Vince lo sport

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    Nelle valli, i nomi dei battaglioni alpini; nei paesi, le caserme che hanno visto entrare interminabili file di bocia. È la terra del cuneese, dove nel 1873 a Borgo San Dalmazzo nacque la prima Compagnia alpina. È la terra della Divisione martire, quella del generale Battisti che lasciò nell’algida steppa russa migliaia di giovani. Cognomi cancellati per sempre. È terra di alpini, insomma. E proprio qui, nella bassa pianura di Cuneo che anticipa alture imponenti come i tremila ottocento del monte Viso, si è svolta la prima edizione delle Alpiniadi estive.

    I giochi a cinque cerchi delle penne nere. Un lavoro lungo, diverse ricognizioni, riunioni e incontri e poi, alla fine, le ultime incertezze spente dall’allegria e dal talento degli atleti. Oltre mille e duecento tra alpini in congedo e alpini in armi. È stato proprio il comandante delle Truppe alpine, generale Primicerj, a volere che partecipassero a questo importante evento i suoi alpini del 2°, del 3°, del 9°, del 1° di manovra e del 1° da montagna. Così torme di veci e bocia si sono mischiati, hanno fatto squadra affrontando tracciati impegnativi, ideati e testati da Mauro Falla, silenzioso alpino della sezione di Biella, infaticabile atleta e tecnico della Commissione sportiva nazionale presieduta dal consigliere Miotto e coordinata da Peli.

    Nel team anche Giampiero Bertoli, Ivan Mellerio, Tonino Di Carlo, Roldano De Biasi. Tutti hanno dato, senza risparmiarsi. Giovedì 5 giugno la Messa, poi una breve sfilata ha preceduto la cerimonia di apertura. Schierati il Labaro con il presidente nazionale Favero e alcuni consiglieri; un picchetto armato con il generale Primicerj, vessilli e gagliardetti a far da ala. Al caporale Marta Bassino del 2° alpini, campionessa olimpica e cittadina di Borgo San Dalmazzo, l’onore di leggere il giuramento degli atleti. La torcia portata dalla Belmondo ha passato la sua fiamma alla fiaccola ufficiale, stretta nelle mani del coordinatore nazionale Peli che ha quindi acceso il tripode. Da quel momento, sulle montagne attraversate dai percorsi di gara, sulle vie strette dei centri montani di Borgo, Limone Piemonte, Chiusa di Pesio e Cervasca, si sono incrociate migliaia di impronte. Capaci di unire luoghi e persone.

    Mariolina Cattaneo