Quando sfilano gli alpini
Sono la moglie di un alpino: un brivido e qualche lacrima mi vengono quando vedo il mio bell’alpino sfilare con orgoglio e a testa alta. L’amore per la nostra patria fa venire la pelle d’oca anche quando vediamo sfilare i nostri amati militari che tanto fanno per il bene della nostra patria. Siamo tutti sotto lo stesso cielo meraviglioso della nostra patria.
Maria Grazia Giovanardi Moro - Asti
CANADA – A Welland il ricordo dei Caduti
Il 6 novembre gli alpini del gruppo di Welland, sezione di Hamilton (Canada), guidato da Doro Di Donato, dopo la Messa celebrata in onore dei Caduti di tutte le guerre, hanno deposto una corona al monumento che sorge davanti a “Casa Dante” (ritrovo degli italiani). La corona è stata portata dal vice capogruppo Gabriele Labricciosa e dal giovane Carlo Capostagno (che vediamo nella foto con divisa da cadetto), nipote dell’alpino Alfonso Bianchi deceduto da qualche anno. Dopo gli onori ai Caduti gli alpini, con un centinaio di amici, hanno partecipato ad un rinfresco preparato dalle signore.
Quella notte sul Galilea
Bruno Galet è nato il 24 ottobre 1921 e vive a San Giovanni del Tempio, una frazione di Sacile. Partì giovanissimo per la Grecia con il btg. “Gemona” e fu uno dei pochi superstiti del Galilea, silurato la notte del 28 marzo 1942. In questa testimonianza rivive la speranza del rientro in Patria, il tragico momento dell’affondamento, il salvataggio e l’angoscia per aver perso tanti compagni.
NOSTRI MUSEI: A Savignone, non solo museo
Il “Museo degli Alpini” inaugurato dalla sezione di Genova nella sede del gruppo di Savignone, è certamente uno dei più completi (anche se un museo è in continuo divenire) della nostra Associazione. Nacque da un’idea di un grande amico degli alpini, Delfo Pieramati, che in collaborazione con l’alpino Alberto Vianello, entrambi collezionisti, approntò una mostra sulle Truppe alpine e sull’Associazione in occasione della festa sezionale del 1992 che si tenne a Savignone.
Ancora un alpino a Beirut
La mia generazione, ma credo non solo la mia, ha in testa un cliché degli ufficiali superiori che ricalca la descrizione fatta dall’aspirante ufficiale Ermes Rosa, nel bel libro “Arditi sul Grappa”, del primo incontro - era in leggero ritardo dovuto alla baraonda della guerra - con il comandante del suo reggimento. “Il colonnello ci guarda con i suoi occhi freddi, poi si alza con un crescendo di voce da far crollare la caverna, ci dice… insegnerò loro cosa vuol dire ubbidire sotto le armi… intanto tengano gli arresti”. Più di novant’anni dopo, all’Adunata di Torino, sfila un bel gruppo di alpini con al centro un generale di Divisione in servizio. Salutano festosi la folla che li acclama; sembrano avere appena varcato la soglia della caserma per la libera uscita.
Maria Luisa ci ha lasciato
Venerdì 6 gennaio Maria Luisa Ferri ci ha lasciato. Aveva 47 anni e da 25 lavorava alla nostra sede nazionale di via Marsala, all'ufficio associati. Per noi era Marilù, riservata e schiva, ma sempre aperta al sorriso. Sul lavoro era scrupolosissima. Era la voce per tante migliaia di alpini che chiamavano il suo ufficio per avere informazioni e per tanti Gruppi e Sezioni con i quali era in costante contatto.
Quando la tradizione è una forza
Nelle nostre Forze Armate abbiamo enti, reparti, unità dalle caratteristiche completamente diverse tra di loro. Da dove deriva questa caratterizzazione, in che cosa consiste, quali effetti produce? In sintesi, questa caratterizzazione deriva dalla storia dell’Unità e costituisce quella che comunemente viene indicata come la “tradizione” di questo o quell’ente, reparto o unità. Ma cosa intendiamo per “tradizione”?
