DNA, ovvero Di Nonno Alpino
Sabato 31 agosto si è svolto a Hamilton il 17° Congresso degli alpini del Nord America, con l’intervento del presidente nazionale Sebastiano Favero accompagnato dal delegato per le sezioni all’estero Ferruccio Minelli. La sera di venerdì c’è stata un’anteprima con l’incontro del presidente nazionale e di Minelli con il coordinatore ANA Gino Vatri, il presidente della sezione locale Fausto Chiocchio - dimostratosi un ottimo organizzatore - e i capigruppo di Guelph, Waterloo e Welland. A cena, Favero è stato avvolto dalla calda atmosfera che si coglie ogni qual volta s’incontrano gli alpini “della seconda naja” e i loro famigliari: sono spesso questi ultimi, uniti agli “amici degli alpini” a vivere con i “veci” la vita di gruppo trasformandosi in preziosi volontari.
Isola e Contessa fanno centro
Il campionato ANA di tiro a segno è stato organizzato alla grande dalla Sezione di Verona presso lo storico poligono di tiro a segno della città. Sono state due calde giornate di fine estate che hanno messo a dura prova organizzatori e tiratori, soprattutto quelli che hanno sparato di carabina, a causa del loro pesante abbigliamento. Fin dal primo mattino di sabato c’era grande fermento presso il poligono per l’alzabandiera sui tre nuovi pennoni montati per l’occasione. Erano presenti i vessilli delle sezioni di Verona e Varese con numerosi gagliardetti. La gara di carabina ha aperto il campionato nel poligono, inaugurato nel 1921 e ringiovanito per l’occasione dai lavori di restauro e pittura a cura degli alpini. Sulle linee si sono confrontati 87 tiratori a rappresentare 15 Sezioni.
Perché non succeda più
Per celebrare degnamente il 50° anniversario della tragedia del Vajont che, con il suo alto tributo di vittime, ha rappresentato una tragedia di rilevanza mondiale, l’Amministrazione di Longarone e la Regione Veneto hanno approvato l'idea, degna delle migliori tradizioni. L’iniziativa è stata patrocinata dal Dipartimento nazionale di Protezione Civile e si è sviluppata in una tre giorni, dal 13 al 15 settembre, che ha visto una nutrita partecipazione di esperti e volontari della P.C. del Veneto, del Friuli Venezia Giulia e delle Province autonome di Trento e Bolzano. La Protezione Civile e il Vajont, la prevenzione, il soccorso e la memoria, sono stati il filo conduttore degli incontri.
Russia on the road!
Alpini, due ruote e 8.000 chilometri. È nata dalla passione la pazza idea dell’Associazione Alpini Motociclisti alla quale hanno aderito due suoi soci, Aldo Bergoglio, capogruppo di Brozolo-Robella (sezione di Torino) e Massimo Rubeo della sezione di Biella. In sella alle loro moto hanno raggiunto la Russia per visitare i luoghi dove tanti soldati italiani durante il secondo conflitto mondiale sono caduti per la Patria e portare un contributo tangibile all’Asilo Sorriso di Rossosch, completato 20 anni fa dalle penne nere e donato alla popolazione russa in segno di fratellanza. Il tour e le tappe di avvicinamento sono state pianificate con certosina meticolosità. Nonostante ciò la malasorte era in agguato: un giorno dopo la partenza la due ruote di Massimo si è fermata, mettendo a rischio l’impresa.
A Pieve rivive il btg. “Cadore”
Quello del 25 agosto 2013 sarà un raduno da ricordare. Forse tra i più belli e significativi degli ultimi vent’anni. Preceduto da una mostra allestita nella sala consigliare del Municipio di Pieve proprio per dare significato all’incontro tra tanti alpini legati alla storia, alle tradizioni e nei rapporti di amicizia, l’evento ha preso corpo dal primo mattino con la Messa e le parole toccanti di mons. Diego Soravia, arcidiacono del Cadore.
