28.8 C
Milano
lunedì, 9 Giugno 2025

DOMODOSSOLA – Un presepe alpino

Era da circa due anni che gli alpini del Gruppo di Re avevano in animo di realizzare un presepe alpino; la difficoltà era di riuscire a trovare un sufficiente numero di statuine. Poi un giorno, il Capogruppo Pio Cantadore chiacchierando dell’idea con l’amico Ivan Mellerio, alpino e componente della Commissione sportiva nazionale, ha scoperto che Ivan possiede una bella collezione di alpini in bronzo nelle varie divise storiche, dalla fondazione del Corpo ai giorni nostri.

Là dove tramonta il sole

Sembra un foglio scuro e stropicciato il mare questa mattina, colpa del vento di libeccio che soffia severo da sud ovest. Compare all’improvviso, dopo una galleria, lungo l’autostrada del Turchino. Percorro qualche chilometro ancora e arrivo a Savona, poi a Carcare. L’illusione salmastra svanita. Nel parcheggio della piazza principale mi aspetta Luigi Bertino, profondo conoscitore della gente e delle tradizioni scritte lungo il crinale tra Piemonte e Liguria. Da tempo mi aveva promesso qualche ora che difficilmente avrei dimenticato. 

Teresio, ribelle per amore

Il 17 gennaio 1945, appena dopo la sua scomparsa, si parlò della morte di un Santo. Nell’orrore del lager di Hersbruck Teresio Olivelli agì nello stesso modo in cui visse la sua breve vita, inseguendo un istinto di giustizia, difendendo i deboli e gli oppressi. La sua predisposizione ad aiutare il prossimo emerse naturale fin dalla gioventù - era nato a Bellagio (Como) il 7 luglio 1916 - e si fortificò con la militanza ad Azione Cattolica e alla Federazione Cattolica Universitaria Italiana. Al Collegio Ghisleri di Pavia, durante gli studi in giurisprudenza, i compagni lo soprannominarono scherzosamente “Padre Oliva” per la sua religiosità.

LA SPEZIA – Rose per Santa Barbara

Il 4 dicembre, nella ricorrenza delle celebrazioni per Santa Barbara, presso la caserma Ugo Botti di La Spezia, un marinaio e un alpino hanno donato alla Santa due mazzi di rose uno da parte dell’equipaggio della nave e l’altro da parte della locale Sezione Ana. Don Paolo Aluisini ha benedetto il quadro di Santa Barbara che sarà conservato nella “Santa Barbara” della nave. 

LECCO – Alpino fra gli Alpini

Il ruolo di presidente non è facile, soprattutto in un’Associazione come la nostra: tanti gli impegni, tanti i problemi da risolvere, tanti gli incontri istituzionali. Quando ho saputo che il Presidente Favero sarebbe venuto a far visita al mio Gruppo, ho pensato di organizzare qualcosa di semplice, affinché si sentisse in famiglia, uno di noi. Niente clamori dunque, niente autorità, niente discorsi, così da godere appieno il tempo e la nostra compagnia. 

Grazie Mario, grazie Belgio

Carissimo Presidente nazionale Sebastiano Favero e caro direttore de L’Alpino, grazie della vostra presenza al 1º raduno alpino in Europa a Marcinelle, una sfida portata a buon fine. Il minatore Luigi, nella foto di prima pagina sul numero di novembre del nostro giornale, è contentissimo, e così gli altri. 

Per la nostra difesa

Caro direttore, basta un attimo di distrazione; incappare in uno scivolone di stile può capitare a tutti. È ciò che penso sia capitato anche a lei nella seconda parte della risposta alla civilissima lettera dell’alpino Luciano Busca, sul cui contenuto concordo in toto.

Un ricordo che conforta

Ecco quello che hanno saputo fare gli alpini del Gruppo Valpotenza della Sezione Marche con sede a Castelraimondo, piccolo paese di 4mila anime nel cuore dell’Appennino marchigiano. Alle spalle del monumento del paese troneggiano 54 pennoni, tanti quanti sono i nostri figli caduti in Afghanistan. In questi mesi, con pazienza e costanza smisurate gli alpini e le autorità del posto hanno chiesto e in buona parte ottenuto i vessilli delle città di appartenenza dei 54 Caduti.

Prenderla con un sorriso

Caro don Fasani, sicuramente Luciano Busca continuerà a pregare e a recitare la “Preghiera dell’Alpino” secondo il suo sentire. Penso, però, che forse per un attimo - spero per non più di un solo attimo - gli sia venuta la voglia di cessare di farlo, dopo aver letto la tua risposta alla sua lettera, riportata sul nostro mensile nel numero di novembre. 

