21.1 C
Milano
martedì, 22 Luglio 2025

Il Canto degli italiani

Lo scrisse nel 1847 Goffredo Mameli, poeta ventenne incline alle idee liberali e repubblicane, e poco dopo nel capoluogo piemontese Michele Novaro lo tradusse in musica. Il nostro Inno fu pensato da due genovesi in due città, Genova e Torino, legate a doppio filo dal fervore patriottico che preannunciava la guerra d’indipendenza dall’Austria, primo passo verso l’Unità. Ma quando cantiamo l’Inno nazionale, sappiamo cosa voleva comunicare Mameli?

CUNEO – Consolidare i valori alpini

Per iniziativa del Comune e del gruppo di Dronero, con il patrocinio dell’Opera Nazionale per i Caduti senza Croce, è stato inaugurato a Dronero un cippo dedicato ai Dispersi della prima e seconda guerra mondiale: le loro spoglie si trovano in luoghi sconosciuti, senza croce e senza nome. Ai piedi del cippo è stato realizzato un pozzetto e deposti tre contenitori: uno con la terra di Nikolajewka, teatro della battaglia del 26 gennaio 1943 dove morirono molti Alpini della Cuneense, tra cui molti soldati del btg. Dronero.

Innovazione e cultura

Arrivando a L’Aquila ti capita di gustare un buon caffè in centro, magari accompagnato dal torrone artigianale prodotto in loco da una ricetta centenaria, e trovarti a chiacchierare con un musicista che studia al Conservatorio, piuttosto che un fisico nucleare rientrato dai laboratori del Gran Sasso, o un grande regista che magari sta ultimando le prove di uno spettacolo teatrale o le riprese di un film. Sì, L’Aquila è una città aperta, di formazione, innovazione, creatività. Tornare a L’Aquila, in occasione dell’Adunata nazionale del 2015 per riscoprirla come città densa di centri di eccellenza, cultura e innovazione, è un altro modo possibile per leggere questo territorio nel centro d’Italia; un vero e proprio “distretto culturale e scientifico” di primaria importanza nazionale e internazionale.

MASSA CARRARA – Un gesto di solidarietà

Massa Carrara ha reso omaggio ad Alessandro Rolla, presidente onorario della Sezione, andato avanti all’età di 83 anni. Così lo ha ricordato Gianni Romanelli, attuale presidente sezionale: «Caporale di artiglieria da montagna, aveva prestato servizio nella brigata Orobica a Merano. Presidente molto attivo della Sezione per 18 lunghi anni, molto amato dai suoi Alpini, conosciuto e stimato nella sua città e nell’ANA, Rolla aveva coordinato le numerose attività della Sezione sia sul fronte della Protezione Civile sia nel campo della solidarietà e dell’impegno nel sociale».

Viaggio in Sud America

Manca poco al Natale quando il presidente nazionale Sebastiano Favero e il delegato ai contatti con le sezioni all’estero Ferruccio Minelli si mettono in viaggio per l’America Latina. È in programma una visita alle Sezioni ANA Brasile, Argentina e al gruppo autonomo Colombia, una visita informale a questi sodalizi che resistono tenacemente nonostante il numero esiguo di soci e le conseguenti difficoltà… dunque, si meritano una visita! Ferruccio Minelli ci ha raccontato così, questo viaggio all’altro capo del mondo.

Il coraggio dell’utopia

Siamo finalmente entrati nell’anno dell’anniversario della Grande Guerra, per l’Italia quarta guerra d’indipendenza perché ha completato nella logica, soprattutto geografica, i confini di una nazione che ancora faticava a trovare una propria identità. Come in ogni anniversario ci sono delle riflessioni che si debbono fare. Il giudizio sull’evento che la storia dopo cent’anni ci consegna, finalmente libero dalla retorica trionfalistica di una vittoria che è comunque costata fra i militari 651.000 morti e quasi un milione di feriti, di cui circa 50.000 Alpini e 589.000 caduti civili. Sono queste cifre che dimostrano quanto la guerra, ogni guerra, sia una folle sciagura, quali ne siano le motivazioni che la ispirano. L’anniversario è anche celebrato per ricordare coloro che per dovere sacrificarono la loro vita.



