Don Pollo, un fratello
È stato l’arcivescovo di Vercelli monsignor Marco Arnolfo a consegnare due reliquie del Beato don Secondo Pollo alla brigata alpina Taurinense e all’Ordinariato Militare d’Italia, al termine della Messa che si è svolta nella basilica di Maria Ausiliatrice di Torino, in occasione della celebrazione del precetto pasquale da parte delle Forze Armate del capoluogo piemontese.
La storia in cartolina
Ammettiamolo, negli ultimi decenni tutti abbiamo strizzato l’occhio alla tecnologia. La tastiera “qwerty” sostituisce sempre più spesso la penna, il rituale degli auguri in occasione delle feste viene annunciato dal freddo tono di un cellulare e nelle casella della posta arrivano più pubblicità e bollette che lettere attese con trepidazione da una persona cara o provenienti da un paese lontano. Ma non è stato sempre così. C’è stato un tempo in cui si aveva un unico modo di parlarsi quando si era lontani, quello di scrivere, oppure - dato che l’analfabetismo era frequente - di farsi scrivere una lettera. Per le Poste del XIX secolo però il peso della missiva, che comprendeva anche la busta, incideva grandemente sui costi e di conseguenza sul prezzo pagato per usufruire del servizio.
Il primo giorno di guerra
Paesi e contrade correvano via. I colori della campagna si inseguivano, sfumavano lenti come i pensieri e le paure che si facevano più concrete con l’avvicinarsi della meta. Ma a vent’anni l’ingenua incoscienza cela i pericoli maggiori, si affida a un ego che si sente forte e immortale. La guerra era nell’aria, ora bisognava entrarci da protagonisti. Il viaggio durò parecchio. Da ovest a est, il finestrino del treno come uno schermo trasmetteva paesaggi. Contrade, alture, campi. E poi le Alpi, sempre le Alpi. Giovanni Marino era partito per la guerra da Dronero, ai piedi della Val Maira per raggiungere il capo opposto dell’Italia. A piegare la cartina in due, per il verso verticale, quasi si baciavano il suo paese e la Val Degano, in Alta Carnia.
Artigiani per l’Afghanistan
La mostra “L’artigianato artistico ricorda la Grande Guerra” allestita nella caserma Di Prampero di Udine «rappresenta il biglietto da visita di un progetto di formazione delle maestranze afgane ad Herat che sarà curato da Confartigianato Udine e dalla brigata alpina Julia». Queste le parole del gen. Michele Risi, comandante della brigata Julia che, insieme al Presidente di Confartigianato Udine Graziano Tilatti ha inaugurato la mostra, alla presenza delle massime autorità civili e al Presidente della Sezione Ana di Udine Dante Soravito de Franceschi.
Lustro allo Sport
Lo scorso anno sono stati 2.154 gli atleti di 61 Sezioni che hanno partecipato a un campionato sportivo organizzato dall’Associazione. Da soli, questi numeri potrebbero bastare per confermare la salute dello Sport Ana, ma è nelle pieghe delle varie attività che emergono le potenzialità di un settore da curare in modo attento, perché sport vuol dire soprattutto giovani e futuro. Ne parliamo con il Consigliere nazionale Onorio Miotto, al termine del suo mandato di Presidente della Commissione Sport Ana.
“Alpinità” a Città del Capo
Confesso: il termine “alpinità” non l’avevo mai sentito. Lo ha pronunciato ieri nel suo discorso il Presidente dell’Associazione Nazionale Alpini Sebastiano Favero e ci è piaciuto. L’ho cercato in internet e ho scoperto che è un termine sul quale sono stati scritti saggi ed editoriali che ne spiegano la genesi e il significato. Racchiude ed esprime i valori di cui sono portatori gli alpini e dei quali tutti siamo stati testimoni ammirati ogni volta che l’Italia e gli italiani hanno avuto bisogno di cuori generosi, braccia forti e spiriti indomiti.
