austriaci con un’azione di sorpresa in pieno inverno, il 12 febbraio 1916. Inutili furono i tentativi italiani di riconquista del 14 febbraio e del 20 marzo. Nel mese di maggio, all’attacco del giorno 4 dei soldati bosniaci, seguì il contrattacco del giorno 10 che portò gli alpini dei battaglioni Bassano, Saluzzo e Ceva a riprendere la cima e la colletta Cukla. Il Rombon, dopo i vani tentativi di agosto e settembre 1915, fu nuovamente attaccato il 16 settembre 1916 da sei diversi battaglioni alpini, ma l’azione si concluse con un sanguinoso insuccesso. La sera del 24 ottobre 1917, a seguito dell’offensiva austro-tedesca di Caporetto, le truppe italiane furono costrette ad abbandonare il Cukla e ripiegare verso Sella Prevala.
Ora come cent’anni fa
Ogni anno, ai primi di settembre la Sezione di Vicenza celebra il pellegrinaggio al Monte Pasubio. Ma non è scontato che «tutti i pellegrinaggi si assomiglino»: sono simili nello svolgimento, ma le emozioni sono sempre diverse. Quest’anno, per esempio, gli alpini e le altre persone salite il 3 settembre al sacrario del Colle di Bellavista sono stati accolti da uno spettacolo impressionante: il massiccio del Pasubio imbiancato da un lato e il sole che si specchiava nella laguna di Venezia, lontana ma perfettamente visibile, ad Est!
Alpini gente seria
Ho scritto al quotidiano L’Avvenire riguardo a un articolo “Inps, stretta anti-furbetti sulla malattia degli statali”. Ho riportato una frase di Egisto Corradi tratto dal suo libro “La ritirata di Russia”. «Il cappello alpino non è un cappello da furbi, non lo è nel senso che alla parola furbo si dà in Italia. Gli alpini sono tutto meno che furbi, a questa definizione ci sto. Sono gente seria.