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sabato, 11 Maggio 2024

La consapevolezza storica

Siamo al Centenario dell’entrata in guerra. Fioriscono ovunque iniziative volte a commemorare i sacrifici dei nostri soldati sui fronti del massacro. E tutte prendono forma sotto la denominazione comune, ora ampiamente assodata, del “per non dimenticare”. Sto pensando: il mondo cambia, va mutando aspetto, dimensioni e modi nell’uso del principio di ragione con una rapidità impressionante. In questo alternarsi di vortici e cadute del pensiero razionale e delle migliori spinte emozionali noi sentiamo la necessità di gettare luce su ciò che è stato, su ciò che di terribile migliaia, milioni di persone hanno subìto.

Verso il primo ciak

Ha preso ufficialmente il via la prima fase di preparazione del progetto cinematografico “Fratelli d’Inverno”. La notizia è stata comunicata dal produttore del film, Guido De Angelis, presidente della Dap Italy srl e dal regista Stefano Francesco Alleva, che è anche l’autore del soggetto e della sceneggiatura. Il film racconterà la ritirata di Russia degli alpini prendendo spunto da uno specifico episodio legato al battaglione Verona della divisione alpina Tridentina.

ARGENTINA – 50º anniversario coro sezionale

Grande festa nella sede della Sezione Argentina per il 50º anniversario del coro sezionale. Nella foto il Presidente Fernando Caretti sta per spegnere la candelina sulla bellissima torta preparata per l’occasione. Gli fanno ala il coro sezionale di Buenos Aires, a sinistra, e il coro del Gruppo di La Plata.

Ala, presa per amore

Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, in un paese a ridosso del confine trentino e precisamente in Val d’Adige, si vivono momenti di ansia, terrore e trepidazione. Da sud, riecheggia il tuono di un’esplosione: i borghesi, spaventati, si rifugiano in casa, sbarrano le porte, chiudono le imposte. Corre voce che siano saltati i ponti sull’Adige (peraltro già minati da tempo). Truppe dell’esercito invasore, temerari in avanscoperta, sarebbero già in paese: soldati del battaglione Volontari Ciclisti-Automobilisti, in sella alle loro biciclette, fanti della brigata Mantova, alcuni finanzieri, in tutto 40 uomini e fra questi, addirittura un Generale!

Raduno dei Caschi Blu dell’Albatros

Quest’anno il raduno dei Caschi Blu delle brigate alpine Taurinense e Julia, che negli anni 1993 e 1994 parteciparono alla Missione Albatros in Mozambico, si svolgerà a Gradisca d’Isonzo (Gorizia) il 6 e 7 giugno 2015.

Fratelli di chi?

Fratelli d’Italia, l’Italia s’è desta! Le prime due strofe del nostro amato Inno nazionale. Durante un mio viaggio a Dubai, parlando con un abitante del luogo e vedendo il benessere della popolazione, gli altissimi e grandi palazzi, le ampie strade, i parchi curatissimi, l’enorme aeroporto, le piazze ed il mare pulitissimi, il tenore di vita e la felicità degli abitanti, mi sono permesso di dirgli: «Che miracolo compiono i petroldollari!».

SALUZZO – Piccolo Gruppo, grande festa

Durante l’annuale festa gli alpini del Gruppo di Occa hanno inaugurato la nuova sede e ricordato i Caduti e Dispersi della ritirata di Russia. La Messa è stata celebrata da don Mauro Capello, cappellano della brigata Taurinense, coadiuvato dal parroco don Calandri e da tre giovani chierichetti.

Il primo giorno di guerra

Paesi e contrade correvano via. I colori della campagna si inseguivano, sfumavano lenti come i pensieri e le paure che si facevano più concrete con l’avvicinarsi della meta. Ma a vent’anni l’ingenua incoscienza cela i pericoli maggiori, si affida a un ego che si sente forte e immortale. La guerra era nell’aria, ora bisognava entrarci da protagonisti. Il viaggio durò parecchio. Da ovest a est, il finestrino del treno come uno schermo trasmetteva paesaggi. Contrade, alture, campi. E poi le Alpi, sempre le Alpi. Giovanni Marino era partito per la guerra da Dronero, ai piedi della Val Maira per raggiungere il capo opposto dell’Italia. A piegare la cartina in due, per il verso verticale, quasi si baciavano il suo paese e la Val Degano, in Alta Carnia.

Sospensione della leva: scelta demagogica

Mi ha colpito molto la lettera di Leo Spanu di Sorso (Sassari) sul n. 1 del 2015, dal titolo “Riflessioni sulla leva”. Ha ben ragione quando si chiede: “Il servizio di leva serviva a qualcosa?”. Ebbene sì, come servirebbe al giorno d’oggi! Non solo come afferma nella lettera: «Al recupero del senso civico in primo luogo, al tempo perso in attesa di un lavoro», ma io aggiungerei: alla formazione del carattere, alla rinuncia di una vita facile, al rispetto delle persone, all’impegno sociale, questi sarebbero i motivi per ripristinare il servizio di leva.

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