La forza di ricominciare
Infuriati, feriti, fatalisti, combattivi, solidali. L’animo delle persone che ho incontrato nel viaggio tra l’Abruzzo e le Marche varia sulle sfumature di uno stesso sentimento. Oltre al dramma del terremoto che continua a scuotere il territorio gli abitanti hanno dovuto subire i gravi disagi connessi alle eccezionali nevicate. Giorni e giorni con strade interrotte e frazioni isolate, elettricità assente e comunicazioni impossibili: «Disastrati e tagliati fuori dal mondo», come mi ha detto un signore con amarezza. È come se le difficoltà esaltino virtù e difetti del carattere di ciascuno. Tutti vantano le loro ragioni, ma la verità è che tutti hanno ragioni da vendere. Sradicati dalle loro case e dalle loro comunità il disagio si somma alla paura di essere abbandonati, dimenticati.
Con fierezza e riconoscenza
Nikolajewka, 74 anni dopo. Ricordo di dolore e sacrificio capace di trasmettere un forte segnale di pace e fratellanza. Lo tengono vivo gli alpini e in particolare la Sezione di Brescia, che ha l’onore di celebrare la ricorrenza a livello nazionale, ogni cinque anni anche in forma solenne come sarà nel 2018. Ma anche la manifestazione in forma “ordinaria” conferma la solidità del messaggio alpino: a Brescia, infatti, si sono ritrovati i vessilli di trenta Sezioni, i gagliardetti di centonovanta Gruppi e non meno di mille penne nere per partecipare alle cerimonie ufficiali a ricordo del tragico ed epico evento del 1943 in Russia.
Il giorno del ricordo
Contrariamente alle scoraggianti previsioni meteo, Basovizza ci ha accolto con un tiepido sole e un “borino” abbastanza leggero da non dar fastidio, sufficiente a rendere l’aria frizzante. Eravamo veramente in tanti quest’anno attorno al Pozzo della Miniera (Foiba di Basovizza): associazioni degli esuli e delle famiglie degli infoibati, intere scolaresche di studenti, due provenienti dalla Sicilia, e Associazioni combattentistiche e d’Arma.
Il territorio: Conegliano
Famosa per aver dato i natali al celebre artista Giambattista Cima, di cui conserva la casa natale e una bella Pala nel Duomo, Conegliano ha sviluppato sia il settore industriale, sia il settore agricolo, diventando insieme a Valdobbiadene il riferimento del distretto del Prosecco Doc, ora Docg. Il centro storico si sviluppa lungo l’antica via XX Settembre (Contrada Granda) con piazza Cima, scenario in giugno della “Dama Castellana”.
Mario Rigoni Stern
Ci sono luoghi che più di ogni altro legano la storia del battaglione Vestone e delle sue tre compagnie (53ª, 54ª e 55ª) a quella di Mario Rigoni Stern, sergente maggiore della 55a. Uno è l’osservatorio Torino di Cima Caldiera, sull’altipiano dei 7 Comuni. Su quella montagna erano posizionate le truppe italiane che nel giugno del 1917 lanciarono sanguinosi attacchi verso l’Ortigara, tenuta dagli austriaci. Nell’osservatorio, Rigoni mi mostrò una piccola lapide: è l’unica in Italia che ricordi la 55ª compagnia del battaglione Vestone, presente in questi luoghi durante la Grande Guerra e su tutti i principali fronti di guerra nella Seconda.
L’importanza culturale degli alpini d’Italia
Ogni inverno, nelle piazze delle città d’Europa si possono ascoltare i canti dei cori natalizi. Anche le città del Nord Italia seguono questa tradizione, ma con un risvolto diverso. I cantori sostituiscono il costume natalizio con il segno distintivo degli alpini: il cappello. Sono soldati reclutati nei villaggi delle Alpi. E il repertorio di questi cori è diverso. Le canzoni di Natale sono sostituite da cante che raccontano la crudeltà della guerra. Questi canti alpini - e i soldati che li cantano - sono diventati parte dell’eredità culturale del Paese.
