Evitiamo gli slogan
Raccogliendo l’invito del direttore “Siate brevi”, cercherò di sintetizzare al massimo il mio pensiero sull’Europa. La democrazia giustamente lascia esprimere a tutti il proprio pensiero e Lorenzo Conradi di Imperia lo ha fatto. Credo però che debba essere chiaro che le sciocchezze e le stupidaggini scritte nella sua lettera vadano evidenziate come tali.
Semplicemente straordinari
Dieci anni orsono mi sono trasferito dalla mia città natale di Bologna alla sottofrazione La Maina, a Borsoi d’Alpago, un piccolo paese di 180 abitanti in provincia di Belluno. Avvicinato dai miei nuovi amici, sono socio aggregato del locale Gruppo. Gli alpini amministrano l’unico punto di ritrovo del paese, che noi chiamiamo semplicemente “La Sede”, si impegnano nelle “solite” iniziative di volontariato e Protezione Civile e riescono a dar fiato a trombe e quant’altro è neces sario per far marciare la famosa fanfara alpina di Borsoi, nota in tutta la regione e certo al di fuori. Niente male, converrà, per un paese così piccolo.
Un Paese solidale
«La ricchezza e la qualità del nostro Paese, quella che tutto il mondo ammira, sta anche nella sua diversità, nella sua articolazione, nelle sue molteplici originalità, che vanno quindi tutelate e valorizzate. Vogliamo ricordare il 1987 della Valtellina e delle valli qui vicine anche per trarre, dalle dure lezioni della storia, gli insegnamenti e le spinte per migliorarci e rendere più forte la nostra comunità, quella nazionale e quelle locali.
Il finto alpino
Sinceramente non capisco tutta questa polemica sul fatto che gli amici degli alpini non possono indossare il cappello alpino.
Montagna sacra
Ortigara, Golico, Nikolajewka, luoghi della memoria e della leggenda alpina. Non sono comparabili alla Somme, Verdun, Stalingrado eppure nell’immaginario collettivo segnano in modo indelebile il non senso delle sciagure che hanno devastato l’Italia e l’Europa nella prima metà del secolo scorso. Nello stesso tempo da quelle memorie emerge con la forza della sublimazione la grandezza dell’uomo-soldato. Nulla è più intrigante di quella pietraia, appiattita nella suggestiva cerchia degli Altipiani che si estende dal Caldiera a Cima Dodici per finire sul Portule.
La grandezza di uno “Scricciolo”
Da ormai diversi anni, per il coro Scricciolo di Cameri, il momento più emozionante è quello di animare la Messa in occasione del raduno del 20º corso Acs della Smalp di Aosta in cui ha militato anche il suo direttore, Armando Travaini. Ma ciò che fa venire i “brividi” al nostro gruppo vocale è quando la Messa è celebrata all’interno di un sacrario e l’omelia è tenuta da don Bruno Fasani al termine della quale, chi scrive, si è ritrovato a piangere, ma non è il solo. Per un attimo, in quell’ambiente, pare risuonare un eco: non sono i nostri canti o preghiere, bensì le voci di tutti quei ragazzi che ci hanno preceduto e, a uno a uno, ci stanno dicendo: “Presente!”.
Trenitalia risponde
Gentile direttore, ho letto con rammarico nel numero di giugno le lamentele avanzate da un lettore facente parte del Gruppo di Cappella Maggiore, Sezione di Vittorio Veneto, sul servizio ferroviario fornito in occasione dell’Adunata di Treviso. Con la presente, desidero perciò fornirle alcuni necessari chiarimenti in merito al servizio ferroviario svolto in occasione dell’Adunata degli alpini. Per prima cosa, la informo che Trenitalia eroga il servizio sulla base del contratto vigente con la Regione Veneto, committente e programmatrice del servizio ferroviario regionale.
Il potente messaggio della montagna
Sono cresciuto in una piccolissima contrada della Lessinia veronese. Tre famiglie, quattordici bambini, dieci vacche in tutto. Prati e boschi ripidissimi. Belli da correrci per giocare, ma sfinenti quando si doveva portare a spalle l’erba per far mangiare gli animali durante l’inverno. Fu allora che decisi che a me di fare il contadino non sarebbe mai piaciuto. Eppure di quei tempi, che porto dentro con rimpianto e nostalgia, ricordo soprattutto i lunghi filò nelle stalle, mentre la neve ci imprigionava dentro notti senza stelle. Si era insieme, a parlar di nulla, se non a tessere la trama di un racconto, che aveva per tema la reciproca appartenenza e la felicità che si sperimentava nello stare insieme. Ricordo soprattutto le mani di mio padre che intrecciava cesti con i rami sottili presi dal bosco, dando loro forma e armonia. Sembrava che ci mettesse dentro la voce a quei cesti. Che erano piccoli se servivano per portare i dolci per Santa Lucia, più grandi se servivano per il raccolto nei campi.
Lovetiam 2017
Nel percorso intrapreso da alcuni anni dal già Coordinatore nazionale Giuseppe Bonaldi, il 2º Raggruppamento, valutate le esigenze formative dei volontari e la realtà operativa delle più recenti emergenze, ha ritenuto necessario ampliare e approfondire le capacità già testate in altri eventi, sviluppando una più efficace capacità di reazione ed intervento in caso di emergenza idrogeologica.
Calendario storico Ana 2018
È possibile ordinare il Calendario storico Ana 2018 dedicato al “Centenario della Grande Guerra”.
Nelle 24 pagine di grande formato della nuova edizione – quest’anno è la 10ª – troverete le immagini che raccontano un anno di manifestazioni della nostra Associazione, la storia, con particolare riferimento agli avvenimenti del 1918, le attività di conservazione della memoria e quelle di volontariato.
Le Sezioni, i Gruppi e i singoli interessati possono richiedere il Calendario storico Ana 2018 direttamente a “L. Editrice s.r.l.”, tel. 019/821863, cell. 333/4189360, oppure 346/7384176; fax 019/805900; e-mail l.editrice@libero.it
Al lavoro in Centro Italia
CAMPOTOSTO - Finalmente! Le pale meccaniche sono in azione a Campotosto per la regolarizzazione dello scavo di sbancamento e per l’esecuzione degli scavi parziali di fondazione. Dopo l’apposizione delle ultime firme ai documenti necessari e il conferimento delle deleghe ai tecnici incaricati il 3 agosto sono iniziati i lavori per la realizzazione del fabbricato polifunzionale che l’Ana donerà al Comune. Presto vedremo la struttura nella sua forma definitiva sulla quale verrà posato il tetto a cura e a carico della Sezione di Trento.
Anche l’alpino piange
Sono un amico degli alpini, fratello di un alpino classe 1932 che purtroppo già da parecchi anni è “andato avanti” mentre era ancora Capogruppo degli alpini di Cismon del Grappa. Ma veniamo al motivo di questa mia che vorrei dedicare a mio fratello Pasquale. Non se ne abbia direttore, se mi permetto di suggerirle il titolo: anche l’alpino piange. No, non è il nostro meraviglioso giornale, come avrà subito pensato. Bensì l’alpino in carne e ossa, descritto da molti come il meglio del nostro esercito italiano.