Anche l’alpino piange
Sono un amico degli alpini, fratello di un alpino classe 1932 che purtroppo già da parecchi anni è “andato avanti” mentre era ancora Capogruppo degli alpini di Cismon del Grappa. Ma veniamo al motivo di questa mia che vorrei dedicare a mio fratello Pasquale. Non se ne abbia direttore, se mi permetto di suggerirle il titolo: anche l’alpino piange. No, non è il nostro meraviglioso giornale, come avrà subito pensato. Bensì l’alpino in carne e ossa, descritto da molti come il meglio del nostro esercito italiano.
Scritti… con la divisa
In attesa di altre lettere, torniamo dall’artigliere di montagna di qualche numero fa appena giunto al campo estivo in quel di Padola, frazione di Comelico Superiore, posta tra le Dolomiti di Sesto. Dall’accampamento osserva per la prima volta il Passo della Sentinella, un’ardita sella a 2.717 metri che si apre tra la Croda Rossa di Sesto e i torrioni di Cima Undici, luogo di cruenti scontri durante la Grande Guerra. Lassù, tra vertiginose cenge, vede serpeggiare l’ardita Strada degli Alpini che attraversa a mezza costa le pareti della Cima Undici e i contrafforti della Cresta Zsigmondy. Uno spettacolo impagabile che muta al cangiar del cielo. Per il nostro specialista al tiro i giorni trascorrono su per le pendici delle montagne circostanti.
VICENZA – La luce nel silenzio
Il paese di Lugo di Vicenza ha vissuto una giornata importante grazie alla presenza del Presidente nazionale dell’Ana Sebastiano Favero, prima nella sede degli alpini di Lugo e poi alla presentazione del libro “Luce nel silenzio” del fotografo Gigi Abriani.
Sentieri eroici
A conclusione di un intenso periodo di addestramento la brigata alpina Julia ha svolto una marcia in montagna sui “Sentieri eroici”, lungo le vie sulle quali cento anni fa sono passati gli alpini e le truppe austroungariche durante le fasi della Grande Guerra. Scenario le Alpi Carniche delle province di Udine e di Belluno, nel comprensorio delle sorgenti del Piave ai piedi del Monte Peralba a quota 1.830 e dei Monti Chiadenis e Lastroni, proprio lungo la linea del fronte, teatro di numerosi e sanguinosi scontri, atti d’eroismo e gesta d’alpinismo.
La naja obbligatoria
Sono un alpino di 34 anni, con 6 anni di Esercito alle spalle, di cui più di 4 nelle penne nere. Seguo con inquietudine gli avvenimenti degli ultimi anni riguardo al dilagare sempre crescente del terrorismo di radice islamica, con la continua e inesorabile erosione dei sacri valori di Patria e identità culturale, sia italiana che europea. Per rimanere in tema, qualche numero fa ho letto con interesse la lettera di un alpino il quale asseriva che il reintrodurre la naja obbligatoria fosse una “stupidada”.
Il gen. Caruso al Comfose
Il generale Ivan Caruso lascia Bolzano per andare a Pisa dove ricoprirà l’incarico di comandante delle Forze speciali dell’Esercito Italiano, il Comfose, che ha il compito di selezionare, formare e addestrare il personale destinato al comparto delle operazioni speciali dell’Esercito e a garantire l’addestramento delle unità alle sue dipendenze, integrandone e uniformandone anche la dottrina. Dipende direttamente dal comando delle Forze operative terrestri, comando operativo dell’Esercito con sede a Roma.
Il nostro giornale
Sono un caporale alpino, scaglione 2º/’40 e sono fiero di essere alpino. Sono iscritto al Gruppo di Borgo Casale dal 1964. Con questa mia non voglio farti la solita sviolinata di complimenti, ma sento il dovere di esprimere un plauso a tutta la redazione (articolisti, fotografi, impaginatori) per la magnifica rivista, per il contenuto e per gli articoli.
Scuole alpine
Intendo esprimere il mio parere sulla sfilata degli Auc inquadrati nella Smalp. Non trovo giusto che parte di loro sfilino per conto proprio, mentre dovrebbero, come fa la maggioranza, sfilare con le proprie Sezioni. Avendo partecipato attivamente a 47 Adunate, ne conosco molti e so quanto ci tengono ad incontrarsi, ma sfilare separati, non mi pare giusto.
Riccardo Demuti
Onori alla Garibaldi
Sentita e partecipata cerimonia in ricordo dei Caduti della Divisione partigiana Garibaldi a Pljevlja, nel luogo dove essa fu istituita il 2 dicembre 1943. Il sindaco Mirko Đačić e altre autorità italiane e montenegrine hanno deposto una corona alla lapide scoperta nel 1983 dall’allora Presidente della Repubblica Sandro Pertini e dal Presidente jugoslavo Mika Špiljak.
Voci dall’Ortigara
L’Ortigara a distanza di cento anni è ancora capace di portarci le voci degli alpini che per sempre custodiranno questo luogo, un messaggio dentro una bottiglia lanciata nel mare del tempo. 10 giugno 1917. Nelle trincee di quota 2.012 della linea italiana, gli alpini osservano con trepidazione il bombardamento italiano che promette di distruggere i reticolati e i nidi di mitragliatrice che proteggono la linea austriaca. Tra loro vi è un muratore padovano, di Vigonza per la precisione. Il suo nome è Antonio Baratto, classe 1891, inquadrato nel battaglione Sette Comuni. Durante il gelido inverno, ha avuto la fortuna di essere scelto come attendente di un tenente di Biella, cugino del comandante della compagnia, un Capitano di Vercelli. Il giovane si fa subito voler bene dai suoi superiori.
Successo nel Levante savonese
Grande soddisfazione e grande apprezzamento per il lavoro dei volontari e dell’organizzazione: l’esercitazione “Levante del Savonese” è stata un successo. Sono queste le prime parole che mi sento di esprimere dopo aver partecipato all’esercitazione del 1º Raggruppamento. Un sigillo prestigioso da apporre sull’sercitazione che ha visto impegnati gli uomini e le donne delle squadre delle Sezioni di Liguria, Piemonte e Valle d’Aosta, nei 49 cantieri operativi che hanno interessato 12 aree di intervento nei comuni di Albisola Superiore, Albissola Marina, Celle Ligure, Savona e Varazze.
BASSANO – Ai soldati del Grappa
Una due giorni intensa quella che ha caratterizzato la presenza dell’ambasciatore slovacco Jan Soth nel bassanese e al Sacrario di Cima Grappa in territorio di Crespano (Treviso). In base ad accordi presi con Onorcaduti e con i vertici dell’Ana l’alto rappresentante del Governo slovacco, accompagnato dal direttore generale del Ministero degli Interni slovacco, ha potuto realizzare uno dei sogni della sua vita: onorare i Caduti della sua terra in territorio italiano durante la Prima Guerra Mondiale con lo scoprimento di una targa commemorativa all’interno del Museo storico alla Caserma Milano.