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martedì, 10 Giugno 2025

Consegnato al nipote del reduce il gavettino trovato sull'Ortigara

Cerimonia al Soggiorno alpino ANA di Costalovara, gestito dalla Sezione Alto Adige.

Coro Ardito Desio di Palmanova

Il giorno 14 febbraio 2004, alla presenza dell'allora presidente nazionale ANA Beppe Parazzini il coro sezionale di Palmanova faceva la sua prima uscita ufficiale...

TRENTO Festa sezionale a Baitoni

Gli alpini trentini si sono radunati sotto il Tricolore per la Festa delle penne nere , l'adunata sezionale organizzata dagli alpini del gruppo di...

5ª Rassegna calendari della stampa alpina

Il gruppo di Imola Valsanterno e 'l'Alpino Imolese' organizzano la 5ª Rassegna calendari della stampa alpina in collaborazione con la sezione ANA Bolognese Romagnola. La rassegna sarà aperta all'Hotel Molino Rosso di Imola, nei giorni 9 e 10 aprile, in concomitanza con il 9º Convegno itinerante della stampa alpina per consentire a tutti i partecipanti di avere una visione completa di questa originale iniziativa già presente in parte della nostra stampa, e possibilmente favorirne ulteriori adesioni.

Alpina… in fieri

Il nostro nuovo parroco è stato cappellano militare e in poco tempo ha inculcato in noi giovani una certa stima per le Forze armate. Sono figlia di un alpino, con nonno materno alpino, so quindi cosa voglia dire la passione per qualcosa, specie quando si tratta della vostra Specialità.
Chissà se anch'io posso fare qualche cosa di buono? Mi immagino già in uniforme.

Francesca Subrizi Villavallelonga (AQ)

Anzitutto complimenti al suo parroco che sa parlare ai giovani; poi un benvenuta fra noi qualora decidesse di abbracciare la vita militare. Negli alpini, ovviamente.

Il filmato su don Gnocchi

La sera del 29 novembre ho visto in tv il filmato su don Gnocchi. In esso comparivano lunghe capigliature impensabili a quei tempi, cappelli alpini sformati, un alpino con le mostrine rosse, nessuna cura delle uniformi. Improbabile la scena di un generale che in trincea dava ordini al capitano e alla truppa. Una serie di amenità che lascia sconcertati.

Lorenzo Ferro Tavagnacco (UD)

Le amenità cui lei accenna non si fermano qui: ben altre mi sono state fatte notare da altri quattro lettori. Ma il numero dei protestatari finisce qui: segno che o gli alpini hanno cambiato canale o hanno giudicato per quel che vale il filmato. Personalmente mi associo a voi rilevando che la regista avrebbe fatto bene a consultarsi con qualche Ufficiale alpino ben preparato per evitare tanti madornali errori che hanno immiserito lo sceneggiato.

Quella canzone stonata

Moglie di un alpino, non manco
mai alle manifestazioni dell'ANA.
A Trieste ho colto una nota stonata:
l'esecuzione durante la sfilata
di una sezione della canzone Bella
ciao . Anche alcuni triestini che mi
erano accanto hanno sottolineato
come la canzone fosse inopportuna,
avendo Trieste sofferto per colpa
degli uni e degli altri. Al di là del
fatto che l'ANA è di tutti.

Giusy Asperti Treviglio (BS)

Bella ciao è una canzone assunta
come emblema dai partigiani. Concordo
sul fatto che sia stato inopportuno
eseguirla durante la nostra sfilata;
questo, non solo per il risvolto
politico che alcune frange partigiane
hanno voluto darle, ma anche perché
il suo ritmo mal si adatta al nostro
passo che è lento e solenne, ottimamente
scandito, invece, dal
Trentatré.

Alpinit e Peduzzi

Ho letto, nel numero di novembre, la commovente orazione funebre per Vitaliano Peduzzi. La condivido pienamente e mi piace aggiungere che fu lui a coniare il termine alpinità oggi entrato nel linguaggio comune.

Icaro Taddese Milano

Giusta la tua osservazione. In un mondo di parolai disinformati, pronti a coniare sempre nuovi termini barbarici, la parola alpinità si è conquistata un posto d'onore anche presso giornalisti non alpini, a significare gli altissimi valori che l'ANA difende da sempre. Quel suffisso ità, che in italiano indica la qualità espressa dall'aggettivo che lo ha generato, Peduzzi lo applicò ad alpini a somiglianza di tre parole, italianità, fraternità e generosità che ben rappresentano i nostri ideali. Basterebbe questa intuizione per dire che Vitaliano fu un grande italiano e un grande alpino.

