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lunedì, 5 Maggio 2025

La Madonnina del Grappa

Il 4 agosto 1901 il patriarca di Venezia S.E. Giuseppe Sarto, divenuto qualche anno dopo Papa Pio X, benediceva la statua della Madonna con Bambino collocata sopra un sacello eretto sulla cima del Monte Grappa: una testimonianza religiosa che, come tante croci che dominavano le più importanti vette dell’arco prealpino, aveva anche lo scopo di contrastare l’anticlericalismo che dilagava tra la borghesia dei principali centri pedemontani, in questo caso Bassano.

Maratoneta Alpino

Dalla sua prima maratona di New York, qualche anno fa, non si è più fermato: Michele Orlando, classe 1971, soprannominato “Chel di Fasan” (quello dei fagiani), dal 2010 continua a correre in giro per il mondo con il cappello alpino in testa e sventolando, orgoglioso, il tricolore. Ogni arrivo, per lui, come per gli amici del gruppo di Carpacco (sezione di Udine) che lo sostengono a distanza, è un’apoteosi di valori alpini: determinazione, tenacia, coraggio e resistenza.

A Cuneo per ricordare

«Quaranta gradi sotto zero ma siamo riusciti a tornare »: questo hanno detto i quattro reduci presenti alle celebrazioni del 72º anniversario della battaglia di Nowo Postojalowka sostenuta dalla divisione Cuneense in terra di Russia. La ricorrenza è stata celebrata in forma solenne dalla sezione di Cuneo nei giorni 17 e 18 gennaio. Sabato pomeriggio, nella caserma Cesare Battisti di Cuneo, già sede del 2º reggimento Alpini CAR e ora sede del comando provinciale della Guardia di Finanza, si è svolta la cerimonia dell’alzabandiera, dell’accensione del tripode da parte della staffetta partita dal Santuario degli Alpini di Cervasca e della deposizione di una corona ai Caduti all’interno del sacrario del 2º Alpini.

Il Canto degli italiani

Lo scrisse nel 1847 Goffredo Mameli, poeta ventenne incline alle idee liberali e repubblicane, e poco dopo nel capoluogo piemontese Michele Novaro lo tradusse in musica. Il nostro Inno fu pensato da due genovesi in due città, Genova e Torino, legate a doppio filo dal fervore patriottico che preannunciava la guerra d’indipendenza dall’Austria, primo passo verso l’Unità. Ma quando cantiamo l’Inno nazionale, sappiamo cosa voleva comunicare Mameli?

Orthodox white Christmas

Nei dintorni innevati del monastero ortodosso di Decani, si è svolta l’operazione “Orthodox White Christmas”, condotta dal Multinational Battle Group West, comando a guida italiana su base del 5° reggimento Alpini schierato in Kosovo. Lo scopo della missione era di garantire un’adeguata cornice di sicurezza alla celebrazione religiosa del Natale ortodosso. Sin dall’alba del 6 gennaio, i militari italiani hanno incrementato la loro presenza nei pressi del monastero di Decani, uno dei siti sensibili che KFOR e in particolare il contingente italiano schierato nella zona occidentale del Kosovo, hanno il compito di sorvegliare.

Cultura e solidarietà

«Vent’anni, per una persona, sono pochi; al contrario, per un concorso letterario rappresentano un obiettivo prestigioso: non un punto d’arrivo, un epilogo, ma un traguardo oltre il quale procedere. È il caso del premio Parole Attorno al Fuoco che alla 20ª edizione ha fatto registrare un concorso di autori notevole: 88 da tutta Italia. E accanto alla quantità, una qualità d’eccellenza riconosciuta da tutti i componenti della giuria». Queste parole, espresse nell’intervento d’apertura dal presidente della giuria Giovanni Lugaresi, giornalista e scrittore, ben sintetizzano lo stato di salute del concorso letterario, ideato nel 1995 dal compianto Alpino maestro Carlo Tognarelli e organizzato in sinergia fra gli Alpini del gruppo di Arcade e la sezione di Treviso, grazie all’instancabile opera del capogruppo Florindo Cecconato e del past-president Francesco Zanardo.

