Udine saluta la Julia

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    Articolo di tipo Articolo pubblicato nel numero di Gennaio 2019 dell’Alpino

    Lo scorso 30 novembre, nella splendida cornice di piazza Libertà, Udine ha salutato gli alpini della Julia in rientro dal Libano. Il contingente formato da circa 1.000 militari alla guida del generale Paolo Fabbri è stato impiegato, sotto l’egida Onu, nella missione Unifil, in uno dei teatri operativi più delicati nei quali sono impegnate le Forze Armate italiane. Dal 2006 grazie all’operato dei nostri militari della missione “Leonte” tra Israele e Libano viene rispettato il cessate il fuoco. La Julia, impiegata per la prima volta nella terra dei cedri, ha ancora rinsaldato i già ottimi rapporti con le autorità libanesi, sia civili, sia religiose, sia militari.

    Gli alpini hanno effettuato numerose attività, in cooperazione con i colleghi libanesi, di controllo e pattugliamento della “blue line”, la linea di demarcazione a ridosso del territorio israeliano. Il nostro contingente ha altresì fornito supporto alla popolazione locale, attraverso la realizzazione di numerosi progetti di Cooperazione Civile-Militare.

    La Multinational Land Force (formata su base della brigata Julia con la partecipazione di Ungheria e Slovenia) si è schierata per la prima volta in assoluto anche in conformazione Defence Cooperation Initiative: nelle cellule del comando e nelle unità di manovra di “Leonte XXIV” oltre ai militari delle tre nazioni hanno operato anche quelli di Austria e Croazia, a testimonianza della volontà di costruire ancora di più solide capacità di cooperare tra nazioni diverse.

    Al contingente è stata assegnata la guida del Sector West, uno dei due settori in cui è divisa l’area a responsabilità Onu, a sud del fiume Litani. Le altre componenti internazionali del settore, sono composte da militari di Armenia, Austria, Brunei, Croazia, Estonia, Finlandia, Ghana, Irlanda, Malesia, Repubblica di Corea, Serbia, Slovenia, Tanzania ed Ungheria. Il rientro della Julia è coinciso anche con il cambio del suo comando. Dopo due anni e mezzo il gen. Fabbri – che assumerà l’incarico di sottocapo operativo a Roma, presso il Comfoter – ha lasciato l’incarico al gen. Alberto Vezzoli, 44º comandante, originario di Bergamo e proveniente dallo Stato Maggiore Difesa.

    Da luglio 2016 la brigata sotto il comando del generale Fabbri oltre al Libano, è stata impegnata nel controllo all’immigrazione, nella lotta al terrorismo, nel contenimento delle aggressioni ai cantieri della Tav in Val di Susa con attività di presidio e pattugliamento in concorso alle forze di Polizia. Oltre alle quotidiane operazioni di bonifica da residuati bellici che i guastatori del 2º Genio hanno condotto soprattutto in Trentino Alto Adige e Veneto.

    Al gen. Vezzoli il comandante delle Truppe Alpine gen. Claudio Berto ha augurato buon lavoro, affidandogli un progetto fondamentale per il futuro delle truppe alpine: «Il potenziamento delle capacità da montagna e delle capacità duali. Il primo prevede la costituzione presso i reggimenti di un plotone alpieri per ogni compagnia, con tutto ciò che questo comporta dal punto di vista della qualificazione del personale e del loro addestramento. Il secondo prevede lo sviluppo di una sinergia con le componenti della protezione civile e in particolare con l’Associazione Nazionale Alpini, in tutti i settori in cui questo possa essere realizzato».

    Alle cerimonie sono state numerose le autorità civili che hanno voluto testimoniare vicinanza e affetto agli alpini friulani. Tra loro il sindaco di Udine Pietro Fontanini, il prefetto Angelo Ciuni, il questore Claudio Cracovia e la Medaglia d’oro al V.M. Paola Del Din. Presenti, assieme al Labaro dell’Ana e al Presidente nazionale Sebastiano Favero, anche i presidenti delle Sezioni Ana regionali e i rappresentanti delle associazioni combattentistiche e d’Arma.