Quella notte di 73 anni fa
Nel settembre del 1947 sul Monte di Ragogna, che sovrasta l’abitato di Muris (Udine), presso la chiesetta medievale di San Giovanni Battista, aveva luogo il primo incontro commemorativo a ricordo delle mille e cinquanta persone che nella tragica notte tra il 28 e 29 marzo 1942 persero la vita nelle gelide acque del Mar Jonio, mentre facevano ritorno in Patria, al termine della campagna di Grecia. Su un totale di 1.329 persone imbarcate sul piroscafo Galilea, 279 furono i superstiti e di questi 205 erano alpini della divisione Julia.
Tra esperienze e prospettive
La splendida cornice del Soggiorno alpino Ana di Costalovara (Bolzano), a 1.176 metri di quota, sul Renon, ha ospitato il 3º Convegno nazionale del Coordinamento Giovani Alpini: ad essere sinceri, i partecipanti hanno avuto poche occasioni di godere della bellezza del paesaggio, presi com’erano dai ritmi intensi delle riunioni, e dall’importanza delle tematiche trattate. La struttura è stata allegramente invasa, fino al tutto esaurito, dai rappresentanti dei quattro Raggruppamenti.
Dieci anni di naja
Agile, svelto, con ottima memoria: sono le maggiori qualità di un alpino che nei giorni scorsi ha compiuto cent’anni. Le prime poppate di Armando Levis avevano il sapore dell’alpinità. Il padre, Piacentino, era un sergente del 1º reggimento alpini che pensava di aver pagato per sè e per la propria famiglia il debito con la Patria nel giugno 1917, sul Monte Ortigara, quando, ferito ad una gamba, rifiutò di abbandonare la posizione conquistata, nonostante il suo superiore gli ordinasse di recarsi al posto di medicazione.
In viaggio nell’Abruzzo aquilano
Il territorio dell’Abruzzo interno, a partire da L’Aquila, è disseminato di luoghi di grande bellezza naturale oltre a cittadine e borghi di grande interesse storico e monumentale. I dintorni de L’Aquila confinano innanzitutto con il Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, al quale si può accedere dal sistema delle funivie degli impianti sciistici del Gran Sasso e Campo Imperatore per raggiungere l’hotel Campo Imperatore, dove fu imprigionato Benito Mussolini nel 1943, attraverso Paganica con una sosta al Santuario della Madonna d’Appari (XV secolo) e a quello di San Pietro della Jenca, il primo santuario in Europa dedicato a Papa Giovanni Paolo II.
La Julia assume il comando
Presso la base di Camp Arena, a Herat, ha avuto luogo la cerimonia di avvicendamento tra la brigata bersaglieri Garibaldi e la brigata alpina Julia alla guida del “Train Advise Assist Command West”, il comando Nato multinazionale e interforze a guida italiana che opera nella regione Ovest dell’Afghanistan, nell’ambito della missione “Resolute Support”. Il gen. B. Maurizio Angelo Scardino ha ceduto il comando al parigrado Michele Risi alla presenza del Capo di Stato Maggiore della Difesa, gen. Claudio Graziano, del comandante delle Forze Nato in Afghanistan, gen. John F. Campbell, dell’ambasciatore italiano a Kabul Luciano Pezzotti e delle massime autorità civili e militari afgane della provincia di Herat.
Voli L’Aquila, voli ancora!
«Da tempi ormai sognati, all’ombra del Gran Sasso, mille e mille ragazzi, impararono il passo, che battea la montagna e che insegnava l’onor. Penne alpine, penne alpine, ridoniamo all’altera città, la forza del coraggio, la gioia e lo splendor. Voli, voli L’Aquila, voli L’Aquila ancora, dall’antica città!». Con fervore L’Aquila attende l’88ª Adunata nazionale e lo fa a modo suo, con la sua dell’Orchestra sinfonica abruzzese sulla musica di Roberto Molinelli e sul testo di Francesco Sanvitale.