VICENZA – La balaustra di Monte Berico
È il monumento dedicato ai Caduti della Grande Guerra più grande d’Europa e tornerà a splendere grazie al lavoro delle penne nere della Sezione di Vicenza. Sono iniziati a maggio e sono finiti ad agosto i lavori di riqualificazione della balaustra nel piazzale della Vittoria a Monte Berico, a Vicenza: un manufatto denso di storia, deteriorato dal tempo e sfregiato dai vandali.
Il Friûl nol dismentée
Non toccate le penne nere ai gemonesi. Gli alpini, nella città che si è guadagnata sul campo l’amaro titolo di capitale del sisma friulano, sono cari come uno di famiglia. Se non di più per coloro che li ricordano ad affannarsi prima tra le macerie, in cerca di superstiti alla catastrofe del 6 maggio 1976, poi negli 11 cantieri che durante l’afosa estate di quarant’anni fa videro alternarsi ben 64 Sezioni Ana provenienti da ogni parte d’Italia, votate alla messa in sicurezza e parziale ricostruzione delle case rimaste in piedi.
Ritorno a Susa
Tre giorni intensi, tre giorni spesi a riportare le penne nere in una città che sin dagli anni della fondazione delle Truppe Alpine è stata alpina per eccellenza. Susa, già dal 1872 sede della 7ª compagnia delle quindici previste, poi sede del 3º battaglione nel 1875, del 5º nel 1878 e infine nel 1880 dei battaglioni Val Dora e Moncenisio. Presupposti niente male.
MONZA – Una luce di tradizione e memoria
In questo periodo di celebrazioni per il centenario della Grande Guerra, uno dei temi ricorrenti negli incontri del nostro Gruppo di Trezzo sull’Adda era: cosa possiamo fare per onorare, trasmettere e non dimenticare? Forti del fatto che il prossimo anno festeggeremo il 30º di fondazione e organizzeremo il raduno sezionale.
I canti degli alpini
Caro direttore, ho letto con attenzione le due relazioni relative al convegno sulla coralità alpina. È bello questo interesse, è positivo, è importante. Ascolto molto frequentemente i nostri canti alpini, con la presenza a concerti, l’audizione personale e familiare di cd o dischi, e canto volentieri, estemporaneamente e convintamente, alle nostre Adunate.
MILANO – Mezzo secolo d’alpinità
Corsico è un comune che sorge accanto a Milano, una zona di pianura ma che conta un bel numero di alpini. La fortuna di questo piccolo Gruppo è stata quella di trovare, negli anni, i sindaci e le relative amministrazioni sempre molto sensibili ai valori legati alle penne nere.
Simboli indelebili
Certe impressioni sono destinate a non fuggire mai dalla memoria, soprattutto quelle che viviamo in prima persona e non importa che siano fugaci o inaspettate, lasciano il segno comunque. È successo a Edolo mentre passavamo in una via laterale con pochi turisti e qualche parente dei tanti alpini che si ritrovano in quel paese tra le montagne, ogni cinque anni.
Ricordi di una nonna
Caro direttore, prima di tutto la ringrazio per avermi spedito i numeri che mi mancavano del vostro giornale, non vedo l’ora di leggerlo e rileggerlo perché le sue pagine mi riempiono di orgoglio.
Patrimoni da salvare
Caro direttore, il quotidiano “la Repubblica” dell’8 agosto propone, alla pagina 28-29 un articolo di Paolo Rumiz “Ritorno a Gorizia capitale italiana del secolo breve” che è centrato su Cima Calvario, dolorosa tappa della Grande Guerra.
DOMODOSSOLA – Una vita da alpino
Il gruppo alpini Varzo-Trasquera ha vissuto momenti di rara intensità alpina. Sulle note della fanfara alpina ossolana, la giornata ha avuto inizio con gli onori ai vessilli sezionali e con l’alzabandiera. A seguire la deposizione floreale al monumento agli alpini. Attraverso le vie del paese, la sfilata è giunta nella chiesa parrocchiale per la celebrazione officiata dal parroco don Marco Piola Negri.
Buonisti e terroristi
Pregiatissimo direttore de L’Alpino, sgomento, indignato e furente per l’ignobile attentato di Nizza, nonché per gli altri vili attentati che si sono succeduti, scrivo questo breve pensiero più che altro a titolo di sfogo, dato che mi sento desolatamente impotente.
AOSTA – Gli alpini alle elementari
Noi tutti, nati all’inizio della seconda metà del secolo scorso, sappiamo quanto sia importante la memoria per gli alpini. Ma che memoria può essere se è destinata a esaurirsi con la nostra generazione o, al massimo, con la successiva? Alessandro Carlin, Capogruppo di Saint Pierre, piccolo comune a pochi chilometri da Aosta, si è posto questa domanda ma, al contrario di tanti che decidono di aspettare che qualcuno agisca, ha deciso di inventarsi un modo, anche divertente e interessante, per perpetuare la memoria.