Cultura popolare e trabiccoli
Il mio insegnante di lettere all’istituto d’arte negli anni sessanta redarguiva me e i miei compagni del fatto che non avevamo alcuna passione per la cultura popolare. Oltre ai trattati di estetica crociana cercava d’inculcarci la cultura popolare che in Italia riesce a produrre più risultati della cultura ufficiale. L’artigianalità è ancora il tessuto produttivo e a volte riesce a raggiungere risultati di eccellenza. Così: in mezzo al mar ci stan camin che fumano… è cultura popolare autentica, figlia di tradizioni e spontaneità. Un artigiano che ama il proprio lavoro produce cultura. Alle Adunate degli alpini vorrei rivalutare i trabiccoli ed i loro creatori italiani estrosi, a volte approssimativi ma autentici come sanno essere gli alpini!
Guido Da Riva - Sassuolo (MO)
BASSANO – Nel ricordo dei martiri del 1944
Il rastrellamento nazi-fascista sul Grappa del settembre 1944 ha segnato una delle pagine più tragiche della storia italiana perché ha visto figli della stessa Patria gli uni contro gli altri in una spietata guerra fratricida. Si concluse con più di 500 Caduti e 400 deportati. Culminò il 26 settembre 1944 con 31 impiccagioni, compiute da fascisti italiani con allucinante modalità a Bassano, agli ordini del vicebrigadiere delle SS Karl Franz Tausch, un criminale sfuggito alla giustizia che ha vissuto, impunito, in Assia.
Alpiniadi, che passione
Riunire in un unico fine settimana e in una sola sede tutti i Campionati Italiani dell’Associazione Nazionale Alpini. È questa l’idea che ha portato alla prima edizione delle “Alpiniadi invernali”, in programma dall’8 all’11 marzo a Falcade e nei limitrofi centri della Valle del Biois. Come ha ricordato il presidente Perona, Falcade “è terra di alpini, luogo della memoria, e paese tanto caro al capitano Arturo Andreoletti, alpino e alpinista di razza, socio fondatore e già presidente nazionale dell’ANA, uomo che, più di ogni altro, ha saputo prevedere le giuste coordinate di un cammino che ci ha portato a superare i novant’anni di storia associativa con una brillantezza che, forse, nemmeno lui aveva osato sperare”.
Per Luca commozione e orgoglio
È stata una serata particolare quella che abbiamo vissuto giovedì 22 dicembre nel salone d’onore di Palazzo Cusani, sede del Circolo Ufficiali di Milano. Doveva essere la presentazione del bel libro-diario di Luca Barisonzi, La Patria chiamò, curato da Paola Chiesa, uscito per i tipi della Mursia ed invece si è trasformata in un abbraccio della città ai nostri soldati impegnati in Afghanistan. Oltre al giovane alpino Luca, gravemente ferito a Bala Murghab il 18 gennaio 2011, accompagnato dai famigliari, c’erano anche la moglie e i genitori di Luca Sanna caduto nella stessa circostanza.
Solidarietà alpina
Un anno fa mi sono recato, con mia moglie Daniela, in Guatemala, a La Verbena, sobborgo della capitale, per consegnare dei soldi che 12 gruppi alpini di Vicenza mi hanno dato per aiutare dei bambini rimasti orfani di entrambi i genitori che “lavoravano” come “operatori ecologici” nella più grande discarica del Guatemala. Raccoglievano tutto quel materiale, ferro, vetro, plastica, lattine per poi consegnarlo alle potenti ditte di riciclaggio e guadagnare così qualche soldo per sopravvivere. Con l’aiuto del suddetto gruppo si è riusciti ad inaugurare poco tempo fa un asilo chiamato “La Guarderia”. Per iniziare questo progetto servivano ancora soldi per poter mantenere questi bambini. Una buona parte della somma necessaria l’abbiamo raccolta vendendo materiale guatemalteco, ma ci mancava ancora qualcosa. Ho chiesto al capogruppo se era possibile fare una cena missionaria. Risposta favorevole e cospicua somma raccolta. Non vi dico la felicità dei missionari nel vedere e constatare che in Italia la gente sente questi problemi e si adopera per gli aiuti.
Venanzio e Daniela Zanin - San Lazzaro (VI)