I percorsi della Grande Guerra
La Grande Guerra coinvolse il Regno d’Italia per 1.250 giorni, dal 24 maggio 1915 al 4 novembre 1918. In questo lungo periodo la parte nord-orientale del Paese, dai passi alpini tra Lombardia ed Alto Adige fino al Carso isontino, si trasformò in un gigantesco campo di battaglia con al centro il Veneto. Ancora oggi sono numerose le tracce, dalle Dolomiti fino alla foce del Piave passando per il Montello, il Monte Grappa e l’Altopiano di Asiago.
Destini incrociati
La notte fra il 29 e il 30 luglio 1916 il 5º Gruppo Alpini, formato da sei battaglioni compreso il “Monte Antelao”, ricevette l’ordine di attaccare le posizioni nemiche sulle Tofane e sul Lagazuoi penetrando in profondità nella Val Travenanzes. Della 96ª compagnia, che doveva fare da apripista agli altri reparti, facevano parte gli alpini Lorenzo Albertelli e Giuseppe Rucci. Erano partiti sul far della notte. Il piano era quello di utilizzare il percorso del camminamento di mina, raggiungere il cratere provocato dall’esplosione sul Castelletto e scendere nel canalone verso la Val Travenanzes.
Una merenda solidale
È bastata una email del professor Daniele Mozzoni, docente presso l’Istituto comprensivo Giacomo Ferrari di Parma e nipote di uno stimato socio Ana, a provocare la nostra entusiastica adesione alla “merenda solidale”. Questa iniziativa si ripete ormai da alcuni anni e coinvolge 18 classi per un totale di circa 500 ragazzi. Le terze preparano la merenda di metà mattina per tutti gli altri studenti che in questa occasione non si portano lo spuntino da casa, ma sono invitati ad acquistarlo ai banchetti preparati dagli studenti stessi, promuovendo in questo modo una piccola raccolta fondi da devolvere in solidarietà.
I nostri eroi
«Gli alpini ci sono ancora, ci sono sempre, non solo nei momenti di ricordo, gli alpini di oggi sono la testimonianza dei valori di chi non è tornato e per quei valori ha dato la vita. Ragazzi divenuti uomini in fretta la cui devozione va ricordata e trasmessa alle nuove generazioni come esempio da seguire. Giovani che non ho paura di chiamare eroi e che oggi Mondovì ha saputo ricordare come meritano». Così il Presidente nazionale Sebastiano Favero al termine della quattro giorni di eventi organizzati dalla Sezione di Mondovì in ricordo della campagna di Russia: 4.548 fra Caduti e dispersi solo del 1º reggimento alpini, 13.470 per la Cuneense.
L’Alta Bandiera
L’Alta Bandiera dei Diritti Umani sulle cime della Grande Guerra. È questo il progetto di Daniele Nardi, alpinista di fama mondiale, con la collaborazione del giornalista e amico di Radio24 Dario Ricci, già giornalista dell’anno Ana 2015. Tutto ha avuto inizio il 30 luglio dello scorso anno quando Nardi e Ricci, insieme ad un gruppo di appassionati sostenitori, hanno portato l’Alta Bandiera dei Diritti Umani sul Monte Pasubio.
Scosse e neve
Lo spiegamento di forze nel tentativo di portare soccorso alla popolazione e alleviare i disagi causati dall’eccezionale concomitanza dello sciame sismico e del maltempo è imponente. Dallo scorso 18 gennaio la Colonna mobile della Protezione Civile Ana è impegnata nell’assistenza alla popolazione nella provincia di Teramo. I volontari delle Sezioni Ana di Treviso, Padova, Bergamo, Como, Varese, Massa Carrara e Firenze sono all’opera a Castellalto e a Basciano che a causa delle abbondanti nevicate sono rimasti isolati. «Grazie alpini - ha ripetuto il sindaco di Castellalto Vincenzo Di Marco - perché non ci fate sentire soli».