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mercoledì, 23 Luglio 2025

Una bella pagina

Nei giorni scorsi, a vent’anni dall’alluvione che nel 1994 colpì il Piemonte, abbiamo, in più occasioni, ricordato quel tragico evento che portò distruzione e numerosi morti. Come ogni anno, si è rinnovato il plauso e il ringraziamento alla grande solidarietà che da ogni parte e in mille modi abbiamo riscontrato. In prima fila gli Alpini sia quelli in servizio sia quelli ormai in congedo. Questi ultimi li abbiamo apprezzati sia per la preziosa presenza operativa sia per la loro disponibilità economica; infatti molti Gruppi hanno voluto portare solidarietà e contributi.

Colletta della solidarietà

Sono 9.201 le tonnellate di generi alimentari raccolti alla 18ª Giornata nazionale della Colletta alimentare che si è svolta il 29 novembre in 11mila supermercati di tutt’Italia. Il successo è stato reso possibile dalla generosità di 5.500.000 donatori che hanno fatto la spesa per i più poveri e dai 135mila volontari, molti dei quali sono Alpini delle Sezioni e dei Gruppi della nostra Associazione che hanno partecipato con entusiasmo, generando simpatia e ulteriore fiducia nell’iniziativa.

In dialetto no

Da qualche tempo nella mia Sezione è nata, a causa mia, una controversia, il tema della quale vorrei sottoporti per chiarire una volta per tutte la stessa: riordinando la biblioteca sezionale, ho ritrovato la nostra “Preghiera dell’Alpino” scritta in dialetto da uno dei nostri maggiori poeti Alpini e, a mio giudizio, leggerla durante le cerimonie celebrate per i nostri amici “andati avanti”, sarebbe un omaggio ai nostri vecchi e alle nostre tradizioni che stanno scomparendo.

BELLUNO – 50 candeline per Farra d’Alpago

Una bellissima festa quella organizzata per il 50° del gruppo di Farra d’Alpago che ha visto la partecipazione del presidente nazionale Sebastiano Favero, del presidente della sezione di Belluno Angelo Dal Borgo, del già vice presidente nazionale Nino Geronazzo e di moltissime autorità. Nel suo intervento il presidente nazionale ha evidenziato come gli Alpini sappiano stare insieme, con forza e fiducia e siano pronti ad affrontare gli ostacoli.

Riflessioni sulla leva

Navigando tra le pagine di internet mi sono imbattuto in una fotografia. Rappresenta un momento della sfilata del 2 giugno a Roma per la festa della Repubblica. Anno 1968, sullo sfondo il Colosseo, in primo piano un reparto sciatori del 5º Alpini, brigata Orobica. Una foto come tante se non fosse per un piccolo particolare: fra quei soldati vestiti di bianco ci sono anch’io. Un ricordo sepolto in fondo alla memoria è tornato vivo grazie a questa immagine scolorita.

Orgoglio italiano

Con grande interesse ho letto il suo editoriale pubblicato su L’Alpino di novembre dal titolo “Segnali che inquietano”. Mi sono sentito interpellato dalla sua conclusione nella quale scrive: “Tenere duro su questi valori non è questione confessionale, ma di civiltà.

Basterebbe chiedere aiuto agli alpini

Gentilissimo direttore, la ringrazio per la bella rivista che ci onora poter leggere. Sono un amico, simpatizzante degli Alpini e da vent’anni iscritto nella Protezione Civile ANA. Ho avuto la gioia di aiutare tante persone: dalla Versilia a L’Aquila, passando dall’Albania. Ora sono addolorato, particolarmente quando arrivano notizie di alluvioni, smottamenti o altre comunicazioni di disastri ambientali.

Non solo terremoto

La fondazione della città de L’Aquila, a metà del 1200, rappresentò un evento unico nel medioevo italiano essendo nata secondo un disegno armonico senza precedenti nella storia dell’architettura urbana costituita dall’unione di molti castelli-villaggi, calcolati secondo la tradizione in novantanove. Non casualmente la città si identifica proprio dal numero novantanove delle sue piazze e delle sue chiese facendo risalire ai castelli fondativi la costruzione di altrettanti contesti urbani di riferimento. Il monumento civile più celebre della città, pienamente visitabile e fruibile, infatti è proprio la “Fontana delle Novantanove Cannelle”, costituita da altrettanti mascheroni che versano l’acqua, riferibili – secondo la leggenda – ai volti dei fondatori.

Sport: avanti tutta!

La scelta della riunione fra i responsabili sezionali delle attività sportive, anche per quest’anno, è caduta su una città nominata “Città europea dello sport”: Biella. L’incontro è iniziato con la cerimonia dell’alzabandiera nel piazzale antistante la sede, alla presenza del vice presidente vicario Renato Zorio, dei componenti della Commissione sport al gran completo, del presidente della Sezione Marco Fulcheri accanto a molti consiglieri, dei vessilli e di numerosi gagliardetti. Quindi, nel salone della sede, i discorsi delle autorità hanno preceduto l’inizio dei lavori. Fulcheri ha ricordato la validità dello sport nell’ambito associativo: comporta sacrificio, insegna la solidarietà ed è un buon veicolo per recuperare gli Alpini dormienti.

Errare humanum est

Ho letto la lettera di Beppe Orsello apparsa sul numero di novembre, con la quale segnala errori e refusi apparsi su L’Alpino. Penso che Orsello, prima degli altri, debba correggere se stesso. Alla fine della lettera fa i complimenti al giornale “(sia nei contenuti, che per l’impaginazione)”. Credo sia una forma errata.

Evitare i campanilismi

Vorrei rispondere all’Alpino gen. Maurizio Gorza, a proposito della sua lettera che caldeggiava il diritto della sezione di Vicenza di avere assegnata l’Adunata nazionale 2016, lamentandosi per la scelta da parte del CDN su L’Aquila prima e Asti poi, perché, secondo lui, queste città non c’entrano niente con la Grande Guerra.

Testimoni di bontà

Flebili raggi di luce filtrano tra i ricami delle guglie, mentre alcuni piccioni frullano sopra il sagrato della basilica e attorno al grande abete. L’albero addobbato è una tradizione a Milano, come il panettone e le “vasche” per le vie del centro in cerca degli ultimi regali, in un’atmosfera gioiosa e insieme malinconica, tipica del Natale. Da qualche lustro la Messa degli Alpini in Duomo è entrata a pieno titolo tra i riti della tradizione.

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