A luglio al Falzarego
In Adamello per il Soldato ignoto
Il valore di un’immagine
SALÒ – Ricordi indelebili
Creare un’opera che fermi nel tempo le gesta degli alpini durante la Grande Guerra e che sia a beneficio e monito per le future generazioni. È da questa idea, tutt’altro che banale, che gli alpini di Prevalle sono partiti per realizzarla. Non volevano però il classico monumento eretto in piazza piuttosto che la scultura da rinchiudere nel salone di un palazzo istituzionale; quest’opera doveva essere visibile sempre e a tutti.
Il cappello verrà con me
Caro direttore, ho letto su L’Alpino di febbraio in merito a chi lasciare il cappello in eredità. Io sono figlia e moglie di alpino orgogliosissima di esserlo.
TREVISO – A Mogliano per la sezionale
Tutto è iniziato sabato 19 novembre 2011. Il terreno dove ora sorge la nuova sede del Gruppo di Mogliano Veneto era ricoperto di sterpaglie quando gli alpini, di buona lena, si sono messi al lavoro. La felice conclusione è arrivata domenica 1º ottobre 2017 con la tanto attesa e riuscita cerimonia di inaugurazione della sede. Nel mezzo, sei anni di lavoro contrassegnati da grande entusiasmo e ferma intenzione di raggiungere l’obiettivo. Con provata forza di volontà e assoluta dedizione, gli alpini moglianesi hanno raccolto il frutto di tante fatiche e di tempo sottratto alle famiglie. Ancora una volta hanno messo in campo quei valori che fanno parte del loro patrimonio.
Leva inutile o educativa?
Egregio direttore, dopo aver letto la lettera intitolata “L’importanza della leva” su L’Alpino di marzo a firma del gen. Luigi Manfredi mi viene da rispondere che oggi il servizio di leva risulterebbe incompatibile ed inutile per aspetti operativologistici e gestione degli stessi. Se si è giunti al “mestiere delle armi” è perché le sempre più complesse esigenze militari (terrorismo crisi e conflitti nei paesi vicini) europee (paesi Nato) ci sono state richieste dalla politica internazionale di Onu ed Ue.
Giovani idee
Aosta città alpina: non ci sono dubbi a riguardo e l’aria alpina la si respira in ogni suo angolo, specie di fronte all’alzabandiera nel piazzale della caserma Battisti, circondato da verdi montagne. Passando da lì una domenica mattina di aprile, un alpino in servizio in quella caserma avrebbe potuto osservare con curiosità un folto drappello di giovani che indossavano le maglie verdi con la scritta “Dal 1919, l’impegno continua”, all’ombra di un’altrettanto densa schiera di vessilli sezionali, provenienti da tutte le parti d’Italia. Stiamo parlando del 4º Convegno nazionale Giovani alpini che si è tenuto ad Aosta, presso la Caserma Battisti il 7 e 8 aprile scorsi: un momento particolarmente importante per esaminare e valutare l’attività svolta e per gettare le basi per i passi futuri che riguardano questa componente associativa.
Parlar di alpini
Sono Stefano Filippi de Il Giornale e l’inviata Ebe Pierini i vincitori, ex aequo, del Premio Giornalista dell’anno 2018, rivolto ai reporter che durante l’anno passato abbiano fatto conoscere l’opera degli alpini, le tradizioni e le tematiche care alle penne nere. Il voto è stato unanime da parte della Commissione presieduta dal Consigliere nazionale Renato Romano e composta da Bruno Fasani, direttore de L’Alpino, e dai referenti dei quattro Raggruppamenti Ana: Marino Amonini, Enzo Grosso, Antonio Maritan e Paolo Mastracchio.
A scuola di Pc
Bambini e ragazzi sono andati a scuola di protezione civile dagli alpini. È successo ad Aosta e ha coinvolto gli allievi dell’Istituzione Scolastica “Emile Lexert” di tutti gli ordini, partendo dalla scuola dell’infanzia, passando dalla primaria per terminare alla quella secondaria di primo grado. Oltre 460 bambini e ragazzi, 11 incontri nelle varie classi, 4 pomeriggi di attività con la squadra alpinistica sulla palestra di arrampicata: sono questi i numeri del Progetto “Sicurezza e Protezione Civile 2018”, promosso dall’unità di Pc della Sezione di Aosta.
Manifestazioni fastidiose
Caro direttore, mi riferisco alla lettera dell’alpino Roberto Novati del Gruppo di Senna Comasco, pubblicata sul numero di gennaio a cui tu rispondi, saggiamente ma glissando un po’, con una sorta di “Non ti curar di loro…”. Anch’io come te e l’alpino Novati sono del tutto indifferente agli orientamenti sessuali della gente. E sempre rispettoso. Mi astengo quindi dal cercare di comprendere i diversi da me giacché trattasi non di fatti miei, bensì di intimità altrui assolutamente private.
130 anni… in ritardo
Egregio direttore, leggo con non poca meraviglia che la ricorrenza ultra centenaria della fondazione di una parte consistente delle Truppe Alpine (l’artiglieria da montagna) non può essere pubblicata su L’Alpino con motivazioni a dir poco superficiali. Purtroppo, per un equivoco circa le procedure e gli indirizzi di posta elettronica, l’articolo è giunto alla vostra redazione nel 2018, ma solo 37 giorni dopo la fine del 2017, anno della ricorrenza. Posso capire le attese ma un evento di tale rilievo storico, che riguarda migliaia di penne nere e bianche iscritte all’Ana, meriterebbe una qualche priorità e sono sicuro che sarebbe letto con piacere anche in differita. Mi permetto di ipotizzare che anche il giornale potrebbe trarne qualche vantaggio in tema di gradevolezza. Tanto volevo rappresentarle e, in ogni caso, mi rimetto alla sua rivalutazione sull’opportunità di diffondere l’evento nell’ambito delle Truppe Alpine in servizio ed in congedo, abbonati a L’Alpino. Con viva cordialità.
gen. D. Epifanio Pastorello Presidente Sez. Prov. A.N.Art.I. di Torino