TORINO – La magia di un Natale alpino
Chi non ha mai sognato da piccolo di poter visitare la casa di Babbo Natale, vedere la fabbrica dei giochi, sbirciare gli elfi che impacchettano i giocattoli e accarezzare le renne, fedeli amiche del vecchietto con la barba bianca? A Torino il sogno del Natale si concretizza: fino al 7 gennaio le fantasie dei bambini diventano realtà nei 20mila metri quadrati dei prestigiosi giardini della Reggia di Venaria Reale, dove sorge il villaggio di Santa Claus, immerso nel verde del parco.
L’arma della pace
Mai come in questi ultimi tempi si ha l’opportunità, tramite i mezzi d’informazione e divulgazione, di approfondire in maniera esauriente, più veritiera e costruttiva, la storia dei due conflitti mondiali. Costruttiva e riflessiva la grande morale che se ne ricava: che alla fine di tali carneficine militari e civili non ci sono né vinti né vincitori, ma solo perdenti.
Adunata di pace
La colomba bianca, simbolo di pace, è elemento centrale del logo che caratterizza l’Adunata nazionale di Trento. La città del Concilio ospiterà dall’11 al 13 maggio 2018 l’evento che ricade a un secolo dalla fine del primo conflitto mondiale. Proprio per questo, nelle intenzioni della locale Sezione guidata dal Presidente Maurizio Pinamonti la prossima primavera andrà in scena un’Adunata all’insegna della pace e della riconciliazione.
MODENA – La sezionale di Modena
L’alzabandiera in Piazza Roma a Modena ha aperto ufficialmente la 75ª adunata sezionale. L’appuntamento più importante del calendario della Sezione di Modena è ritornato nel capoluogo dopo ben 27 anni; era infatti il 1990 quando fu organizzata l’ultima volta in città in occasione dell’inaugurazione della sede di via del Luzzo. Il ricco programma del sabato è proseguito al Centro Alberione per l’inaugurazione della mostra storico alpina con esposizione di cimeli militari, stampe e tante immagini sulla Campagna di Russia.
Brucia l’arco alpino
Alla siccità che durava ormai da mesi si è aggiunto il forte vento e, alla fine di ottobre, sulle montagne della Valsusa, da un focolaio, le fiamme si sono prorogate a dismisura. Una situazione drammatica che ha visto anche gli alpini intervenire con le squadre dell’antincendio boschivo. Solo grazie al massiccio intervento dei canadair, degli elicotteri, dei Vigili del Fuoco e dei volontari, dopo una settimana si è riusciti a domare le fiamme, anche se l’opera di bonifica si è prolungata per parecchi giorni.
Il mondo su due ruote
È un giorno qualunque di ottobre. Il cielo grigio e basso che scende e bagna le strade. Dal cancello del civico 3 di via Giuseppe Ba spunta una bici traballante per il peso delle borse, due davanti e due dietro, 35 chili in tutto. Paolo sorride nel breve video realizzato con uno smartphone dall’unico amico che è lì a vederlo partire. Un cenno di saluto, due pedalate, poi svolta a sinistra e va con i suoi pensieri, le sue paure, con la felicità di aver raggiunto un obiettivo. Così inizia il viaggio di Paolo, giovane uomo nato a San Giovanni Ilarione, nella media Val d’Alpone. Una laurea in Lettere e undici anni da vigile. È proprio durante il servizio nel centro storico di Verona, tra via Mazzini e Piazza Bra, che comincia a pensare a un’altra vita.
TRENTO – Come cent’anni fa
Erano ormai più di due anni che sulla catena del Lagorai si combatteva quando, il 27 agosto del 1917, con una speciale “Messa al campo”, il cappellano del btg. Feltre, don Luigi Agostini, inaugurava la “sua” chiesetta di guerra: eretta alle falde del Monte Cauriol, in località Campìgol del Fèro, grazie all’impegno degli scalpellini e dei carpentieri che mai mancavano fra i montanari del 7º ed impreziosita all’interno da una statua della Vergine realizzata in legno di cirmolo dal ten. Giuseppe Caimi (caduto alla fine del 1917 sul Grappa).
Un’Adunata possibile
Perché no la Sardegna? Su L’Alpino di ottobre, l’alpino Ferrari proponeva la Sardegna per un prossimo raduno; la cosa ha suscitato alcune sue perplessità. Vorrei però ricordare l’ottima (a mio avviso) riuscita del raduno di Catania nel 2002. Detta città non ha certo forti tradizioni alpine, eppure eravamo in tanti e ben accolti.
Con le gambe della mente
A forza di sentir parlare dei miracoli in termini strabilianti e spettacolari va a finire che ci sfuggono quelli veri che ci passano sotto gli occhi tante volte in un giorno. Fatti straordinari vissuti nell’ordinarietà del quotidiano. Quando entro in casa di Riccardo Cerantola a Cartigliano, comune del vicentino di 3.800 abitanti, i miracoli che si presentano sono almeno due. Il primo è tecnologico. A parte le varie macchine che consentono le funzioni vitali non più autonome, colpisce il computer oculare con il quale il padrone di casa comunica col mondo.
Eroe di corsa
Appena avuta la comunicazione gli alpini della Sezione di Vancouver hanno pensato ad uno scherzo: una penna nera bergamasca si era messa in testa di attraversare il Canada coast to coast, un’impresa mai tentata da alcun runner. Migliaia di chilometri in un ambiente ancora selvaggio, attraverso le Montagne Rocciose e immense foreste, percorrendo, tranne che per i tratti autostradali, la Trans-Canada Highway e, in subordine, la rete viaria di giurisdizione federale che unisce le dieci province del Paese.
Un giorno alle Stelline
Il calendario indica il 19 novembre, quindi pieno autunno, ma la temperatura a Milano pur di primo mattino ci fa pensare ad un inizio di primavera. È in questo clima che i Presidenti di Sezione, come ogni anno, si sono ritrovati al Palazzo delle Stelline per il consueto incontro ormai parte integrante della vita associativa. Mancano solo tre Sezioni all’appello e in sala il pubblico è numeroso poiché ogni Presidente ha pensato bene di farsi accompagnare dai suoi più stretti collaboratori.
Ricordi di giovinezza
Nell’editoriale di agosto-settembre “Il potente messaggio della montagna”, ho rivisto molto della mia giovinezza con i filò nella stalla della mia famiglia. Nel mio paese di La Valle Agordina, si può dire che ogni abitazione rurale avesse vicino la stalla con il fienile, qualche volta erano uniti. Nelle lunghe notti invernali, le nostre mamme e nonne, in attesa che le mucche gravide partorissero, filavano la lana, rammendavano vestiario e costruivano “scarpet” (calzature in pezza) per tutta la famiglia.