Vittorio Emanuele III
La salma di Vittorio Emanuele III è rientrata in Italia, da Alessandra d’Egitto, per essere collocata a Mondovì accanto a quella della moglie regina Elena. La notizia ha suscitato immediatamente dissenso, proteste e anche inquietudine per coloro che, come Israele, non dimenticano la legge razziale, firmata purtroppo dal re nel 1938. Ad alimentare lo sconcerto di molti italiani ci ha pensato il pronipote, (invitato e chiamato principe dal conduttore in Tv di Porta a Porta). Emanuele Filiberto, infatti, ha sostenuto che “il posto della salma del bisnonno è al Pantheon”. Personalmente ritengo che il corpo di un essere umano, anche se responsabile di decisioni delittuose va rispettata, ma collocarla al Pantheon o alla cripta reale di Superga è un inaccettabile tentativo di sovvertire la storia.
La carica dei 13mila
Fine anno, tempo di bilanci, di considerazioni e di buoni propostiti per il futuro. Soprattutto numeri, da snocciolare, raffrontare e commentare, e nei quali spesso ognuno di noi riesce a vedere ciò che più lo esalta… o lo atterrisce. I numeri sono freddi, è vero, ma sono anche il banco di lavoro del Supporto VolA, piattaforma della Pc Ana, che mi ha inviato il resoconto al 31 dicembre 2017. Un traguardo che riscalda gli animi e ricarica tutti noi di entusiasmo; sono dati che è giusto condividere con la grande Famiglia alpina. Innanzitutto, siamo in tanti!
Scritti con la divisa
In attesa di altre lettere riprendiamo la pubblicazione della corrispondenza dell’artigliere del Gruppo Pieve di Cadore. Sembra quasi un vero e proprio diario redatto a quattro mani dalla mamma e dal figlio che si scrivono anche due o tre volte alla settimana.
GERMANIA – Al campo di Dachau
Il Gruppo Monaco di Baviera, su richiesta del consolato generale d’Italia a Monaco, ha partecipato alla commemorazione del 72º anniversario della liberazione del campo di concentramento di Dachau, manifestazione svoltasi sotto il patrocinio del Comitato Internazionale di Dachau, alla presenza di numerose autorità civili e militari.
Cent’anni col cappello
Quella grande foto di mio nonno paterno, orgoglioso nella sua divisa alpina di fine Ottocento, mi aveva sempre incuriosito. Capeggiava sopra la vecchia radio Phonola nella cucina-salotto, collegata all’emporio di un paesino delle Valli del Natisone, dove avevo trascorso i miei primi vent’anni, tra i fitti boschi e il fiume, a contatto con la natura che fu grande maestra di vita.
L’acropoli degli alpini
La montagna di Trento, il suo “Doss”, è nel cuore dei trentini e durante l’Adunata ospitata dalla città sottostante sarà anche scenario di eventi ed emblema di storia e cultura. In attesa del nuovo Museo nazionale storico degli Alpini, che sarà ristrutturato e ampliato. Il Doss Trento o Verruca è un massiccio che si eleva sulla spianata dell’Adige con un’altezza media fra i 290 e i 300 metri. È caratterizzato da pareti verticali che l’hanno reso, sin dai tempi più antichi, una fortezza naturale quasi inespugnabile.
Note d’autore
“Quello là sulla destra, sotto il golfo delle colline impicciolite che fuma è il mio paese. Bisogna sedersi per terra, aspettare che sembri tutto vero” (da “Libera nos a Malo” di Meneghello 1922- 2007). Il nome del paese così meravigliosamente descritto dal grande Meneghello è Malo, un gioiellino incastonato tra le vallate, ricco di storia, arte, cultura; una corona superba di cime lo circonda più in alto, il Pasubio, il Carega.
Patto di fratellanza
Una partecipazione imponente quella al 75º anniversario della Battaglia di Nikolajewka. Oltre allo straordinario colpo d’occhio sulla sfilata nelle vie del centro di Brescia parlano i numeri: 41 i vessilli sezionali dietro il Labaro, accompagnati dai gagliardetti di oltre 320 Gruppi e da quasi diecimila penne nere. La Leonessa d’Italia ha assolto ancora una volta con grande efficacia al suo onere-onore di organizzatrice della manifestazione a carattere nazionale che ogni anno (ogni cinque in forma solenne), ricorda l’epico e tragico episodio bellico del 26 gennaio 1943 che permise agli alpini di sfondare le linee russe e “tornare a baita”.
MARCHE – Raduno sezionale a Macerata
La bella Macerata ha ospitato il 97º raduno della Sezione Marche. Nel corso della cerimonia di apertura le penne nere hanno reso omaggio agli alpini “andati avanti”, ricordati nel monumento all’Alpino, una struttura in ferro lavorato, benedetta dal parroco della chiesa dell’Immacolata. All’inaugurazione hanno partecipato, insieme a tanti alpini, numerose autorità civili e militari.
Il coro dell’amicizia
Il coro Grigna nacque l’8 dicembre 1958 a Lecco, nel rione di Laorca, grazie ad un gruppo di amici. Tra loro c’è Giuseppe Scaioli, appassionato di musica e diplomando al Conservatorio, che dirigerà il coro fino al 2014, quando il testimone passa al suo allievo Riccardo Invernizzi. Oltre ad essere una seria realtà nel canto popolare, il coro Grigna è prima di tutto un gruppo di veri amici, che stanno bene insieme e che fanno stare bene anche chi li segue. La bella cantata in amicizia non è diversa dalla stessa musica che si sente dal palco dei più disparati teatri.
IVREA – Mezzo secolo e un monumento
In occasione del cinquantesimo del Gruppo di Bairo, si sono dati appuntamento numerosi Gruppi e alcune Sezioni. Erano 80 i gagliardetti accanto ai vessilli di Ivrea, Torino, Saluzzo, Pinerolo, Cuneo, Acqui Terme e Genova; numerose anche le autorità civili e militari e le associazioni d’Arma.
In segno di gratitudine
Nel numero di dicembre di Qui Magazine, edizione di Treviso, il sindaco Giovanni Manildo ha pensato bene di inviare gli auguri ai suoi concittadini indossando il cappello alpino. Pur essendo ancora memore e riconoscente verso il rappresentante della città che ci ha accolto per la nostra ultima Adunata nazionale non posso non stigmatizzare questa, a mio parere, scorrettezza; si è sempre giustamente detto: nessuna commistione tra politica ed alpini!
Alberto Bertozzi Gruppo e Sezione di Modena