Scritti… con la divisa

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    Continuiamo con l’artigliere di montagna che tiene la corrispondenza con tutta la famiglia. Dalle lettere si ha anche uno spaccato della vita di un paese della montagna lombarda degli anni 1959/1960. Scrive il fratello che fa parte del direttivo provinciale della Federestrattive (minatori) della Cisl.

     

    Paese, 20 settembre 1959 – Caro fratello, sono appena tornato da Bergamo dove sono stato per il Direttivo della Federestrattive, avremo gli scioperi nazionali per il rinnovo del contratto della categoria. (…) La cronaca paesana è la seguente: oggi c’è il consiglio comunale con all’ordine del giorno “l’assegno di rappresentanza al sindaco” tra le altre cose, pare che la giunta proponga addirittura £. 20.000 (dicesi ventimila) al mese, roba da pazzi (…).

    La mamma invece ha comperato della lana da un pastore del paese; l’ha pulita, lavata e cardata ed ora è pronta per confezionare i materassi per la famiglia.

    Paese, 24 settembre 1959 – Carissimo figlio, (…) Stiamo lavorando la lana per i nostri materassi. Ho comperato 26 chili di lana, l’ho lavata e mi è asciugata bene e questa settimana l’abbiamo fatta fuori colla macchina altrimenti ci sarebbe voluto tutto l’inverno a farla fuori a mano. Me l’ha portata qui a Villassio colla moto il Marino, figlio del Dante di Premolo, (…) adesso ho soltanto di farli su, un mestiere che posso fare anche se piove (…) è un po’ cara, l’ho pagata mille lire al chilo, l’ho comperata dal Pino Rossì. Qui il tempo è ottimo, è proprio un settembre “cula piomb” come dicevano i nostri vecchi e sta maturando anche l’uva che quest’anno ce ne su molta. (…)

    L’artigliere da montagna informa la mamma e il fratello sulla vita di caserma.

    Strigno, 29 settembre 1959 – Cara mamma, (…) Ormai anche il mese di settembre è passato e sette mesi di naia sono finiti. Qua si parla che si vuol accorciare la naia di 15 giorni per il IIIº 36, 1 mese per il Iº 37 e 2 mesi per il IIº 37, fino a giungere a 12 mesi di ferma. Ma per ora sono soltanto chiacchiere ed io, finché non ho visto nero su bianco, non ci credo. Certo che sarebbe una bella cosa, verrei a casa a principio giugno, evitando così il campo estivo che vale 4 mesi di caserma. (…)

    Strigno, 6 ottobre 1959 – Caro Mario, (…) Il 13 c.m. faremo dei tiri ancora col 100/17 sopra il Passo Broccon. A Belluno andrò il 26 c.m. (…) Per quanto riguarda il corso sci, la cosa che più desideravo di fare sotto la naia, non potrò farlo poiché quando inizierà, di solito a metà gennaio, mi troverò ancora a Belluno per il corso di Specialista al Tiro. Comunque pazienza, cercherò di recuperare il tempo perduto appena tornerò a casa, andando appena mi sarà possibile. Tienimi informato sul contratto dei minatori. A proposito salutami tutti gli amici minatori (…) li ricordo sempre e augura loro, a nome mio, un proficuo lavoro (…)

