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sabato, 10 Maggio 2025

Le sorprese della vita

Settantatré anni dopo, Mario e Isidoro si sono ritrovati. Stavolta in tempo di pace, nella serenità della famiglia invece che tra le bombe. I due reduci Mario Capovilla, 95 anni, di Capriana in Val di Fiemme, e Isidoro Carlotto, 98 anni, di Egna, si sono riconosciuti e incontrati la scorsa estate, grazie a un articolo del Doss Trent, periodico di Sezione, in cui il Gruppo di Capriana faceva gli auguri di compleanno al suo alpino più anziano. Nel breve pezzo pubblicato sulla rivista c’era un accenno al periodo bellico in cui Mario Capovilla venne richiamato per prestare servizio di supporto alla contraerea al Pont dei Vodi di Lavis. 

Informare e prevenire

Sette le piazze in Italia - Asti, Firenze, Monza, Piacenza, Pistoia, Pordenone e Verona - che hanno visto protagonisti i volontari della Protezione Civile dell’Associazione Nazionale Alpini nella campagna informativa “Io non rischio”. L’iniziativa, giunta al settimo anno, è promossa dal Dipartimento nazionale di Protezione Civile in tutte le città capoluogo di provincia. “Io non rischio” è una campagna di comunicazione nazionale sulle buone pratiche di protezione civile. Ma ancora prima di questo, è un proposito, un’esortazione che va presa alla lettera. L’Italia è un paese esposto a molti rischi naturali, e questo è un fatto.

Con le gambe della mente

A forza di sentir parlare dei miracoli in termini strabilianti e spettacolari va a finire che ci sfuggono quelli veri che ci passano sotto gli occhi tante volte in un giorno. Fatti straordinari vissuti nell’ordinarietà del quotidiano. Quando entro in casa di Riccardo Cerantola a Cartigliano, comune del vicentino di 3.800 abitanti, i miracoli che si presentano sono almeno due. Il primo è tecnologico. A parte le varie macchine che consentono le funzioni vitali non più autonome, colpisce il computer oculare con il quale il padrone di casa comunica col mondo. 

La solidarietà del fare

Nel cuore martoriato di Campotosto l’Ana ha voluto realizzare una struttura polivalente antisismica per offrire alla popolazione un punto di aggregazione sicuro in seguito ai gravi eventi sismici del 18 gennaio, che hanno drammaticamente sottratto al paese edifici pubblici, abitazioni private e attività commerciali.
Il 3 agosto 2017 sono iniziati i lavori per la costruzione di questa “Casa della comunità” di Campotosto, donata al Comune dall’Associazione Nazionale Alpini come struttura definitiva e antisismica progettata sulla base di tre esigenze cardine: sicurezza, funzionalità e armonia con il territorio. 

Come una tribù

Circa un anno e mezzo fa sul nostro giornale usciva l’articolo “Realizzare un sogno” che sintetizzava un progetto di collaborazione tra l’Ana e l’Università, progetto che potremmo oggi intitolare “Studi storici verso il centenario dell’Associazione Nazionale Alpini”. Il progetto si sviluppa in sei borse di studio semestrali e un assegno di ricerca annuale, dal 2016 al 2018, con l’obiettivo di terminare nel 2019 in occasione del nostro centenario. 

Eroe di corsa

Appena avuta la comunicazione gli alpini della Sezione di Vancouver hanno pensato ad uno scherzo: una penna nera bergamasca si era messa in testa di attraversare il Canada coast to coast, un’impresa mai tentata da alcun runner. Migliaia di chilometri in un ambiente ancora selvaggio, attraverso le Montagne Rocciose e immense foreste, percorrendo, tranne che per i tratti autostradali, la Trans-Canada Highway e, in subordine, la rete viaria di giurisdizione federale che unisce le dieci province del Paese.

Un giorno alle Stelline

Il calendario indica il 19 novembre, quindi pieno autunno, ma la temperatura a Milano pur di primo mattino ci fa pensare ad un inizio di primavera. È in questo clima che i Presidenti di Sezione, come ogni anno, si sono ritrovati al Palazzo delle Stelline per il consueto incontro ormai parte integrante della vita associativa. Mancano solo tre Sezioni all’appello e in sala il pubblico è numeroso poiché ogni Presidente ha pensato bene di farsi accompagnare dai suoi più stretti collaboratori. 

Orgogliosi custodi

Brescia e Nikolajewka. Una storia lunga settantacinque anni, ormai. Una storia di cui le Penne Nere bresciane si sono fatte custodi ed orgogliose testimoni a livello nazionale. Proprio a Brescia, nel gennaio 1946, infatti, a soli tre anni dal doloroso epilogo della Campagna di Russia, alcuni Reduci della Tridentina si ritrovarono in un’osteria, per ricordare. Le centinaia di chilometri percorsi a piedi all’andata, tra i campi di girasole e quelli della ritirata sulla neve, avevano lasciato un segno profondo: mille storie tragiche e i volti degli amici visti scomparire, senza poter fare nulla. 

Il mondo su due ruote

È un giorno qualunque di ottobre. Il cielo grigio e basso che scende e bagna le strade. Dal cancello del civico 3 di via Giuseppe Ba spunta una bici traballante per il peso delle borse, due davanti e due dietro, 35 chili in tutto. Paolo sorride nel breve video realizzato con uno smartphone dall’unico amico che è lì a vederlo partire. Un cenno di saluto, due pedalate, poi svolta a sinistra e va con i suoi pensieri, le sue paure, con la felicità di aver raggiunto un obiettivo. Così inizia il viaggio di Paolo, giovane uomo nato a San Giovanni Ilarione, nella media Val d’Alpone. Una laurea in Lettere e undici anni da vigile. È proprio durante il servizio nel centro storico di Verona, tra via Mazzini e Piazza Bra, che comincia a pensare a un’altra vita. 

Tracce del passato

Un pubblico numeroso e attento ha affollato, nella mattinata del 22 ottobre, il salone del Centro culturale “La Società” per assistere alla consegna dei riconoscimenti ai vincitori di “Alpini Sempre”, il premio nazionale letterario di narrativa e ricerca scolastica sugli alpini. Arrivare alla 15ª edizione è un risultato di non poco conto per una comunità periferica e per un piccolo gruppo Ana e dimostra l’interesse della gente e il valore degli scrittori che hanno posto al centro dei loro lavori la montagna e il ruolo degli alpini sia in pace che in guerra. 

All’ultimo colpo

La Sezione di Verona, in collaborazione con il Tiro a segno nazionale di Verona che festeggiava i 150 anni dalla sua costituzione, ha avuto l’onore di ospitare il 48º Campionato nazionale Ana di tiro a segno di carabina libera a terra e il 34º di tiro a segno con pistola standard; dopo il successo organizzativo e sportivo del 2013, anche questa volta Verona ha saputo dare il massimo.

Il ponte dell’amicizia

«Avanti alpini, avanti, di là c’è l’Italia, avanti!». C’è chi racconta che fu questo uno degli ultimi incitamenti del generale Giulio Martinat prima di gettarsi nella mischia con i suoi uomini ed essere colpito a morte. Medaglia d’oro al Valor Militare, morì il 26 gennaio 1943 quando i resti delle gloriose Divisioni alpine superarono faticosamente il terrapieno della ferrovia di Nikolajewka uscendo dai sottopassi e si lanciarono a ovest, attraversando il ponte sul fiume Valuy, che si trova a circa 1 km. L’inferno sembrava alle loro spalle e “casa” una parola che avevano nuovamente l’ardire di sussurrare. 

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