Il discorso di Mattarella
Ho atteso con trepidazione l’arrivo de L’Alpino per vedere se ci fosse qualcosa sul discorso del Presidente della Repubblica Italiana di fine anno, dove Mattarella paragonava i diciottenni partiti e morti al Fronte per l’Italia ai diciottenni che sarebbero andati a votare alle ultime elezioni.
L’esempio di Battisti
Gli alpini della nostra bella Italia, chi in un modo e chi in un altro, stanno commemorando il centenario della Grande Guerra, tragico scontro tra l’Impero austro ungarico e l’Esercito italiano, in lotta per la propria libertà e per stabilire i confini di Stato. Più volte ho letto sul nostro mensile L’Alpino le imprese eroiche di vari alpini tra i quali Cesare Battisti. Quando ero ragazzino, la mia mamma friulana (Carnica) nata nel 1907, mi ha parlato di Cesare Battisti e mi ha insegnato il giuramento pronunciato sul patibolo il giorno della sua impiccagione.
Il telegiornale che unisce
Finalmente in Tv, sugli ipad e su smartphone c’è la voce degli alpini. Sono il Capogruppo di Leonessa, Sezione di Roma, e due volte a settimana vado a cercare, come tanti alpini, il nostro telegiornale che mi fa entrare nel vivo dell’Ana rendendomi partecipe di quanto essa instancabilmente realizza giorno per giorno.
Oro alle Olimpiadi invernali
C'è un pizzico di Associazione Nazionale Alpini alle Olimpiadi invernali di Pyeongchang. Michela Moioli, oro nello snowboardcross, dal 2014 è iscritta al gruppo alpini di Alzano Lombardo (Sezione di Bergamo).
La Moioli ha conquistato il secondo oro per l’Italia e nella gara allo Phoenix Snow Park ha preceduto la francese Julia Pereira de Sousa Mabileau e la ceca Eva Samkova.
Ricordiamo che Michela è caporal maggiore e atleta degli sport invernali al Reparto Attività Sportive del Centro Addestramento Alpino di Courmayeur.
Lo sguardo del reduce
Anzitutto mi debbo complimentare per la pazienza che dimostri in alcune delle tue risposte; inoltre, per tranquillizzare il Presidente della Sezione di Domodossola, premetto che questa mia è frutto del mio pensiero e il direttivo della mia Sezione non c’entra, quindi mi sento libero di esprimermi e implicitamente autorizzato a farlo. Scrivo perché mi ha colpito l’espressione del reduce Angelo Viviani sulla copertina dell’ultimo numero de L’Alpino.
Non è questione di firma
Ho letto la tua risposta su L’Alpino di febbraio “L’autorizzazione a pubblicare” e ti ringrazio delle delucidazioni come sempre ben chiare e che condivido al 99%, ecco il perché: tutti gli alpini giustamente possono scrivere al direttore, è un diritto, nulla da eccepire, ma l’aggiunta del rafforzativo Gruppo o Sezione nella firma delle lettere involontariamente coinvolge i Gruppi e le Sezioni in situazioni che a volte non riescono a giustificare davanti alle rimostranze dei loro soci in merito alla pubblicazione.
Grazie Generale
“Morto un Papa se ne fa un altro”, si usa dire ma non sempre è così; nel nostro intimo “io” ogni persona trova un suo posto ed alcuni… più in alto! Sono appena tornato dalla cerimonia del cambio del comandante delle Truppe Alpine. Non è la prima. Abitando a Bolzano e facendo parte dell’omonima Sezione, di comandanti ne ho conosciuti diversi: ottimi e amichevoli rapporti ma sempre con quella sottile linea di distacco data dalla posizione, dal grado, dall’essere militari! Federico Bonato, e non me ne voglia se lo indico così senza il titolo militare, prima di essere un generale, prima di essere il Comandante delle Truppe Alpine, era ed è un uomo di grande cordialità e disponibilità.
Il bisogno di farci conoscere
Da più di 50 anni vivo la vita alpina, forse le mie idee sono un po’ vecchiotte, con i valori che mi sono stati trasmessi dai nostri veci, ma… sono rimasto perplesso e un po’ confuso quando ho ricevuto L’Alpino di gennaio: c’era proprio bisogno di dedicare 4 pagine al parere di 4 giornalisti, per avere una loro opinione? Quando durante tutto l’anno nessuno, dico nessuno, si interessa e spende una sola parola per il lavoro, le Adunate, il volontariato assiduo e continuo svolto dagli alpini in ogni parte della nostra Patria.
Raglio d’asino non sale in cielo
Come tutti in questo periodo mi sto attivando per organizzare al meglio per il mio Gruppo, la prossima Adunata di Trento. Ovviamente mi avvalgo di internet per cercare eventuali aggiornamenti che possano essere utili. Navigando fra i vari siti che trattano questo argomento, per mia sfortuna mi sono imbattuto in questo link “No all’Adunata degli alpini a Trento” e per curiosità sono entrato.
L’autorizzazione a pubblicare
Tutti in Sardegna
Ho letto anch’io quanto ha scritto Ferrari su L’Alpino di ottobre e quanto riprende a dire Camurati su quello di dicembre dove si caldeggia una futura Adunata nazionale in Sardegna. Concordo sulla risposta del direttore; l’impegno di organizzare un’Adunata nazionale in Sardegna esige una disponibilità di forze cui la Sezione Sardegna da sola non potrebbe far fronte. Ma con un congruo aiuto dal continente?
Ai piedi del Golico
Monti brulli, sassosi, con bassi cespugli che non offrono alcun riparo. Il sentiero ripido, salivo e pensavo. È aprile, noi con equipaggiamento leggero, tempo bellissimo; loro, i soldati italiani con zaini pesantissimi, l’inverno del 1940-1941 piovoso e nevoso. Noi dovevamo affrontare quasi 1.200 metri di dislivello, loro, partivano da Tepeleni, quindi percorrevano ancora più strada. Io salivo e cercavo di immedesimarmi con loro, anche se era impossibile.