Il tempo della tragedia
Era la naja degli anni cinquanta, con i campi invernali e i campi estivi. Le guardie, le marce e il desiderio di una licenza che non arrivava mai. Quel martedì salirono in ventidue sull’autocarro diretto al Tonale. Ventidue alpini del battaglione Bolzano, 6° reggimento, impegnati nelle manovre estive. Ad un tratto, in procinto di una curva infida e stretta, uno scossone. Il mezzo sbanda, rompe la fragile barriera lungo la strada sterrata e precipita nel vuoto. Un volo di oltre cento metri proprio sotto il passo del Gavia.
Le testimonianze nella roccia
Nella Grande Guerra l’area del Passo di Monte Croce Carnico era denominata “zona Carnia” contrapposta alla “zona Carinzia” (in Austria) per la quale il comandante, generale Rohr, dispose: “Resistenza tenace sulla cresta delle montagne della Carnia come prima linea”. Il monte Freikofel si trova proprio qui: caratterizzato da una parete quasi a picco sul versante italiano e da un pendio più dolce su quello austriaco. Come gran parte delle cime durante il conflitto anche il Freikofel venne perso e riconquistato più volte nello stesso giorno.
La Linea Cadorna
Lungo “quel ramo del lago di Como, che volge a mezzogiorno” di manzoniana memoria, poche decine di chilometri a nord del capoluogo, in territorio comunale di Dervio, la sezione di Lecco ha realizzato il recupero di un tratto della Linea Occupazione Avanzata Frontiera Nord (O.A.F.N.). Il tratto di Linea, che noi continueremo a chiamare con il nome con cui è ormai universalmente nota, ovvero Linea Cadorna, faceva parte del Settore Mera – Adda, sotto settore Bellano – Dervio raggruppamento di Dervio.
Gli alpini a Roma: “Liberate i marò!”
“Marò liberi” si legge sul paracadute che gli alpini avevano portato in sfilata all’Adunata di Pordenone e che sabato 14 giugno è stato gonfiato dal vento della capitale. Al corteo di Roma, in favore della liberazione di Salvatore Girone e Massimiliano Latorre, i due fucilieri di marina ingiustamente detenuti in India, hanno partecipato centinaia di penne nere - presente anche Luca Barisonzi - accanto ai militari di altre Armi, sindaci, politici e cittadini.
La zona sacra del Pasubio
Walter Bonatti soleva ripetere che “le montagne sarebbero un mucchio di sassi se non ci fosse l’uomo a dare loro vita”. Poche parole che riassumono interi scaffali di libri sul rapporto uomo-natura. Le montagne – sosteneva l’alpinista lombardo – non hanno un significato che va cercato dentro di esse, non esprimono una forza immanente, “esistono” solo se l’uomo le tocca, le vive, ci lascia sopra una traccia.
Supera i monti, divora i piani
Succede spesso che siano proprio gli alpini a raccontarci storie insolite, impronte ravvisabili ancora oggi lasciate da personaggi poco noti. A tale proposito, qualche tempo fa, per via di quelle strane circostanze che accadono nella vita, Mario Nasatti, alpino del gruppo di Valmadrera (Lecco) ci ha parlato dei Badoni, importante famiglia lecchese. La sua storia si intreccia con le cronache della Grande Guerra, con un approfondimento che ci ha offerto Andrea Bianchi, alpino della sezione di Milano. Noi, alchimisti per gioco, abbiamo unito in un’unica miscela queste due fragranze e… voilà, questo è quanto ne è sortito.
Un po’ come volare
A vederli non ci si crede. Si sta ai lati del percorso con il timore che preme sullo stomaco. E loro giù con lo sguardo che alterna terreno e orizzonte, con le gambe che si srotolano come andassero da sole. Questa è la corsa in montagna, per lo più su sentieri irregolari e polverosi, a tratti su strade asfaltate. Un percorso che alterna discesa e salita, dove è necessario mantenere in ogni istante il controllo del proprio corpo.