Innovazione e cultura

Arrivando a L’Aquila ti capita di gustare un buon caffè in centro, magari accompagnato dal torrone artigianale prodotto in loco da una ricetta centenaria, e trovarti a chiacchierare con un musicista che studia al Conservatorio, piuttosto che un fisico nucleare rientrato dai laboratori del Gran Sasso, o un grande regista che magari sta ultimando le prove di uno spettacolo teatrale o le riprese di un film. Sì, L’Aquila è una città aperta, di formazione, innovazione, creatività. Tornare a L’Aquila, in occasione dell’Adunata nazionale del 2015 per riscoprirla come città densa di centri di eccellenza, cultura e innovazione, è un altro modo possibile per leggere questo territorio nel centro d’Italia; un vero e proprio “distretto culturale e scientifico” di primaria importanza nazionale e internazionale.

Lo spettro del Don

Era in prima linea, la notte del 23 dicembre 1942, quando si scatenò la furibonda battaglia del Don. Pochi rammentano quei momenti terribili, ma lui, “Giovan dla Piana”, all’anagrafe Giovanni Ghigonetto della frazione Piana di Calcinere (Valle Po) era al suo posto di combattimento. Da appena cinque giorni aveva compiuto i suoi 21 anni. A tutt’oggi ricorda con sorprendente lucidità ogni minimo particolare: «La situazione di là del Don accennava a qualcosa che sarebbe potuta accadere: non c’era proprio da stare tranquilli, al massimo dell’allerta allora.


Tornare cambiati

Il cuore palpitante, la mente vuota e inebetita, la canna di una pistola russa puntata. Il tamburo gira lentamente, uno scatto sordo e un attimo che dura un’eternità. “Clic”, a vuoto… E se i tedeschi da giustiziare fossero stati di meno? E se l’ultimo per morire non avesse dovuto essere colpito da più di un proiettile? L’attimo tra la vita e la morte è come una raffica di vento sferzata dal caso.

Sulla strada per Nikolajewka

Nikolajewka evoca la battaglia di fine gennaio, il generale Reverberi che nella mischia incita i suoi, i superstiti che puntano il sottopasso gettandosi verso la salvezza nell’ultimo disperato tentativo di tornare a baita. Eppure dietro a questa parola, a questo sparuto villaggio russo fatto di neve e di isbe isolate, c’è il sacrificio di moltissimi uomini che combatterono, si spostarono, raggiunsero nuove località e di nuovo imbracciarono fucili e mitragliatrici nel comune, strenuo tentativo di sfuggire all’implacabile avanzata dell’Armata Rossa. Il 26 gennaio 1943 fu fine e inizio.

Sotto le Tre Cime

Il giorno della cerimonia il sole ha mostrato tutto il suo fulgore e in uno scenario stupendo, tra le montagne più belle del mondo, i Pionieri della Tridentina e i numerosissimi ospiti hanno raggiunto il rifugio Auronzo, proseguendo poi per la chiesetta. Quassù i militari italiani schierati nella zona durante la Grande Guerra nel 1916, costruirono una cappelletta votiva che, al termine del conflitto, non ricevette i necessari interventi di manutenzione per cui le condizioni complessive divennero piuttosto precarie. Nel 1964, su iniziativa del CAI di Auronzo e del Comune, con l’intervento della manodopera militare della Compagnia genio Tridentina, questo piccolo gioiello fu completamente ricostruito.

Viaggio in Sud America

Manca poco al Natale quando il presidente nazionale Sebastiano Favero e il delegato ai contatti con le sezioni all’estero Ferruccio Minelli si mettono in viaggio per l’America Latina. È in programma una visita alle Sezioni ANA Brasile, Argentina e al gruppo autonomo Colombia, una visita informale a questi sodalizi che resistono tenacemente nonostante il numero esiguo di soci e le conseguenti difficoltà… dunque, si meritano una visita! Ferruccio Minelli ci ha raccontato così, questo viaggio all’altro capo del mondo.

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