Torna la Bandiera di guerra sull'Ortigara

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    Eravamo giovani al Feltre nel 1990. C’erano i comandanti di battaglione. Prima un piemontese, il ten. col. Franco Cravarezza, che ha fatto una brillante carriera, poi il ten. col. Edy Zagonel, un gigantesco montanaro, tanto grande quanto gentile, chissà dove sarà. C’erano i comandanti di compagnia, il compianto ten. Andrea Mariotto, mio comandante di compagnia prima e mio grande amico poi; il cap. Fedele che comandava la 66ª e con il quale condivisi l’acqua della Cridola, il ten. Pinelli, della 64ª, un romano dinoccolato dai modi nobili e riservati e dalla voce particolare con il quale partecipai ad una bellissima esercitazione in Carpegna (con i mortai btg. Feltre batte btg. Pieve di Cadore 1 0).

    Era il 1990, l’ultimo anno di naja vera . Ci si addestrava ancora con i partiti azzurro e arancione, anche se cominciavamo ad intuire che gli arancioni non c’erano più ma, per il momento il nemico era ancora ad est. Andavamo in giro con i muli, per l’ultima volta. Ad agosto li portammo a Belluno. L’attrezzatura era quello che era, ma si sopperiva sempre con la manodopera e l’olio di gomito.

    Alla fine di quell’anno si apriva la stagione delle operazioni di ordine pubblico in Italia e all’estero, e il mondo impazziva nelle varie crisi balcaniche, guerre del Golfo, guerre in Iraq e in Afghanistan, impegnando gli alpini in missioni di pace con artiglieria e corazzati al seguito . Ma non è questa la storia che voglio raccontare. In gennaio, il 27 per la precisione, arriva in Sezione questa e mail del comandante del 6º Alpini:

    Da: Col. Alessandro PINELLI

    a….. A: trento @ana.it, vicenza @ana.it, asiago @ana.it, bassano @ana.it, feltre @ana.it, marostica @ana.it, conegliano @ana.it

    oggetto: RICHIESTA DI COLLABORAZIONE PER CERIMONIA ORTIGARA

    Cari amici, il 6º Reggimento Alpini desidera celebrare la propria festa di Corpo che cade il 10 giugno, ricorrenza dell’inizio della battaglia dell’Ortigara, in occasione della quale meritò la Medaglia d’Argento al Valor Militare. L’idea sarebbe quella di salire alla Colonna Mozza, il giovedì 10 giugno 2010, percorrendo gli itinerari della battaglia, magari accompagnati da un esperto di storia che spieghi brevemente cosa accadde allora, e celebrare una Messa alla presenza della bandiera di guerra del Reggimento…

    Pinelli, Pinelli Ti fai due conti, sono passati 20 anni, un grado ogni 5 potrebbe essere lui. Lo chiamo e risento quella voce inconfondibile. Mi presento, mi riconosce subito. Gli spiego il ruolo della mia sezione in Ortigara e in pochi minuti sistemiamo i dettagli dell’operazione. Il resto è senza storia: un salto veloce a Brunico in febbraio per gli accordi definitivi, mail, telefonate per seguire l’evolversi del progetto, i contatti con le autorità locali, le televisioni, un po’ alla volta le cose vanno a posto.

    Nel frattempo si definisce al meglio il programma che prevede l’afflusso di tutto il reggimento nella zona di Piazzale Lozze giovedì 10 giugno entro le ore 16. Venerdì 11 giugno alle 7.30 alzabandiera alla Madonnina del Lozze e inizio dell’escursione accompagnati da Paolo Volpato che nell’occasione presenterà anche la sua ultima fatica letteraria. Alle 10.30 è prevista la Messa al campo e infine il rientro alla Baita Cecchin. Da inizio maggio, assieme e grazie ai buoni uffici del nuovo presidente sezionale Fabio Volpato che ha sposato immediatamente la causa, e ad altri amici innamorati dell’Ortigara iniziamo le operazioni di ricognizione e pulizia della strada dalla neve (tra l’altro un ottimo mezzo per fare esperienza sia di fuoristrada in terreni difficili che di pala e picco per tirar fuori i mezzi meglio che in palestra!).

    Questo consente ad un’aliquota esplorante del reggimento di salire il giorno 26 maggio per prendere confidenza con il sito. Arriviamo così al fatidico giorno. Salgo in fretta il giovedì sera, dopo aver raccolto, strada facendo Paolo Volpato, il nostro mentore, e l’assessore regionale Elena Donazzan che non ha voluto mancare a quest’appuntamento. Arriviamo tardi, che la truppa ha già lucidato le marmitte. Ma non importa, in pochi minuti i nostri meravigliosi cuochi ci preparano un’ottima pasta che ci scalda lo stomaco e ci mette di buon umore, in un continuo scambio di battute. Al tavolo, oltre al col. Pinelli c’è il gen. Claudio Rondano, comandante della SMALP ( oops del Centro Addestramento Alpino), ritrovo Paolo Fedele, ora ten. col. e tanti altri componenti del reggimento che andiamo a conoscere.

    Il buio sopraggiunge rapido. L’ennesima notte in Ortigara in tenda con il sacco a pelo. Freddo, umido, ogni volta mi dico che sarà l’ultima e poi non si vede l’ora di tornare Le prime luci dell’alba preannunciano una bellissima giornata. Il sole comincia a scaldare, si vede la pianura, la in fondo, che comincia a bollire. La naja sale lentamente, manca un quarto alle sette e sono già nei pressi del rifugio. La nostra magnifica squadra dei cuochi è già a servire latte, caffè, tè, cioccolata La naja è sempre quella: vivono l’attimo! Ordinati e disciplinati intanto fanno colazione, poi si vedrà. Hanno tolto tante cose al nostro esercito, ai nostri alpini, ma non la puntualità.