LA VERITÀ ITALIANA SULL’ORTIGARA

Una delle battaglie più analizzate della Grande Guerra offre, nelle pieghe degli avvenimenti, ancora margini di approfondimento. L’autore analizza alcuni aspetti della ricostruzione storica: le modalità dell’attacco, gli elementi climatici, i reparti impiegati e il loro operato, tutti fattori oggetto di discussione e di confronto per i cultori della materia. La parte dedicata al servizio sanitario permette di conoscere gli aspetti più umani: la pietas di chi doveva sanare il corpo e la mente dei reduci dal fronte e gli ultimi giorni di chi è morto per la Patria. Un volume che, a cent’anni di distanza, genererà ulteriori dibattiti. Anche questo serve a rendere giustizia a chi sull’Ortigara ha dato la vita e la gioventù.

DOMENICO UMBERTO DIANO (1887-1977)

Il libro ricostruisce la personalità di Domenico Umberto Diano, artista presente in due aree della cultura figurativa della prima metà del Novecento: le arti applicate e la scultura monumentale. Diano combatté come ufficiale nell’8° Alpini durante la Grande Guerra. Nel 1920 l’ANA gli commissionò il progetto del monumento al generale Antonio Cantore a Cortina d’Ampezzo, quello a Tripoli nel 1935 e il monumento all’Alpino a Ovindoli (AQ). Sue anche diverse medaglie commemorative realizzate in occasione delle Adunate nazionali. Tre capitoli del libro sono dedicati a Diano scultore monumentale della Grande Guerra, illustrati con diverse fotografie inedite.

LA BRIGATA CADORE

La brigata Cadore viene raccontata dalla nascita nel 1953, allo scioglimento nel 1997: la naja, il CAR, le marce e i campi, gli inseparabili muli, le caserme com’erano e come sono tristemente ridotte oggi. Un percorso fotografico di oltre 800 istantanee in bianco e nero all’insegna del “com’eravamo”, per non dimenticare la grande Unità che ha visto passare generazioni di penne nere.

LA STORIA (QUASI VERA) DEL MILITE IGNOTO

Raccontata come un’autobiografia Storico per mestiere, narratore per passione, Emilio Franzina cammina in equilibrio tra storia e letteratura. Attingendo a una miriade di documenti del periodo 1914-18, ricostruisce a modo suo - di certo non arbitrario - la biografia di un soldato morto nella grande guerra e mai identificato. Dall’unione dei frammenti di vita vissuta, disseminati in una sconfinata mole di lettere, autobiografie e resoconti ufficiali raccolti in anni di ricerche, compone come in un puzzle la storia verosimile di un combattente, raccontata attraversando tutte le fasi dello sforzo bellico compiuto dall’Italia. Dopo aver portato più volte a casa la pelle da valoroso, due volte decorato, il suo soldato sconosciuto muore da ignoto non in battaglia, ma fuggendo il 23 ottobre 1918 da una casa di piacere del Montello per salvare da un bombardamento nemico una ragazza che si era innamorata di lui.

EROI A NIKOLAJEWKA

Cosa fece realmente il gen. Reverberi? Perché la battaglia fu vinta dagli alpini? Quale ruolo ebbero i tedeschi? A queste e altre domande cerca di rispondere il libro pubblicato in piccola tiratura dal gruppo di Borgosatollo in occasione dell’80º di fondazione. È composto da tre parti: la prima è dedicata al CSIR (inverno 1941-42); la seconda all’ARMIR (estate e autunno 1942 e inverno 1942-43); la terza al combattimento di Arnautowo e alla battaglia di Nikolajewka, la cui ricostruzione è avvenuta sulla base della documentazione storica italiana e tedesca e di una serie di testimonianze orali e scritte dei protagonisti.

IL DIARIO DI GUERRA E DI PRIGIONIA DEL MIO BISNONNO ADOLFO REVEL

Arianna è una studentessa del liceo classico Stellini di Udine. Sotto lo stimolo di una mostra sulla Grande Guerra, scopre le vicende della sua famiglia, attraverso l’appena “ritrovato” diario del bisnonno materno Adolfo, nato in una famiglia della borghesia valdese di Torre Pellice e fatto prigioniero a Caporetto. Il libro è un esempio di come le scuole, nei cinque anni legati al centenario della Grande Guerra, potranno offrire agli studenti un nuovo modo di apprendimento legato, non solo ai testi scolastici, ma soprattutto alle memorie dei familiari.

ULTIMI ARTICOLI

Federico Vietti

Nato ad Aosta il 20 gennaio 1997 è dottore commercialista, iscritto anche all’albo degli esperti contabili della Valle d’Aosta e ha l’abilitazione alla professione...

Pietro Piccirilli

Andrea Cainero