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venerdì, 9 Maggio 2025

GIORGIO LAVERDA – DIARIO D’ALBANIA 1940-1942

“Giorgio Laverda diario d’Albania” riporta integralmente il diario di guerra tenuto dal ten. Giorgio Laverda del 5º reggimento artiglieria alpina, gruppo Belluno, divisione Pusteria. È arricchito con lettere dal fronte. Entrambi contengono bellissime foto d’epoca, alcune inedite.

QUANDO AVEVO UNA VENTINA D’ANNI

I diari di 8 alpini che hanno servito la Patria durante le guerre del secolo scorso riportati nella loro genuinità: frasi incomplete, altre piene di rancore e sofferenza, altre piene di speranza, del desiderio di ritornare a casa, agli affetti, aneddoti, alcuni divertenti. Tra i racconti si trova anche quello di un giovane alpino che ha servito dal 1943 al 1945 nella Rsi. Il tutto è corredato da foto d’epoca e da curiose carte topografiche vergate a mano.

Al Frais vince la nebbia

Viene difficile parlare di una gara senza poter presentare classifiche, tempi e foto di trofei alzati al cielo. Eppure è così. Per la terza volta in 49 edizioni ha vinto il maltempo che ha mandato a monte tutto quanto di buono era stato organizzato sulle magnifiche piste del Pian del Frais a Chiomonte, dalle Sezioni di Torino e Val Susa. Mesi di organizzazione, 340 atleti che fiduciosi hanno affrontato la trasferta, una valle in festa hanno dovuto inchinarsi impotenti al trionfo della nebbia e fortunatamente del buon senso. Alcuni, indipendentemente dalle decisioni della giuria, abbandonavano comunque sconsolati il campo di gara. Poi, verso le dieci e dopo un primo rinvio la decisione. Arrivederci al prossimo anno.

Gesti d’amore

Tutti conosciamo la grandezza del Beato don Carlo Gnocchi. Con queste righe vorrei ricordare quando, prima della sua morte, decise di donare le proprie cornee a due ragazzi divenuti ciechi. Era il 28 febbraio del 1956 e il professor Cesare Galeazzi ebbe diversi problemi di giustizia. Però con questo fatto si accelerò in Italia la normativa per l’espianto degli organi (D.L. n. 235 del 3 aprile 1957). Mio padre Vincenzo seguendo tutto il dibattito sulla vicenda ne restò colpito e ci ripeteva sempre che era suo desiderio donare i suoi occhi, che erano bellissimi, ma le circostanze della sua morte non lo permisero.

Una linea nella storia

Ne facevano parte le fortificazioni in Cadore e nelle valli del Maè, del Cordevole, del Cismon, del Brenta, erette prima della Grande Guerra. “La linea di resistenza ad oltranza, convenzionalmente detta Linea gialla, era stata avviata a sistemazione nell’estate del 1916. Si estendeva a tutta la fronte montana del nostro schieramento strategico e aveva lo scopo -precauzionale- di appoggiarvi la difesa nel caso esigenze di manovra avessero imposto di trasferire unità in altri settori. Nel settore della IV Armata si svolgeva lungo le posizioni di: Cima Caldiéra, Monte Agaro, Monte Totoga, Monte Pavione, Monte Cimonega, Monte Tamer, Monte Framont, Monte Civetta, Monte Fernazza, Monte Antelao, Le Marmarole, Monte Tudaio, Le Terze, Casera Razzo.

“Alpinità” a Città del Capo

Confesso: il termine “alpinità” non l’avevo mai sentito. Lo ha pronunciato ieri nel suo discorso il Presidente dell’Associazione Nazionale Alpini Sebastiano Favero e ci è piaciuto. L’ho cercato in internet e ho scoperto che è un termine sul quale sono stati scritti saggi ed editoriali che ne spiegano la genesi e il significato. Racchiude ed esprime i valori di cui sono portatori gli alpini e dei quali tutti siamo stati testimoni ammirati ogni volta che l’Italia e gli italiani hanno avuto bisogno di cuori generosi, braccia forti e spiriti indomiti.

BOLZANO – La chiesetta di Passo Gardena

Nell’estate 2003 gli alpini di Santa Cristina Selva Val Gardena iniziarono la costruzione della chiesetta degli alpini al passo Gardena, orgoglio e vanto del Gruppo. Nella primavera successiva ci fu l’inaugurazione: «Una cerimonia emozionante - racconta il Capogruppo Igor Demetz - non solo per la riuscita del progetto, ma perché ci siamo resi conto di quanto fosse azzeccato questo luogo di culto in mezzo alle montagne, a queste vette che sembrano messe a baluardo della chiesetta. Molti alpinisti la visitano prima di affrontare le loro imprese e questo ci convince d’aver fatto qualcosa di utile per la comunità alpina».

DANUBIANA – In marcia per ricordare

Il Gruppo Ungheria, Sezione Danubiana, ha partecipato anche quest’anno alla marcia organizzata dai riservisti ungheresi (Matasz) che ricorda i Caduti sul fronte del Don, nella ritirata o in prigionia. Storicamente la 2ª Armata ungherese confinava con il fianco sinistro dello schieramento italiano dell’8ª Armata (ARMIR) e con il Corpo d’Armata Alpino. La marcia si svolge su tre giorni e si snoda tra boschi e prati.

ROMA – Le cerimonie di Antrodoco

Il Gruppo di Antrodoco, nell’anno in cui celebra il 60º anniversario di fondazione, ha ricordato la battaglia di Nikolajewka con una Messa a suffragio dei Caduti e dei soci “andati avanti”, nella chiesa di San Giovanni (nella foto). Al termine della funzione religiosa il Capogruppo Antonio Santopinto ha ringraziato il parroco don Luigi Tosti che nell’omelia ha offerto spunti di riflessione sulla disponibilità degli alpini, sul loro spirito di sacrificio, sempre pronti a dare una mano.

TORONTO – NORTH YORK – La festa del tesseramento

Festa del tesseramento per il Gruppo di North York, dopo quella grandiosa per il 38º di fondazione, celebrata lo scorso ottobre. La cerimonia si è tenuta nella sala del Circolo Abruzzese: tutti sull’attenti, sono stati eseguiti gli inni canadese e italiano da parte del maestro Toni Silvani.

Variazioni sul tema

Gentile direttore, come componente di un coro alpino, vorrei avere il suo parere, magari suffragato o meno da qualche Maestro di altro coro, in ordine a questo argomento. Capita a volte, per quanto molto molto raramente, che qualche componente del coro trovi a ridire su alcune parole della canzone, su qualche riga o addirittura strofa dal contenuto/ significato un po’ “particolare”, “fuori tempo”, “fuori luogo”, con richiesta di sostituire le parole, la riga, la frase con altre, oppure non cantarle.

Quella notte di 73 anni fa

Nel settembre del 1947 sul Monte di Ragogna, che sovrasta l’abitato di Muris (Udine), presso la chiesetta medievale di San Giovanni Battista, aveva luogo il primo incontro commemorativo a ricordo delle mille e cinquanta persone che nella tragica notte tra il 28 e 29 marzo 1942 persero la vita nelle gelide acque del Mar Jonio, mentre facevano ritorno in Patria, al termine della campagna di Grecia. Su un totale di 1.329 persone imbarcate sul piroscafo Galilea, 279 furono i superstiti e di questi 205 erano alpini della divisione Julia.

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