L'Adunata di Asiago
Ma a chi è venuto in mente di fissare l'Adunata del 2006 ad Asiago?Asiago non ha stazione ferroviaria e ciò porrà in crisi più della metà degli alpini abituati, per l'occasione, a servirsi del treno. Inoltre le vie di accesso sono solo quattro e disagevoli. Se per caso un pullman si guasta gli alpini pernotterebbero in auto.
Antonio Sulfaro Genova
L'idea venne all'allora presidente Parazzini nel 2002 per ricordare i 147 anni della leva che sarebbe stata sospesa, appunto nel 2006, raccogliendo gli alpini vicino al luogo che vide la nostra prima adunata: l'Ortigara. La fine della leva è poi stata anticipata di due anni per cui le date non coincidono più, ma il CDN, che è sovrano, ha mantenuto l'idea sia pure dopo una triplice votazione. Gli alpini sanno fare miracoli: sono certo che usciranno vincitori anche dall'Altopiano.
Una scuola in Eritrea
Il gruppo ANA di Barbianello (Pavia) ha raccolto 1.210 euro per la scuola eritrea di padre Protasio, consegnando la somma al gruppo di Tonco (Asti), (che si è fatto promotore della costruzione di una scuola a Massaua, n.d.r.). Barbianello ha 700 abitanti ma ha dato una concreta lezione alpina. Mi auguro che altri gruppi seguano l'esempio degli alpini pavesi.
Pier Giorgio Canavero Tonco (AT)
Ho già pubblicato tempo fa il tuo appassionato appoggio all'iniziativa di padre Protasio a favore dei nipoti dei nostri ascari eritrei. Conosco bene l'alpino Pozzi, capogruppo di Barbianello e so di quali slanci altruistici è capace.
Bravi noi?Bravi voi!
Abbiamo ricevuto i numeri di giugno e luglio. Il giornale è sempre migliore. Bravi. Congratulazioni da parte mia e di tutti gli abbonati della California. E anche a tutti quelli della Protezione Civile che si sono guadagnati la medaglia d'Argento. Mi riferisco, naturalmente, a quelli dell'Ospedale da campo.
Vincenzo Di Sano San Francisco (USA)
Dopo tante lettere che mi hai spedito trovo giusto darti un poco di spazio. Tu sei il capogruppo di un gruppo autonomo che però non dimentica mai l'Italia e l'Associazione. A mia volta ti dico e vi dico: siete proprio dei bravi italiani.
Il filmato su don Gnocchi
La sera del 29 novembre ho visto in tv il filmato su don Gnocchi. In esso comparivano lunghe capigliature impensabili a quei tempi, cappelli alpini sformati, un alpino con le mostrine rosse, nessuna cura delle uniformi. Improbabile la scena di un generale che in trincea dava ordini al capitano e alla truppa. Una serie di amenità che lascia sconcertati.
Lorenzo Ferro Tavagnacco (UD)
Le amenità cui lei accenna non si fermano qui: ben altre mi sono state fatte notare da altri quattro lettori. Ma il numero dei protestatari finisce qui: segno che o gli alpini hanno cambiato canale o hanno giudicato per quel che vale il filmato. Personalmente mi associo a voi rilevando che la regista avrebbe fatto bene a consultarsi con qualche Ufficiale alpino ben preparato per evitare tanti madornali errori che hanno immiserito lo sceneggiato.
La bandiera dell'Edolo
Anche l'Edolo è stato sciolto perciò mi chiedo: perché inviare la Bandiera a Roma, in un dimenticatoio? Perché non donarla al comune di Edolo?Sicuramente tra le montagne e tra i suoi soldati la Bandiera rimarrebbe viva e non dimenticata in qualche angolo a far polvere.
Peter Calvetti Malonno (BS)
La tua idea si scontra con una tradizione centenaria che vuole che le Bandiere di guerra siano conservate nel Vittoriano, a Roma, oggi rimesso totalmente a nuovo anche per il deciso intervento dell'ANA. Ti assicuro che non è un dimenticatoio e che anche la Bandiera del 18º rgt., che ha avuto vita breve, vi sarà conservata con tutti gli onori.
Alpinit e Peduzzi
Ho letto, nel numero di novembre, la commovente orazione funebre per Vitaliano Peduzzi. La condivido pienamente e mi piace aggiungere che fu lui a coniare il termine alpinità oggi entrato nel linguaggio comune.
Icaro Taddese Milano
Giusta la tua osservazione. In un mondo di parolai disinformati, pronti a coniare sempre nuovi termini barbarici, la parola alpinità si è conquistata un posto d'onore anche presso giornalisti non alpini, a significare gli altissimi valori che l'ANA difende da sempre. Quel suffisso ità, che in italiano indica la qualità espressa dall'aggettivo che lo ha generato, Peduzzi lo applicò ad alpini a somiglianza di tre parole, italianità, fraternità e generosità che ben rappresentano i nostri ideali. Basterebbe questa intuizione per dire che Vitaliano fu un grande italiano e un grande alpino.