L’impegno continua
È ormai pronto il palinsesto delle esercitazioni dei quattro Raggruppamento che, nel corso del 2018, vedranno impegnati i volontari della Protezione Civile dell’Associazione Nazionale Alpini. Come sempre, un programma intenso che andrà a coinvolgere tutte le specialità della nostra Pc. Aprirà il calendario delle esercitazioni il 3º Raggruppamento, con l’“Esercitazione triveneta del centenario”, in programma a Vittorio Veneto dal 13 al 15 aprile.
Il nuovo Comandante
Il generale Claudio Berto è il nuovo comandante delle Truppe Alpine. Il passaggio di consegne con il generale Federico Bonato è avvenuto l’8 febbraio scorso all’aeroporto militare di San Giacomo (Bolzano), sede del 4º reggimento dell’Aviazione dell’Esercito, alla presenza del Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, gen. C.A. Danilo Errico, del sindaco di Bolzano Renzo Caramaschi, delle autorità locali e dei vertici dell’Ana.
Sottrarre all’oblio
Basovizza sabato 10 febbraio, Giorno del Ricordo dell’esodo giuliano-dalmata e delle vittime delle foibe, accoglie gli alpini con una radiosa giornata di sole. Il cielo è terso, ma fa freddo e soffia una bora moderata con alcune raffiche che scompigliano bandiere, vessilli, gagliardetti e le penne sui nostri cappelli. Io guardo con soddisfazione questa moltitudine che arriva e si sistema nelle zone assegnate sotto la guida dei nostri volontari di Protezione Civile. Avevo sperato di arrivare a 500 presenze come l’anno scorso, ma questa volta il risultato supera ogni più rosea previsione.
Che giornata a Pragelato
La Sezione di Pinerolo e le montagne olimpiche della Val Chisone, in provincia di Torino, hanno ospitato l’83ª edizione del campionato nazionale di sci di fondo, che si è tenuto sulla pista di Pragelato, in località Plan, lungo il tracciato che ha ospitato le gare di sci nordico durante le olimpiadi invernali di Torino 2006. Era la prima volta che la Sezione di Pinerolo organizzava un campionato nazionale e l’entusiasmo da parte di tutti non è mancato. La manifestazione ha avuto inizio nel pomeriggio del sabato con l’ammassamento, 32 i vessilli e 68 i gagliardetti.
Servizio obbligatorio
Poter conoscere realtà sociali diverse dalla propria, condividere le fatiche per un risultato comune, capire che la propria libertà deve considerare quella altrui; aver consapevolezza che oltre l’io e l’altro c’è un terzo soggetto che si chiama Stato, che è espressione di una comunità e che riconosce dei diritti ma richiede dei doveri. Era questa l’aria che molti giovani respiravano a pieni polmoni durante il servizio obbligatorio, prima della sua sospensione, prima che fossero lasciati “finalmente” liberi di autodeterminarsi civicamente. In quel periodo, che alcuni con troppa superficialità chiamano “un anno buttato”, chi si affacciava alla maggiore età poteva beneficiare di un periodo formativo addizionale rispetto a quello affidato alla famiglia e alla scuola.
Un luogo magico
«Salii quassù la prima volta da bambino con mio papà e ricordo la gran folla di allora. Dopo tanti anni è ancora lo stesso». Ha esordito così Mario Rumo, Consigliere nazionale, nel suo discorso al tempietto votivo di Morbegno. Parole che posso sottoscrivere anch’io accomunato dalla stessa esperienza. Allora tanti alpini salivano a rendere omaggio ad amici e parenti meno fortunati, ora sono figli e nipoti, insieme a tanta gente comune, qui a ricordare il sacrificio di tanti e i valori che ci hanno trasmesso.
Il portale del volontario
«L’innovazione passa anche attraverso il volontario, portatore di diritti digitali, dove ognuno può consultare la propria scheda anagrafica e comunicare le variazioni alle segreterie delle Sezioni per un veloce allineamento fondamentale per le attività di Pc. Il portale del volontario è fruibile all’indirizzo www.anapc.it e la richiesta delle credenziali avvengono in completa autonomia».
Intreccio di meraviglie
Città di frontiera, cerniera tra il mondo germanico e quello mediterraneo, Trento per vocazione e collocazione geografica è sempre stato luogo di transito e punto d’incontro tra lingue e culture diverse. Protetta dalle montagne ma allo stesso tempo con lo sguardo aperto sul mondo, la città che ospiterà la 91ª Adunata nazionale ha visto passare tra le sue vie e i suoi palazzi tanti personaggi illustri. Il poeta tedesco Wolfgang Goethe, nel suo celebre “Viaggio in Italia”, amava descrivere così il cuore delle Alpi tridentine “Là dove il sole è caldo e si ricomincia a credere nel buon Dio”. Mentre il collega Heinrich Heine la definiva “la città che divide l’Italia dalla Germania, ma che ci guarda con occhi italiani”.
Adesso tocca a noi
Tra tanti eroi alpini la Chiesa ora annovera un altro Beato. È avvenuto a Vigevano, in mezzo alle risaie della Lomellina, tra Milano culla dell’Ana, Borgolavezzaro dove Cesare Ricotti Magnani volle gli “Alpini” e ad una manciata di chilometri da Gravellona dove l’Ana ha costruito una casa domotica per i reduci alpini inabili, ora affidata a Luca Barisonzi. Gli alpini sono ovunque, dove ci sia tenacia o operosità. Lo vediamo arrivando in questa terra dove l’acqua riaffiora dalla falda freatica del Monte Rosa e da invadente e ostile, gestita e incanalata è resa amica e risorsa in un reticolato di risaie e canali. Ma Teresio Olivelli è nato a Bellagio, dove la sua famiglia di Zeme Lomellina si era trasferita per lavoro, sino a quando tornò in Lomellina, a Mortara.
Nel ricordo di Selenyj Jar
Sono arrivati in 15mila. Gli alpini provenienti dall’Abruzzo e da tante Regioni italiane si sono raccolti ancora una volta ai piedi del Gran Sasso d’Italia per il 26º raduno regionale della Sezione Abruzzi che si è tenuto domenica 18 febbraio presso il Santuario di San Gabriele dell’Addolorata, a Isola del Gran Sasso, in ricordo dei Caduti di Selenyj Jar, nella Campagna di Russia del 1942. All’apertura della tre giorni, in prima fila ad ascoltare i due cori alpini “Stella del Gran Sasso” di Isola e di Piovene Rocchette (Vicenza) c’era, visibilmente commosso, il novantacinquenne abruzzese Valentino Di Franco, reduce del fronte russo.
La guerra in un museo
Il Museo Storico Italiano della Guerra è stato forse il primo Museo in Italia a radunare e raccogliere i cimeli di un conflitto che ha segnato la storia dell’Europa per tutto il Novecento. Ospitato nel Castello di Rovereto - città che durante la guerra fu evacuata e bombardata - venne inaugurato nel 1921 da Vittorio Emanuele III diventando da subito meta di cittadini, combattenti, studenti, famiglie.
Trento, cosa vedere
Ogni piazza, ogni via e angolo del centro storico nascondono un nome o una storia da raccontare. Destinazione turistica e culturale di confine, nel corso della sua millenaria evoluzione Trento ha saputo attrarre elementi di tradizioni tra loro molto diverse, provenienti dal Nord e dal Sud Europa. Incastonata nel cuore delle Dolomiti, questa città alpina pullula di storia e cultura. Centro politico, religioso e monumentale della città è piazza del Duomo, su cui si affacciano splendidi palazzi nobiliari affrescati come le Case Cazuffi-Rella.