La bandiera dell'Edolo

Anche l'Edolo è stato sciolto perciò mi chiedo: perché inviare la Bandiera a Roma, in un dimenticatoio? Perché non donarla al comune di Edolo?Sicuramente tra le montagne e tra i suoi soldati la Bandiera rimarrebbe viva e non dimenticata in qualche angolo a far polvere.

Peter Calvetti Malonno (BS)

La tua idea si scontra con una tradizione centenaria che vuole che le Bandiere di guerra siano conservate nel Vittoriano, a Roma, oggi rimesso totalmente a nuovo anche per il deciso intervento dell'ANA. Ti assicuro che non è un dimenticatoio e che anche la Bandiera del 18º rgt., che ha avuto vita breve, vi sarà conservata con tutti gli o­nori.

Bravi noi?Bravi voi!

Abbiamo ricevuto i numeri di giugno e luglio. Il giornale è sempre migliore. Bravi. Congratulazioni da parte mia e di tutti gli abbonati della California. E anche a tutti quelli della Protezione Civile che si sono guadagnati la medaglia d'Argento. Mi riferisco, naturalmente, a quelli dell'Ospedale da campo.

Vincenzo Di Sano San Francisco (USA)

Dopo tante lettere che mi hai spedito trovo giusto darti un poco di spazio. Tu sei il capogruppo di un gruppo autonomo che però non dimentica mai l'Italia e l'Associazione. A mia volta ti dico e vi dico: siete proprio dei bravi italiani.

L'Adunata di Asiago

Ma a chi è venuto in mente di fissare l'Adunata del 2006 ad Asiago?Asiago non ha stazione ferroviaria e ciò porrà in crisi più della metà degli alpini abituati, per l'occasione, a servirsi del treno. Inoltre le vie di accesso sono solo quattro e disagevoli. Se per caso un pullman si guasta gli alpini pernotterebbero in auto.

Antonio Sulfaro Genova

L'idea venne all'allora presidente Parazzini nel 2002 per ricordare i 147 anni della leva che sarebbe stata sospesa, appunto nel 2006, raccogliendo gli alpini vicino al luogo che vide la nostra prima adunata: l'Ortigara. La fine della leva è poi stata anticipata di due anni per cui le date non coincidono più, ma il CDN, che è sovrano, ha mantenuto l'idea sia pure dopo una triplice votazione. Gli alpini sanno fare miracoli: sono certo che usciranno vincitori anche dall'Altopiano.

Quell'inno polacco, dalla terra italiana

Al mio rientro da Luino, desidero raccontare un episodio comune a polacchi e italiani. Più di duecento anni fa, dopo lo smembramento della Polonia tra Austria, Prussia e Russia, migliaia di soldati polacchi emigrarono in Lombardia per preparare la liberazione della propria Patria. Il generale Henryk Dabrowski concluse un accordo con la neonata repubblica Cisalpina e subito 20.000 polacchi furono pronti per la lotta. Vestiti con l'uniforme polacca, portavano sulle spalline il vostro Tricolore. Napoleone controfirmò l'accordo. Il loro inno fu scritto, a Reggio Emilia, dal tenente Giuseppe Wybicki; esso fu cantato per la prima volta il 3 maggio 1798 e oggi è l'inno nazionale polacco, nato in Italia. I legionari combatterono su vari campi di battaglia italiani e nel 1806 liberarono la prima città polacca, Poznan, sotto la guida del generale Dabrowski.

Henrik Skrzypinski Bydgoszcz (Polonia)

Capo delegazione dei Carpaziani al XIX Congresso IFMS di Luino Su richiesta del presidente di Luino Sergio Bottinelli, cui era indirizzata, pubblichiamo questa lettera scritta in buon italiano dal presidente dell'associazione carpaziani polacchi iscritta all'IFMS. La pubblichiamo volentieri perché dimostra come i polacchi abbiano sempre guardato con simpatia all'Italia con la quale nel XIX secolo hanno condiviso lotte e sacrifici per raggiungere l'unità e l'indipendenza. E fa piacere che nel loro inno nazionale compaiano le parole: Marcia, Dabrowski, dalla terra italiana alla Polonia; sotto la tua guida riuniremo il nostro popolo .

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