Quella luce ci guida
Uno degli appuntamenti annuali degli alpini friulani è la commemorazione dei Caduti al monumento- faro del monte Bernadia, sopra Tarcento. La sua luce, simile a quella d’una torre marina che guida all’approdo i naviganti, è visibile in tutta la pianura sottostante e richiama al sacrificio, ai valori e alla storia degli alpini e rischiara il cammino dei nostri Padri. L’idea di costruire il faro è nata dopo la costituzione - nella primavera del 1953 - della sottosezione di Tarcento comprendente pure i gruppi di Coia, Magnano, Pradielis, Sedilis, Segnacco e Val Cornappo; nel 1957, Pradielis passerà con il ricostituito Gruppo di Lusevera - Alta Val Torre. Fu quindi creato un “Comitato faro”, al quale aderirono Gruppi della zona.
Il 60° dei Paracadutisti della “Julia”
Il 15 novembre 2013 ricorrerà il 60° anniversario della costituzione dei Plotoni Paracadutisti della brigata Alpina “Julia”, avvenuta presso la caserma “Del Din” di Tolmezzo. Negli anni successivi furono trasferiti nella caserma “Zavattaro” di Udine, dove si sono succeduti tutti i plotoni (in totale 10) fino al 14 aprile 1964, data di scioglimento e trasferimento a Bolzano per costituire, assieme ai plotoni delle altre brigate, la Compagnia Alpini Paracadutisti del 4° Corpo d’Armata Alpino. Vista l’età di coloro che hanno prestato servizio nei plotoni dal 1953 al 1964, è impossibile ripetere il grande raduno fatto in occasione del 50° anniversario presso la caserma “Spaccamela” di Udine.
Vent’anni in amicizia
Percorro i 780 km che vanno da Mosca a Rossosch in compagnia di Peter. Ha più di ottant’anni ed è un medico. Passo con lui dodici ore, tante sono quelle che servono per arrivare a destinazione. Io non conosco una parola di russo e lui di italiano, ma scopro che disegnando si possono dire tante cose e, così, alla fine lui sa tutto di me e io di lui. Nelle pause di questo estenuante esercizio comunicativo, guardo fuori dai finestrini. L’autunno qui è già arrivato con un mese di anticipo, rispetto all’Italia.
L’ANA premiata dalla Regione Lombardia
“Con questi riconoscimenti intendiamo ringraziare coloro che con coraggio, spirito di iniziativa e professionalità sono intervenuti in situazioni di pericolo, onorando il Corpo del quale fanno parte”. Queste le parole del presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni alla cerimonia che ha visto protagonisti quanti sono accorsi nei paesi della Lombardia nei giorni del terremoto per prestare il loro aiuto, in special modo i 350 alpini compresi nella colonna mobile regionale. Complessivamente, nei paesi della pianura Padana colpiti dal terremoto, hanno prestato la loro opera 6.500 volontari della nostra Protezione Civile.
Strage mai dimenticata
Ancora qualche finestra illuminata nelle case di Erto e Casso, poggiate quasi in bilico sul Monte Salta, e più giù, nelle case di Longarone. Una serata tiepida di ottobre, come tante altre. Gli occhi chiusi dei bimbi già avvolti nel calore dei loro lettini. Gli uomini riuniti nelle osterie sparse qua e là a guardare un incontro di calcio trasmesso in Eurovisione. La normalità di un mercoledì sera, la normalità del vivere quotidiano di tre paesi sorti sul confine tra Veneto e Friuli, di quelle voci unite in un miscuglio di dialetti più aspri e più dolci.
La montagna nel cuore
Fedeltà. La vita in montagna di Osvaldo Carmellino si potrebbe raccontare con una parola, anche se non ne sarebbero sufficienti mille per descrivere la semplicità nei gesti, nei sorrisi, nei sapori. È quella genuinità che si gode sulle vette più alte, tra le cento sfumature di verde dell’Alpe Larecchio, al confine tra Piemonte e Valle d’Aosta, dove Osvaldo e la famiglia vivono e lavorano. Una splendida conca - forse la più bella della Valsesia - solcata dal rio Plaida che serpeggia placido tra ubertosi pascoli cinti, come in un abbraccio, da alti larici.
Quattro ore di applausi
Più di diciottomila alpini del 1° Raggruppamento hanno invaso festosamente Ivrea, per il loro sedicesimo raduno. La cerimonia ufficiale ha preso il via sabato pomeriggio con l’arrivo del Labaro, scortato dal presidente Sebastiano Favero, per la cerimonia dell’alzabandiera. Presenti i Gonfaloni della città di Ivrea, della Provincia di Torino e della Regione Piemonte.