La fiaccola delle Alpiniadi
La fiaccola rappresenta la forza e la capacità di illuminare il cammino, di guidare l’uomo alle mete più alte, nobili e pure. È la perfetta metafora dei valori che da sempre contraddistinguono il Corpo degli Alpini. Giampaolo Allocco e Massimo Rosati hanno progettato e realizzato la fiaccola per la prima edizione delle Alpiniadi estive. Un oggetto dalle linee pulite e dal design contemporaneo ma che, al tempo stesso, evoca i simboli e i valori della tradizione alpina.
La fine dei giochi
È pomeriggio inoltrato e senza preavviso alcuno, è arrivata l’estate. Gli alpini sono schierati sul piazzale di largo Bertello per la cerimonia di chiusura. Labaro, vessilli e gagliardetti. È il momento delle premiazioni olimpiche e dei discorsi conclusivi. Si procede con ritmo serrato, si susseguono gli interventi: il viceministro Bobba, l'assessore Gribaudo, i quattro sindaci Beretta di Borgo San Dalmazzo, Serale di Cervasca, Revelli di Limone Piemonte e Bussi di Chiusa di Pesio, anche loro grandi protagonisti di questo evento.
50 anni di alpini paracadutisti
Lo splendido scenario dell’Alpe di Siusi è da sempre il luogo d’elezione del 4° reggimento Alpini paracadutisti per uno tra gli addestramenti peculiari: l’aviolancio (al quale dedichiamo l'ultima di copertina del giornale). I lanci effettuati nel mese di aprile assumono un valore simbolico nella ricorrenza del 50° anniversario della nascita della Compagnia Alpini paracadutisti (costituita dal personale dei disciolti plotoni paracadutisti delle 5 Brigate) che nel 1990 prende il nome di “Monte Cervino”, e che successivamente si trasforma nel battaglione omonimo (1996). Nel 2004 il battaglione entra a far parte del ricostituito 4° reggimento Alpini paracadutisti. Nel corso dell’esercitazione sulla piana innevata a oltre 2.000 metri di quota, alla presenza del sindaco di Bolzano, si è svolto un momento di commemorazione a cui hanno partecipato molti tra gli ex comandanti della Compagnia Alpini paracadutisti oltre a chi vi prestò servizio.
Campi scuola ANA
Per molti ragazzi un racconto ascoltato distrattamente in un’aula scolastica è assai meno efficace di una visita sui luoghi della memoria. In un caso si apprende quasi passivamente, nell’altro tutti i sensi vengono coinvolti in un crescendo di attenzione, curiosità e voglia di comprendere. Il centenario della Grande Guerra è un’opportunità unica per intensificare, perfezionare e organizzare al meglio la presenza alpina nelle scuole di ogni ordine e grado. Il nuovo progetto, messo a punto dall’Associazione per incentivare queste opportunità, è quello dei campi estivi, chiamati “Campi scuola ANA”. Il debutto avviene in luglio in un territorio incantevole, di fronte alle Grigne e al promontorio di Bellagio.
Delegazione IFMS in Spagna
Su proposta del presidente IFMS dell’ANA Renato Cisilin una delegazione di alpini si è recata in Spagna, presso il Monastero Les Avellanes (Lleida), per onorare i Caduti della guerra civile spagnola (1936/1939). La delegazione, con al seguito i vessilli di Bergamo, Pavia, Torino, i rappresentanti dei gruppi di Moncalieri, Testona, Carmagnola di Torino, Gropello Cairoli, Gorlago, Mozzo, Osio Sotto, accompagnati dai delegati ANA Alessio Granelli e Danilo Perosa con lo stendardo dell’IFMS, è stata ricevuta a Lleida dal segretario dell’IFMS spagnola Esteban Calzada e da altre autorità militari e civili. Nell’Abbazia di Lleida si è tenuta una solenne commemorazione con la Messa celebrata dall’abate priore.