    Alle 7.30 precise il comandante del reggimento ordina l’Alzabandiera. Qualche esponente politico ha suggerito un uso igienico del tricolore ed una musica diversa per accompagnarlo. Forse, prima di dire certe scemenze dovrebbe venire quassù con noi e sentire il canto potente che sgorga da tante voci. E c’è anche qualche voce in falsetto. Sono i 15 ragazzi del triennio dell’ITIS Marzotto di Valdagno accompagnati dai prof. Scarsella e Slaviero che hanno voluto condividere con noi la giornata e si sono alzati alle 4 pur di esserci. Il col. Pinelli lascia la parola a Paolo Volpato che con tratti rapidi e precisi traccia un esauriente inquadramento storico dei fatti bellici avvenuti nel 1916 e 1917 e che hanno visto come protagonisti proprio i bisnonni di questi alpini del 6º, ed in particolare del btg. Bassano.

    Partiamo a passo spedito (un vecchio trucco che ho usato anche lo scorso anno con la 64ª del Feltre ) e il reggimento si allunga costeggiando le trincee della linea di resistenza italiana che abbiamo ripristinato gli anni scorsi. Ci portiamo spediti a Pozzo della Scala dove effettuiamo una prima sosta. E intanto Paolo parla, spiega, racconta, disquisisce un topo nel formaggio! Guardo i militari. Fa specie vedere così tanti marescialli, ad uno, due, tre binari, tre binari rossi, tre binari rossi con stella, camminare e con che passo!

    Venti anni fa non era così, quando mai vedevi un tre binari rossi con lo zaino in spalla? La naja invece è sempre quella semplicemente si è evoluta! Riprendiamo il cammino e saliamo sulla cima del Campanaro per poi portarci sul famoso trincerone prospiciente l’Ortigara. Siamo proprio dove erano i loro bisnonni prima che il 10 giugno 1917 arrivasse l’ordine fatidico: Giù i parapetti! Avanti! .

    Fa un po’ strano vedere gli alpini uscire ancora una volta dal varco nord, suggestionati forse dalla voce del racconto di un alpino, Giordano Perozzo da San Luca, che fece parte proprio della prima ondata e che è stata raccolta dall’amico Alessandro Maroso, che ce la fa ascoltare proprio lì! Scendiamo veloci, risaliamo verso quota 2003 mentre la coda del reggimento è ancora sul trincerone, dandoci così la visuale che avrebbero avuto gli austriaci. Mio Dio, come sono esposti, quale facile bersaglio e allora non vi era la vegetazione di oggi

    A quota 2003 breve inquadramento della famosa azione del canalino del btg. Bassano, poi su per la Biancardi dove vedo arrampicarsi il gruppo gagliardetto del btg. Bassano che sale, gagliardetto in resta, come ha fatto del resto per tutta la marcia. In un battibaleno siamo alla Colonna Mozza. Si prepara l’altare per il cappellano militare don Bruno e in breve si è pronti per la cerimonia. La Bandiera di guerra del 6º Alpini prende posto a fianco della Colonna Mozza.

    Le rendono gli onori il reggimento in armi, i vessilli delle sezioni di Asiago, Bassano, Conegliano, Padova, Marostica, Valdagno, 9 gagliardetti di gruppo e circa una cinquantina, tra alpini ed escursionisti, portando i presenti a circa 200 unità. Si rendono gli onori alla massima autorità, il gen. Rondano, poi don Bruno inizia la sua funzione che si chiude con la Preghiera dell’Alpino.

    Viene posta una corona d’alloro alla Colonna Mozza poi il col. Pinelli, comandante del 6º, prende la parola e, ripercorrendo i fatti bellici che hanno interessato il reparto che sono poi le motivazioni che hanno portato alla concessione della medaglia d’Argento alla Bandiera, cerca di trasmettere ai suoi ragazzi quel di più che rende gli alpini quello che sono. E secondo me ci riesce benissimo! Cede la parola a Paolo Volpato che presenta e dona il manoscritto della sua ultima fatica: La storia ufficiale del Battaglione Sette Comuni , uno degli altri quattro battaglioni del 6º. Ed è singolare che due romani all’ombra della Colonna Mozza si scambino un libro scritto con materiale proveniente dall’Ufficio Storico di Roma.

    Si rendono gli onori finali alla massima autorità ed alla bandiera e si termina la cerimonia, lasciando un po’ di libertà alla truppa che ne approfitta per le tradizionali fotografie commemorative, qualche frizzo e qualche lazzo. Alle 12 il reparto si rimette in movimento e il ritorno è senza storia. Al rientro al Cecchin i nostri cuochi non si sono fatti sorprendere dal nemico ma anzi hanno risposto con mestoli a volontà di fumante minestrone preso d’assalto dai nostri alpini. Bella lotta, chiusasi con grande soddisfazione dei nostri cuochi nel vedere il gradimento del loro lavoro.

    La giornata si chiude qui e il reparto rientra. Non servono parole, basta guardarci negli occhi. Eravamo giovani al Feltre e, perdiana, lo siamo ancora!

    Roberto Genero

    Pubblicato sul numero di luglio agosto 2010 de L’Alpino.