TREVISO – Fotografare l’Adunata
Oltre trecento fotografie e decine di autori provenienti da diverse città d’Italia: ecco il bilancio del concorso “Fotografare l’Adunata del Piave 2017” indetta dalla Sezione di Treviso presieduta da Raffaele Panno. L’edizione numero 19 dedicata all’evento alpino che ha portato in maggio a Treviso oltre 600mila persone, ha registrato un aumento nel numero di partecipanti, tra cui molte donne.
Venti carichi di novità
L’alzabandiera in piazza Bra e la deposizione della corona alla targa che ricorda le Aquile del 6º Alpini sono stati l’incipit di una giornata ricca di spunti e di interessanti novità. Il Palazzo della Gran Guardia a Verona, ha ospitato il convegno annuale dei referenti del Centro Studi aperto dal saluto dell’assessore Marco Padovani. Il Presidente della Sezione ospitante Luciano Bertagnoli ha sottolineato il ruolo di rilievo che gli alpini hanno all’interno della società, un ruolo che si divide tra memoria e solidarietà.
Onori per ogni soldato
L’Associazione “Military Historical Center” di Udine, presieduta dal ten. Roberto Machella, in collaborazione con le Associazioni d’Arma della Regione Friuli Venezia Giulia e del Gruppo di coordinamento “Albo d’Oro”, che ha sede presso la Sezione Ana di Udine, ha omaggiato i 529.025 soldati Caduti, dando prova di riconoscenza per il tributo di sangue dato da tutte le famiglie italiane per la Patria.
BASSANO DEL GRAPPA – L’aiuto alpino in Brasile
Nel 2002 in una zona povera del nord est del Brasile, l’allora Presidente della Sezione Bassano del Grappa Bortolo Busnardo e gli alpini della Sezione hanno costruito una scuola materna ed elementare che oggi ospita 250 bambini dai 3 ai 12 anni. La scuola è stata intestata a “Mauro Bonotto”, un ragazzo morto in un incidente in montagna e finanziata dalla famiglia di Mauro.
Non generalizziamo
Ho letto la lettera di Luigi Di Meglio su L’Alpino di agosto-settembre e non ho saputo tacermi. Il ragionamento che lui fa è coerente per chi, nella vita, ha cercato il posto sicuro (ed essere dipendente statale ne è la massima espressione), ma lontano da chi è alpino. Sono un Capogruppo Ana della Sezione di Colico (sergente del Susa), figlio di un reduce di Russia del Morbegno; ho vissuto lavorando, per 40 anni, nei cantieri di mezzo mondo e credo che sei mesi di servizio per la Patria, chiamatelo militare o civile, equivarrebbero, per me, ad una “vaccinazione contro l’apatia” dei giovani odierni.
Verona pigliatutto!
Il 2º Campionato nazionale delle Unità cinofile di Soccorso dell’Associazione Nazionale Alpini, svoltosi sui Monti Lessini, va in archivio con un risultato agonistico estremamente chiaro: il nucleo di Verona la fa da padrone, andando a dominare entrambe le classifiche, quella della classe “Operativi” e quella delle “Giovani Promesse”, aggiudicandosi il trofeo “Vittorio Martinelli”.
I colori della storia
Vorrei intervenire sulla lettera di Andrea Gorgoglione (luglio 2017). Sulla prima parte nulla da eccepire: corretto e non un tradimento fu il comportamento del governo di fronte ad una guerra di aggressione. Scrive il generale Tullio Vidulich: “Il nostro mancato intervento nel 1914 a fianco degli Imperi Centrali che avevano scatenato una guerra di aggressione fu determinante per il successo finale della coalizione dell’Intesa”.
Errata corrige
Nel numero di settembre de L’Alpino la cronaca del pellegrinaggio sul Cimone, da me scritta, si conclude con questa frase: “Una cerimonia semplice in memoria di quei giovani di un secolo fa che morirono su questo Monte, tra loro anche Antonio Bergamas, il figlio di Maria, la donna che simbolicamente scelse la salma del Milite Ignoto ad Aquileia nel 1921”.
ABRUZZI – Un sogno realizzato
In occasione del raduno del 4º Raggruppamento, il Gruppo di Celano ha accolto con piacere, nella propria sede, il Presidente nazionale Sebastiano Favero, alcuni Consiglieri nazionali e il Presidente della Sezione Abruzzi Pietro D’Alfonso. È in queste occasioni che si comprende cosa significhi essere alpini dalla testa ai piedi: massimo rispetto per le cariche e desiderio di stare insieme con semplicità.
Alpini di cuore
L’abbraccio della gente e delle penne nere ai vincitori del 43º Premio “L’alpino dell’anno”, ha portato, come ha ricordato il Presidente della Sezione di Savona Emilio Patrone, «una folata d’aria pulita, sana, che tutti vorremmo assaporare più spesso, colma di serenità di principi e di amore per la nostra terra». Il significato del riconoscimento è proprio quello di poter condividere con la gente quei gesti di umana solidarietà, spesso definiti eroici, ma che in realtà sono semplicemente naturali per chi li ha compiuti. A testimoniare che i valori, i doveri, l’amore per il prossimo esistono ancora. «Credetemi - aggiunge Patrone - far parte della giuria del Premio non è cosa semplice: si leggono e rileggono più volte le motivazioni e si vorrebbe premiare tutti, perché tutti meritano le nostre attenzioni e sono uomini particolari».
LA SPEZIA – In memoria di Gino Cecchi
Grazie alla costanza di Renato Bucchioni, a Debeduse (La Spezia), in occasione dei festeggiamenti del patrono San Pietro è stato ricordato l’alpino Gino Cecchi con una targa commemorativa posta nel paese natale del giovane eroe. Gino Cecchi nasce il 31 marzo 1922 da Oreste e Giulietta Cecchi. La famiglia è composta da cinque maschi e due femmine. Gino frequenta fino alla terza classe le scuole a Borseda, poi la quarta e la quinta a La Spezia.
Gioiosi abbracci alpini
Hanno sfilato in 9mila al raduno del 2º Raggruppamento a Salsomaggiore Terme (Parma), in una cornice di verdeggianti colline illuminate da un caldo sole un po’ fuori stagione. Oltre agli alpini lombardi ed emilianoromagnoli erano presenti anche le rappresentanze di altre regioni, soprattutto del Friuli, per i forti legami che legano a quelle terre gli alpini parmensi che hanno militato nella Julia.