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mercoledì, 28 Maggio 2025

Cima Vallona

Caro direttore, rimango sconcertato e sgomento nell’apprendere che recentemente in alcuni paesi dell’Alto Adige è stato distribuito ed affisso da parte del partito Südtiroler Freiheit (di Eva Klotz&Co.) un manifesto bilingue (si può trovarlo in internet) che prospetta una rilettura di parte della storia legata alla strage di Cima Vallona, “chiedendo alla giustizia italiana di riaprire il processo di Firenze del 1971, e che siano pubblicamente riabilitate le persone tacciate di colpevolezza, nonostante l’assoluzione (a Vienna)”.

Il bollino dei pregiudizi

Caro Fasani, non mi sembra stigmatizzabile la lettera “… e la caserma torna ad essere alpina” del socio Giovanni Galeazzi, di Milano anche se tutto non è condivisibile ci sono alpini ed alpini… gli attuali non possono essere come quelli di 50 anni fa, come noi non eravamo come quelli del 1915-’18 ma, una realtà è incontrovertibile, l’ANA come le altre Associazioni d’Arma deve sopravvivere e quindi va bene qualsiasi modo di portare un cappello alpino.

Il Vajont non è retorica

Carissimo don Bruno, mi permetto innanzitutto di darti del tu come si fa tra di noi e vengo subito al dunque: sono veramente stufo di tutta questa retorica che coinvolge il Vajont ogni volta che ci avviciniamo alla triste e famosa data della tragedia.

Credere nel futuro

Caro direttore, ti ringrazio per l’attenzione riservata sul numero di agosto/settembre al tema della “coerenza alpina”. Mi sembra doveroso farti una precisazione. La tua risposta, in verità, è andata oltre le mie attese.

"Alpini, siete il braccio attivo di Dio"

Sono ancora io, Lorenza, maestra di Casumaro. Ricordate? Avevo raccontato con parole forse troppo semplici, il complesso lavoro di voi alpini per costruire la nostra nuova scuola. Ho mantenuto un voto fatto tempo fa: andare a Fossa (L’Aquila) a vedere il villaggio ANA e la chies a di San Lorenzo proget tata dal mio amico Zorio. Sono andata e forse anche in questo caso non basterà la somma delle mie parole a dare un quadro completo della situazione e delle emozioni provate. Arrivo al B&B che avevo prenotato prima di partire e mi rendo subito conto che ci sono pochi edifici ancora in piedi a Fossa.

Si sono visti in copertina: che emozione!

Con orgoglio ed emozione ho visto pubblicata la mia foto sull’ultima pagina de L’Alpino di giugno 2013 (il primo a sinistra sono io, Stefano Visentin, il secondo è un mio fratello di naja, Giorgio Garavelli da Cremona). Sono dello scaglione 12/’97 e ho fatto il CAR a Belluno alla Salsa e poi a Venzone al 14° rgt. Alpini, btg. Tolmezzo 12ª cp. “La Terribile” con il capitano Paolo Radizza.

INTRA – Al memoriale dell’Alpe Pala

Gli alpini della sezione di Intra hanno organizzato una cerimonia intersezionale all’Alpe Pala, dove sorge il loro Memoriale. “Per non dimenticare”, recitava il nastro tricolore posato sulla corona d’alloro che due alpini in armi hanno deposto davanti all’altare: gli alpini non vogliono dimenticare chi ha dato la vita per difendere l’Italia in tempo di guerra e chi la dona oggi, nel difficile tentativo di portare la pace in tutto il mondo.

Viva l'allegria, anche se rumorosa

Volevo rispondere alla lettera di Lamberto Bianchi della sezione Pisa-Lucca-Livorno il quale su L'Alpino di giugno, parlando dell'Adunata di Piacenza, riferiva del fatto che la moglie alle quattro di mattina si lamentava perché vi erano ancora alpini che cantavano, ridevano, si divertivano. Io penso che in un mondo, ancora meglio in un Paese come il nostro, dove si... piange per 365 giorni all'anno, si piange per mancanza di lavoro, si piange per le troppe tasse, si piange per la nostra politica, o per la mancanza di futuro dei nostri figli, tre giorni di festa non possono che far bene, aiutano ad andare avanti, tirano su il morale.

La SMALP, quanti ricordi

Ne L’Alpino n. 6/2013 ho letto e riletto il suo bellissimo augurio di buon lavoro formulato al nostro nuovo presidente nazionale, augurio al quale, come lei ha scritto, anch’io mi unisco di tutto cuore. Ho riletto il suo articolo perchè, nel breve racconto dei suoi cinque mesi vissuti alla SMALP nel 1968, mi sono emozionato riconoscendomi completamente coinvolto in quelle lontane vicende così pregnanti e, quindi, ravvisando in esso il ritrovamento forse di un vecchio compagno di corso.

La leva, un patrimonio morale che non c'è più

Caro direttore, la vecchia diatriba sulla fine della leva militare, porta a considerare non lontana la prospettiva della fine per estinzione della nostra Associazione. Non ho numeri in sede locale e nazionale per fare pronostici, ancorché l’età media nazionale sia in termini di statistica preoccupante, per calcolare quanto ci resta al tramonto.

Web 2.0

Da frequentatore della tecnologia e dell’informatica sin dai primi anni ottanta (iniziai a undici anni con un home computer), aggiungo due precisazioni al tuo ultimo editoriale che non ne cambiano la sostanza, ma che ti invito a considerare perché aprono ulteriori riflessioni che ritengo tocchino un nervo scoperto del pensiero contemporaneo.

Il cappello alpino in politica

Egregio direttore, il prossimo 27 ottobre qui a Bolzano si terranno le elezioni provinciali per l'insediamento del nuovo consiglio e la nomina del futuro presidente della Giunta Provinciale. Tutti i partiti, come è giusto ed ovvio, cercano di attirare sulle proprie formazioni politiche il maggior numero di consensi. Questo meccanismo si deve avvalere però di procedure corrette. Ma recentemente sui viali di Bolzano sono apparsi dei giganteschi manifesti che mi hanno creato un senso di fastidio e di rabbia.

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