Intelligenza e cuore

Trentatré anni trascorsi in via Marsala 9, a Milano. Una storia di vita, vissuta a incontrare gli alpini, ad ascoltare le loro voci, richieste, brontolate… Una sensibilità che lentamente ha indossato nel cuore, prima ancora che sugli spazi di una scrivania, operando per i colori dell’Ana. Detta così, con i toni sbrigativi di un commento, che deve obbedire agli spazi e alle logiche delle battute sul computer, anche la vicenda di Giuliana Marra rischia di ridursi, sfilacciata, a un resoconto formale.

Trentatré anni trascorsiin via Marsala 9, aMilano. Una storia di vita,vissuta a incontrare gli alpini,ad ascoltare le lorovoci, richieste, brontolate…Una sensibilità chelentamente ha indossatonel cuore, prima ancorache sugli spazi di unascrivania, operando peri colori dell’Ana. Dettacosì, con i toni sbrigatividi un commento, che deveobbedire agli spazi e allelogiche delle battute sul computer,anche la vicenda di Giuliana Marrarischia di ridursi, sfilacciata, a unresoconto formale. In realtà, in questomomento, in cui sta per prenderecongedo dalla redazione de L’Alpino,per reinventarsi nuovi giornida… pensionata, lievita intorno anoi il senso di un vuoto tutto da riempire,non facilmente colmabile.E non sarà facile, detto fuori dallaretorica di circostanza. Vuoi perchéGiuliana era una sorta di Wikipediadel giornale, per via della sua lungaesperienza, vuoi per il singolareacume di cui la Provvidenza l’haDOPO 33 ANNI GIULIANA MARRA LASCIA LA REDAZIONEdotata. La sua razionalità composta, lucidae stringente era un sicuro punto diriferimento per le generazioni più giovaniche con lei lavoravano e si misuravano.Ed era il suo senso dell’humour,sottolineato da una sonora e coinvolgenterisata, che si imponeva comecollante, oltre le diversità generazionali.Non era un caso se tra colleghe sichiamavano con un generico e reciproco“Sabbry”. Giusto per indicare unaconfidenza e una familiarità che sapevaandare oltre le differenze di anagrafe equelle ovvie dei punti di vista. Giulianaha visto succedersi molti direttorialla testata de L’Alpino. Di ognuno sapevacogliere l’originalità,che rispettava, adattandosicon l’elasticità mentaledi cui è detentrice.Quando arrivò il mio turno,quasi quattro anni fa,mi guardai intorno appenaappena spaesato, pensandodi dovermi adeguare amodi di fare che, ad esserepessimisti, potevano apparirecome incrostazionidifficili da intaccare. Devoringraziare soprattuttoGiuliana se il mio ingresso,scandito dalla sua sorridenteaccoglienza, mi sembrò un ritornoa casa. È banale dire che il valoredelle persone si scopre soprattuttoquando ci mancano. Ma questa nonè una epigrafe. È un sottile dispiacere,come la neve di Lucio Battisti,che cade senza fare rumore. In fondoGiuliana la vedremo e la rivedremo,forse più rilassata e riposatadi adesso. Per cui non ci resta chedirle un grazie senza misura. Per ciòche ha dato all’Ana e a L’Alpino. Eper ciò che ci ha dato, umanamenteparlando. Un abbraccio, Sabbry.Il direttore

Nastrini e medaglie

Ho letto su L’Alpino di novembre 2015 la lettera “Eroi di un tempo”, scritta da Edoardo Pezzutti, del Gruppo di Fontanafredda, Sezione di Pordenone. Non conosco questo alpino, né so quando e in quale reparto ha prestato servizio. Forse, durante i mesi di servizio, i suoi superiori non gli hanno spiegato bene il significato dei nastrini, che sono sempre portati sull’uniforme, né delle medaglie, portate in circostanze particolari.

Operare per il mondo

Buongiorno, sono il maresciallo Ceratto e vorrei fare alcune precisazioni in merito alla lettera del signor Edoardo Pezzutti sul nostro giornale di novembre. Anzitutto ringrazio il direttore per la spiegazione del significato dei nastrini, che pone nella giusta ottica il valore di tali riconoscimenti. Ma vorrei far presente al signor Pezzutti una situazione comune a tutti i militari che partecipano alle missioni all’estero. 

ULTIMI ARTICOLI

Federico Vietti

Nato ad Aosta il 20 gennaio 1997 è dottore commercialista, iscritto anche all’albo degli esperti contabili della Valle d’Aosta e ha l’abilitazione alla professione...

Pietro Piccirilli

Andrea Cainero