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sabato, 10 Maggio 2025

I nostri titoli di Stato

Cosa ne pensate di questa veste di difensori del nostro Paese? Garibaldi ha contribuito ad unire l’Italia con i Mille, anche noi italiani già uniti, che ci commuoviamo davanti al Tricolore e al suo Inno Nazionale, possiamo continuare l’opera di unione d’Italia, in barba allo speculatore straniero, comprando i nostri titoli di Stato. 

Lo stemma sabaudo

Con orrore vedo stampata su L’Alpino di Ottobre nella sezione incontri la foto di un gruppo di sottufficiali SMALP degli anni 1954/55 che sfoggiano un tricolore con lo stemma sabaudo.

Sogno un Natale…

Sogno un Natale, dove mettendosi per un minuto ad ammirare l’universo con la sua infinita grandezza, ci trasmetta quell’energia positiva di immaginare e pensare. Sogno un Natale, dove fermandosi un secondo ad osservare il sole con i suoi raggi colorati, riesca ad illuminare le nostre idee e ci trasmetta tanto umano calore.

Il cappello negato

L’Alpino di agosto/settembre (pagg. 4-5) riporta più volte l’importanza del cappello alpino consegnatoci durante il servizio militare. Mi commuovo nel leggere: “Lacrime sul cappello rubato” di Baggio, da Treviso, così come è chiara, e un po’ severa la risposta data a Pezzolato, di Avigliana, che rivendica il diritto di portare il cappello alpino, negato, nonostante la sua passione. 

Un quadro, non un piastrino

Ne L’Alpino n. 9, ottobre 2011, a pag. 35, si dice:”…Carmela riceve da Respighi il quadro con il piastrino” (cerimonia di Roccaraso). Preciso che quello che appare non è il quadro contenente il piastrino, ma un quadro offertomi dalla famiglia Cicone sul quale sono riportati dati biografici dell’alpino disperso. 

Quegli alpini con il manganello

Che tristezza! L’altro giorno ho dovuto recarmi in città e sul piazzale della stazione ferroviaria ho incrociato una “ronda” formata da un carabiniere e da due ragazzi in divisa d’alpino che portavano un vistoso sfollagente nero al fianco.

Editoriali ripetitivi

Il nostro giornale è sempre più ricco di notizie e questo fa onore alla redazione. Ho notato però che gli ultimi editoriali quasi quasi si ripetono. Mi spiego meglio. A novembre Roberto Bertuol parla di legalità, valore civico e impegno associativo che sono temi cari agli alpini: ad ottobre si parla di senso dello Stato.

L’alpino… uomo vero

Nei giorni scorsi, nello spazio della posta del condominio, ho visto la vostra rivista. Non aveva destinatario. Dopo aver atteso qualche giorno, non ho resistito e l’ho presa. Sono vedova di un alpino e ne vado fiera. Mio marito ha fatto il militare a Malles Venosta, 5° Alpini, battaglione Tirano. L’anno scorso gli alpini sono venuti a Bergamo e, compiaciuta e commossa, li ho osservati da vicino e presa dall’emozione ho scritto: “L’alpino è portatore dei valori di sempre. Ha la saggezza del vivere… sa cogliere la realtà dell’esistenza… le necessità di chi soffre. Uomo vero”.

Fernanda Peruzzi, Bergamo

La lezione del C.T. Fabio Capello

Nella terza domenica di settembre Udine ha ospitato una manifestazione che è la maggiore vetrina dei prodotti dell’artigianato e dell’agro-gastronomico del Friuli, invitando Fabio Capello ad inaugurare la kermesse. In piazza Libertà si è svolta l’apertura con le note della fanfara della Julia e qualcuno ha provato a far indossare il cappello alpino al commissario tecnico; ecco cosa scrive il Gazzettino nell’edizione di Udine: “Forse la politica dovrebbe essere più semplice o perlomeno più attenta al quotidiano. Prendete ad esempio la questione dell’appartenenza o meno dell’Isontino al Friuli, tanto cara ai fautori dell’influenza triestina. Arriva un personaggio come il CT della nazionale inglese di calcio, Fabio Capello, nato a Pieris, e i dubbi sono risolti: si sente friulano fino al midollo, senza retorica, ma con emozione. Non si mette il cappello da alpino, inflazionato ormai sulle teste di Zico e del papa, si mostra rispettoso, ma lui l’alpino non l’ha fatto: urlo liberatorio per quanti sono stanchi di stereotipi”. Una bella lezione di correttezza.

Roberto Toffoletti, Udine

“I cinque dell’Adamello”, in tv solo di notte

Erano quasi le due del mattino, avevo finito da poco di lavorare e stavo per andare a dormire quando girando i canali televisivi, vidi un’immagine, su Rete 4, di alpini. Andai su Televideo, si trattava di un film tutto sugli alpini: “I cinque dell’Adamello”. C’è una cosa che rende tristi perché certi film devono relegarli di notte in una televisione monopolizzata, in prima e seconda serata, da isole dei famosi, da grandi fratelli, da X-Factor, da politici che fanno finta di litigare. La società in cui viviamo è sempre meno realista e sempre più sognatrice, ma i sogni sono belli se sono veri.

Vladimiro Tanca

Vodka mattutina? No, grazie!

Dal Giornale di Vicenza di domenica 30 ottobre 2011, pag. 14 – “Ubriaca in classe, si sente male e viene ricoverata”. Come poi hanno spiegato “avevano fatto colazione con birra, vodka e grappa. Ma non essendo alpini di provata esperienza non hanno retto”. Io non so quanti alpini conosca il cronista, che al mattino fanno colazione con birra, vodka. Io di sicuro conosco personalmente decine di alpini che si prodigano nella Protezione civile, che si impegnano nelle zone terremotate, nelle zone alluvionate, ecc. Le penne nere che si sono impegnate, proprio un anno fa in molte zone del Veneto, non credo fossero “alcolisti”. 

Pierantonio Bellin - Noventa Vicentina

C’erano anche gli alpini e la Julia

In attesa di essere ricevuto nel mio Comune, ho potuto sfogliare una rivista dal titolo “La Protezione Civile Italiana” n. 5 giugno 2011 ed a pagina 90 trovo: “Friuli, 35 anni fa la terra trema”, che tratta di un convegno presso il Castello di Udine su quella catastrofe. Poiché partecipai come alpino in congedo della sezione ANA di Modena alla ricostruzione, ho letto con particolare interesse quello scritto. Meraviglia e amarezza: non vengono citati né l’ANA, né la Julia e gli alpini alle armi. E dire che erano presenti prefetti, presidenti, onorevoli, professori. Siamo proprio “alla frutta”, ormai.

Alfonso Pasquali, Fanano (MO)

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