Il bollino dei pregiudizi
Caro Fasani, non mi sembra stigmatizzabile la lettera “… e la caserma torna ad essere alpina” del socio Giovanni Galeazzi, di Milano anche se tutto non è condivisibile ci sono alpini ed alpini… gli attuali non possono essere come quelli di 50 anni fa, come noi non eravamo come quelli del 1915-’18 ma, una realtà è incontrovertibile, l’ANA come le altre Associazioni d’Arma deve sopravvivere e quindi va bene qualsiasi modo di portare un cappello alpino.
Il cappello nel manifesto
Signor direttore, posso solo essere contento e congratularmi con Lei per la bella e sensata lettera e per l’altrettanto bella e misurata risposta.
A difesa del territorio
Per armonizzare l'organizzazione associativa e creare aggregazione tra i volontari, l'ANA promuove e stimola eventi come quello che si è svolto a Palazzolo sull'Oglio. Chiamarla "esercitazione" è un modo riduttivo d'interpretare le molteplici attività perché è una parte del nostro modo di essere alpini e di operare in modo capillare sul territorio.
Gianpiero Rotti, un grande alpino
Il presidente della sezione Valsesiana Gianpiero Rotti è andato avanti il 7 ottobre scorso. Aveva 66 anni e guidava la Sezione dal 2006, da quando aveva preso il testimone da Marco Zignone.
Ai Caduti d’Oltremare
Anche quest'anno la sezione di Bari ha organizzato il pellegrinaggio al Sacrario dei Caduti d'Oltremare di Bari. Alla cerimonia erano presenti il consigliere nazionale Salvatore Robustini, i vessilli delle sezioni di Torino, Modena e Molise, oltre al vessillo della sezione di Bari con il presidente gen. Antonino Cassotta.
Sabato 30 novembre la raccolta del Banco alimentare
Si svolgerà sabato 30 novembre la giornata nazionale della colletta del Banco alimentare alla quale aderisce anche la nostra Associazione. L’anno scorso sono state raccolte da 130mila volontari in 90mila supermercati di tutt’Italia ben 9.622 tonnellate di prodotti alimentari non deperibili, 22 tonnellate in più rispetto all’anno precedente nonostante la crisi economica.
Se lo Stato non arriva
Piegati sotto il peso dei mattoni o con le braccia intente a spalare, la solidarietà degli alpini non è propaganda o belle parole, è l’impegno di chi non ha paura di far fatica. Per fortuna non ci si può far nulla, è la montagna che li ha creati così: altruisti, fieri e operosi. Sono caratteristiche che li proclamano artefici perfetti per intervenire dove sempre più spesso enti e istituzioni non arrivano, perché dispersi nei meandri della burocrazia o dell’inattendibilità.
Cantano una terra fiera
Il coro alpino Monte Nero della sezione di Cividale del Friuli conserva e tramanda attraverso il suo repertorio, frutto di ricerche che riprendono i brani originali, ciò che gli alpini e la gente di montagna in generale hanno dato all’Italia in maniera esemplare, in silenzio, con spirito di sacrificio, in guerra e in pace.
TIRANO – Pellegrinaggio al San Matteo
Grande partecipazione al 39° pellegrinaggio al Sacrario San Matteo organizzato dal gruppo di Valfurva coadiuvato dalla sezione di Tirano. La giornata di domenica è iniziata con la salita al bivacco “Battaglione Monte Ortles” in Vallumbrina, a 3.122 metri.
TRENTO – La scuola incontra gli alpini
Si è svolta nella sede di Arco del Centro di Formazione Professionale dell’Università Popolare Trentina (CFP-UPT), l’edizione 2013 del progetto: “La scuola incontra gli alpini”. L’iniziativa, ideata e promossa dal gruppo di Arco, vanta ampi, positivi riscontri negli Istituti scolastici della zona tra i quali nell’aprile 2010 - proprio nella medesima sede del CFP-UPT - eventi culturali, conferenze di Reduci di Russia, mostre storiche e visite alle trincee del bosco Caproni che hanno coinvolto non solo gli studenti ma anche moltissimi cittadini.
Capitano Quaquaraqua
Caro direttore, sono un alpino in congedo da 45 anni della provincia di Cuneo. Sono iscritto all’ANA da molti decenni per cui, con interesse ed affetto, leggo sempre la rivista L’Alpino.
Sarà il ponte dell’amicizia
Come un miraggio – dopo centinaia di chilometri combattendo all’indietro – dev’essere apparso alle migliaia di alpini il terrapieno della ferrovia che chiudeva l’orizzonte della pianura trasformata in un inferno bianco e che alla fine della giornata sarà macchiata di rosso e costellata da migliaia di corpi che la neve avrebbe presto coperto. E poi quei sottopassi al di là dei quali c’era la salvezza, il diaframma tra la morte e la vita. Poco dopo, un fiume e un ponte sul fiume Valuj, l’assalto di quei fortunati passati dalle forche caudine, a quella poco più che passerella che era la fine della lunga marcia nella tormenta, delle mitragliate nemiche, delle cannonate dei carri armati. La baita ora era qualcosa di più d’un sogno disperato.