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domenica, 25 Maggio 2025

Umilmente al servizio di tutti

Faccio riferimento alla lettera al direttore “La misura che fa la differenza” pubblicata su L’Alpino del mese scorso. Mi compiaccio per la sua risposta che mi sembra seria, pacata e condivisibile. Il nostro gruppo è nato per caso 29 anni fa con solo otto penne nere, non essendo il nostro un territorio di reclutamento alpino.

"Grazie"

Sono un artiglierie alpino della Julia del 3°/’75, appartengo al gruppo alpini di Campocroce di Mogliano Veneto, sezione di Treviso. Le scrivo per chiedere la sua opinione circa l’idea, partita da alcuni soci, di costruire un monumento agli alpini.

Social network

Sono un simpatizzante del Corpo degli alpini pur essendo dell’Aeronautica, da ormai alcuni anni sono iscritto a questa magnifica Associazione e leggo attentamente tutte le lettere che arrivano al direttore e, ultimamente, quella dell’alpino Luca Ripamonti sul n. 7 di luglio.

Un signor Generale

Domenica 6 luglio ero al raduno nazionale al sacrario della Divisione Cuneense al Col di Nava. Il caso mi ha riservato una sorpresa. Mentre era in corso l’ammassamento, mi trovavo con il cappello in testa, sul ciglio della strada ad osservare il panorama. Con la coda dell’occhio ho notato l’approssimarsi di un generale di Divisione, scrutandolo incuriosito.

Spirito alpino

Sono Giuseppe Angeli, appassionato podista di Rabbi (Trento) del gruppo di Vermiglio, sezione di Trento. Durante la prova podistica delle “Alpiniadi estive 2014” svoltesi nel cuneese ho subito un grave malore. Sono stato immediatamente soccorso dal signor Carlo Petri (anche lui partecipante alla manifestazione) che mi ha letteralmente salvato la vita.

Quest’anno, al Bosco

Da alcuni anni partecipo in veste ufficiale alla cerimonia del Bosco delle Penne Mozze. Quest’anno grazie all’importanza delle Sezioni che si sono aggiunte, in particolare Brescia per la sua dimensione, e grazie alla sua presenza, il tutto è stato particolarmente importante, suggestivo, ed i messaggi trasmessi nelle orazioni ufficiali sono stati profondi e significativi: “Oggi in Italia bisogna aver coraggio per dire che il matrimonio è tra un uomo e una donna... bisogna aver coraggio per dire che un bambino ha bisogno di un papà ed una mamma…”.

Un sorriso non costa nulla

Caro direttore, sono Pietro Fiorito capogruppo di Povo (Trento), ho prestato il servizio militare di carriera in qualità di ufficiale degli alpini (San Candido, Bolzano, Trento) in quiescenza dal 2001.

Eugenio Corti

Riprendo con molto ritardo la lettera del presidente della sezione di Cividale Pierluigi Parpinel che ricordava la figura dello scrittore Eugenio Corti morto il 4 febbraio scorso. Condivido al cento per cento la lettera ed anche la sua risposta.

La misura che fa la differenza

Caro don Bruno, mi preme una riflessione che magari ai più può sembrare fuori tempo o fare sorridere. Come presidente di Sezione ho modo di incontrare sia i Gruppi che singoli alpini e noto, con rammarico, un affievolimento nel sostenere e mettere in pratica ciò che l’art. 2 del nostro Statuto ci presenta come scopi dell’Associazione.

Resta solo il nome

Egregio direttore, desidero chiederle alcune delucidazioni ed un parere in merito ad alcuni fatti ai quali, purtroppo, ultimamente ho dovuto assistere. In occasione della ricorrenza del 71° anniversario di Nikolajewka un nostro consigliere sezionale mi impediva di leggere i nomi dei Caduti e Dispersi in Russia.

“Leva obbligatoria di solidarietà”

Egregio direttore, ho letto con interesse il “dibattito” iniziato nel numero di luglio idealmente aperto da Gianbattista Stoppani, proseguito da Luca Ripamonti e da Stefano Peroncini, che cerca di approfondire l’idea di come conservare e rinnovare il valore degli alpini.

La mamma e il papà

Caro direttore, so che i problemi della “political correctness” non sono affare nostro. Però qualche volta, qualche pronuncia in difesa della nostra millenaria civiltà cristiana non ci starebbe male. Per esempio: sembra che, ex lege, si vogliano abolire i dolcissimi sostantivi di “mamma” e “papà” per sostituirli con “genitore 1” e “genitore 2”. Credo che una nostra pronuncia sarebbe proprio benemerita.

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