    Strigno, 19 ottobre 1959 – Cara mamma, da ieri è cambiata la mia vita in quel di Strigno, cambiata per modo di dire, poiché sono arrivati i “tubi” del IIIº 37 (…) per noi vuol dire una gran bella cosa poiché ora non laviamo più piatti né facciamo brande, siamo passati “renghette”. Un’altra notizia è che non vado più a Belluno a fare il corso, ma resto qua a Strigno, è arrivato proprio un fono ieri che incaricava il nostro Gruppo a svolgere il corso, pertanto verranno aggregati gli Specialisti al Tiro di Belluno e Feltre. Forse è meglio così poiché qui sono già ambientato (…). Giovedì scorso sono andato in marcia a Torcegno dove c’erano noci a volontà, non ne ho mai viste tante, e ricordandomi delle antiche mangiate (ci voleva la Letizia per completare la ditta “Fraca”) mi sono dato da fare. Giovedì prossimo andremo tutti, in caserma resterà solo la guardia, sulla cima dell’Ortigara (salendo dal versante nord, N.d.A.), son passeggiate che fan bene e fan trascorrere più velocemente la naia. Lì come va? Penso non troppo bene, poiché con il perdurare dello sciopero dei minatori tutti saranno in ansia. Speriamo che finisca bene e presto. Apprendo che anche lì sono giunte le cartoline ai miei “nipoti”, mi dispiace per loro ma per me è una gran bella cosa poiché da quando son nonno il congedo è vicino. Se vedi il Marco fagli i miei auguri e digli che il diavolo non è mai brutto come si dipinge. Così pure al Sergio. Ti ringrazio di avermi ricordato nelle tue preghiere alla Madonna del Frassino, penso che sia il più bel regalo che tu possa farmi (…).

    La mamma raccomanda al figlio di non fare scherzi alle reclute come s’usava.

    Gorno, 21 ottobre 1959 – Carissimo figlio, (…) ti prego Luigi di volerci bene anche ai tuoi compagni, quelli che li chiami figli, è sempre bene essere comprensivi anche per gli altri, e coraggio non badarci se ti capita qualche cosa all’incontrario, ricordati del povero papà che ti aiuterà nei tuoi bisogni, a proposito si avvicina il mese dei morti, fa il bravo va a confessarti che ti troverai contento. Qui sono dietro a fare ancora sciopero quelli della miniera, è cominciato lunedì fino a venerdì e il Mario poveretto ci tocca a fare i salti per quelli che non capisce niente. (…)

    Dopo pochi giorni il figlio scrive scusandosi di avere aspettato un po’ a risponderle, tre giorni, cose d’altri tempi come le parole che il figlio rivolge alla mamma circa i suoi “scarabocchi”.

    Strigno, 27 ottobre 1959 – Cara mamma, ho aspettato un po’ a risponderti poiché speravo di venire a casa, volevo farti una sorpresa, ma purtroppo le cose non sono andate per il giusto verso (…) ormai sono sicuro di non venire più a casa fino a Natale o Capodanno, perché ormai è iniziato il corso S.T. che, come ti ho già detto, si svolge qui a Strigno. Che frequentiamo il corso siamo in 23, 6 del Gruppo “Pieve” e gli altri sono del “Lanzo” (Belluno) e dell’“Agordo” (Feltre). Il corso è abbastanza impegnativo e c’è da studiare abbastanza. Stiamo quasi tutto il giorno in aula didattica (…). Ormai ottobre è passato e giunge novembre, il mese dei morti, il mese della tristezza. Il primo novembre andrò a confessarmi e comunicarmi per il povero papà, che ricordo sempre ogni giorno e che sento vicino specialmente nei momenti difficili. Lì a Gorno come va? E la salute? Io sto ottimamente. Non avere paura di stancarmi con i tuoi errori (il che non è vero) e i tuoi scarabocchi (come tu chiami ma che non lo sono affatto) perché attendo sempre con ansia le tue lettere e le leggo tutte d’un fiato e per un attimo ti sento vicina e mi sento felice. (…)

    Due giorni dopo scrive una delle sorelle, l’ultima della nidiata, informandolo delle vicende del paese e di casa.

    Paese, 29 ottobre 1959 – Caro Luigi, (…) lo sciopero dei minatori è terminato (…) Qua a casa va abbastanza bene, la mucca la facciamo ancora pascolare nel prato, ma saranno gli ultimi giorni. (…) In questi giorni di pioggia è caduta molta foglia, quindi tra poco bisognerà avviarsi con la gerla. (…) Un giorno della settimana scorsa io e la mamma siamo andate a castagne, ne abbiamo raccolte kg. 12½ , siamo andate verso le Albe, poi ne abbiamo comperate 20 kg. dal Belòra, quindi ne avremo abbastanza (…) tua sorella Cristina.